LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Obbligo del terzo pignorato: banca intermediaria

La Corte di Cassazione chiarisce che una banca, agendo come semplice intermediaria per l’incasso di assegni circolari per conto di un’altra banca, non assume la qualità di debitore del debitore esecutato. Pertanto, non sussiste un obbligo del terzo pignorato a suo carico, in quanto non ha mai la disponibilità diretta delle somme. Il pignoramento, in questi casi, deve essere rivolto all’istituto emittente del titolo.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 26 ottobre 2025 in Diritto Bancario, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Obbligo del terzo pignorato: il ruolo della banca intermediaria nell’incasso di assegni

Nel complesso mondo delle esecuzioni forzate, il pignoramento presso terzi rappresenta uno strumento fondamentale per i creditori. Tuttavia, la sua efficacia dipende dall’esatta individuazione del soggetto che ha un debito verso il debitore principale. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha fornito un’importante delucidazione sull’obbligo del terzo pignorato quando questo è una banca che agisce come semplice intermediaria nel processo di incasso di assegni circolari. La decisione chiarisce che non basta identificare un istituto di credito coinvolto nella transazione; è necessario che esso sia l’effettivo debitore del soggetto esecutato.

I fatti di causa

Un istituto di credito avviava una procedura di espropriazione forzata per recuperare un credito di oltre 800.000 euro nei confronti di un proprio debitore. L’azione esecutiva veniva estesa a diversi terzi, tra cui due primari istituti bancari.
La vicenda si concentra su uno di questi, che chiameremo la “Banca Intermediaria”. Il debitore era beneficiario di sei assegni circolari, ciascuno di centomila euro, emessi da un’altra banca (la “Banca Emittente”). Il debitore aveva poi girato questi assegni per l’incasso a una banca estera, la quale, a sua volta, aveva incaricato la Banca Intermediaria di presentarli in stanza di compensazione per ottenerne il pagamento dalla Banca Emittente.
Proprio dopo la notifica del pignoramento, la Banca Intermediaria completava l’operazione di incasso e accreditava le somme sul conto della banca estera sua cliente.
Il creditore procedente, ritenendo che la Banca Intermediaria avesse violato i suoi obblighi di custode delle somme pignorate, chiedeva l’accertamento dell’obbligo del terzo. Sia il Tribunale di Lodi in prima istanza che, successivamente, la Corte di Cassazione, hanno rigettato tale richiesta.

La decisione della Corte di Cassazione e l’obbligo del terzo pignorato

La Corte Suprema ha confermato la decisione di merito, stabilendo che la Banca Intermediaria non poteva essere considerata un debitor debitoris (debitore del debitore esecutato) e, di conseguenza, non era soggetta a un obbligo del terzo pignorato.
Il ragionamento della Corte si basa su una ricostruzione precisa del ruolo della banca nella catena di pagamento. La Banca Intermediaria non ha mai avuto la disponibilità delle somme per conto del debitore originario. Essa ha agito esclusivamente in forza di un mandato conferitole dalla banca estera (la girataria degli assegni) per svolgere un servizio tecnico: presentare i titoli in stanza di compensazione e, una volta incassate le somme dalla Banca Emittente, trasferirle alla propria mandante.
In questa sequenza, la Banca Intermediaria ha agito come “mero intermediario per conto dell’istituto negoziatore”, senza che gli importi degli assegni entrassero mai nella sua disponibilità in modo da creare un debito verso il beneficiario originario.

Le motivazioni

La motivazione della Corte si articola su alcuni punti cardine:
1. Identificazione del vero debitore: In caso di assegno circolare, l’obbligato principale al pagamento è la banca che ha emesso il titolo, avendone garantito la provvista. L’azione esecutiva, per essere efficace, avrebbe dovuto colpire gli assegni presso l’istituto emittente.
2. Natura del mandato all’incasso: La Banca Intermediaria operava su mandato della banca girataria, non del debitore esecutato. Il suo unico obbligo era quello di accreditare le somme incassate sul conto della propria cliente. Non aveva alcun rapporto diretto con il debitore che potesse far sorgere un’obbligazione di pagamento nei suoi confronti.
3. Insussistenza dell’obbligo di custodia: Di conseguenza, la Banca Intermediaria non avrebbe potuto bloccare il pagamento delle somme in virtù del pignoramento notificato. Il suo ruolo era limitato a un’attività esecutiva per conto terzi. Bloccare il trasferimento dei fondi alla banca girataria sarebbe stato contrario al mandato ricevuto e alla natura stessa dell’operazione di incasso interbancario. La Corte ha escluso che l’istituto intermediario potesse opporre alla propria mandante un pignoramento relativo a crediti di un soggetto terzo (il prenditore originario del titolo).

Le conclusioni

Questa ordinanza offre un’indicazione pratica di grande rilevanza per i creditori che intendono procedere con un pignoramento presso terzi nel settore bancario. È essenziale mappare correttamente il flusso finanziario e giuridico per individuare il soggetto che detiene un’obbligazione diretta verso il debitore esecutato. Nel caso di assegni circolari, il soggetto passivo del rapporto obbligatorio è la banca emittente, non un qualsiasi intermediario tecnico coinvolto nel processo di incasso. Agire contro un soggetto che è un mero mandatario per l’incasso si rivela un’azione infruttuosa, poiché manca il presupposto fondamentale del pignoramento presso terzi: l’esistenza di un debito del terzo nei confronti del debitore principale. La scelta del terzo pignorato deve quindi essere accurata e basata sulla reale posizione debitoria, per evitare il rigetto dell’azione esecutiva.

Una banca che incassa un assegno per conto di un’altra banca è considerata ‘terzo pignorato’ nei confronti del beneficiario originario dell’assegno?
No, secondo l’ordinanza, una banca che agisce come semplice intermediaria per l’incasso su mandato di un’altra banca (la girataria) non assume la qualità di debitore del beneficiario originario. Pertanto, non può essere considerata terzo pignorato.

Chi è il vero debitore da pignorare nel caso di un assegno circolare?
L’obbligato principale al pagamento dell’assegno circolare è l’istituto bancario che lo ha emesso, garantendone la provvista. È questo il soggetto nei cui confronti andrebbe indirizzata l’azione esecutiva per sottoporre a pignoramento le somme portate dal titolo.

Qual è l’obbligo di una banca intermediaria se riceve una notifica di pignoramento mentre sta incassando un assegno per conto di un’altra banca?
La Corte ha stabilito che la banca intermediaria non ha l’obbligo di bloccare il pagamento o il trasferimento delle somme alla banca mandante (girataria). Il suo ruolo è limitato all’esecuzione del mandato ricevuto, e non può opporre a quest’ultima un pignoramento relativo a crediti dell’originario prenditore del titolo, con cui non ha un rapporto di debito.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati