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Obbligo consegna documenti: banca cedente responsabile

Un cliente ha richiesto alla sua banca originaria i documenti di un mutuo, ma la banca ha rifiutato sostenendo di aver ceduto il credito a un’altra società. La Corte d’Appello di Firenze ha stabilito che l’obbligo di consegna documenti rimane in capo alla banca cedente, a meno che questa non fornisca la prova concreta di aver trasferito fisicamente tutta la documentazione al nuovo creditore. La semplice affermazione della cessione non è sufficiente per liberarsi da tale responsabilità.

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Obbligo di Consegna Documenti: la Banca Cedente Resta Responsabile

Quando un credito viene ceduto, chi ha la responsabilità di fornire al cliente la documentazione contrattuale? Una recente sentenza della Corte di Appello di Firenze chiarisce un punto fondamentale: l’obbligo di consegna documenti rimane in capo alla banca originaria (cedente), anche dopo la cessione in blocco, a meno che non dimostri di averli effettivamente consegnati al nuovo creditore. Questa decisione tutela i clienti, spesso disorientati di fronte a complesse operazioni finanziarie come le cartolarizzazioni.

Il caso: la richiesta di documenti dopo la cessione del credito

Un cliente, dopo aver stipulato un contratto di mutuo, si era visto cedere il proprio debito dalla banca originaria a un’altra società, nell’ambito di un’operazione di cessione di crediti in blocco. Avendo necessità di consultare il contratto e la documentazione relativa, il cliente si era rivolto alla sua banca originaria, richiedendone copia ai sensi dell’art. 119 del Testo Unico Bancario.

La banca, tuttavia, respingeva la richiesta, sostenendo di non essere più il soggetto legittimato a rispondere. A suo dire, avendo ceduto il credito, ogni obbligo, inclusa la consegna dei documenti, era passato al nuovo creditore (cessionario). Il Tribunale di primo grado aveva dato ragione alla banca, rigettando la richiesta del cliente.

La decisione della Corte d’Appello e l’obbligo di consegna documenti

La Corte di Appello di Firenze ha ribaltato completamente la decisione iniziale, accogliendo le ragioni del cliente. I giudici hanno affermato un principio di grande importanza pratica: la cessione del credito non comporta un automatico trasferimento della responsabilità documentale. L’obbligo di consegna documenti è un dovere che resta ancorato al rapporto originario.

La responsabilità del cedente

La Corte ha chiarito che, sebbene il diritto di credito sia stato trasferito, la titolarità del rapporto contrattuale originale può rimanere “sdoppiata”. La banca cedente, che ha stipulato il contratto, conserva una posizione di responsabilità nei confronti del cliente. Pertanto, è a essa che il cliente può legittimamente rivolgersi per ottenere la documentazione.

L’onere della prova e l’Art. 1262 c.c.

Un punto cruciale della sentenza riguarda l’onere della prova. L’articolo 1262 del Codice Civile stabilisce che il cedente deve consegnare al cessionario i documenti probatori del credito. Tuttavia, secondo la Corte d’Appello, non è sufficiente che la banca si limiti a invocare questa norma. Per liberarsi dalla propria responsabilità, la banca cedente deve dimostrare di aver effettivamente adempiuto a tale obbligo, fornendo la prova concreta che la consegna dei documenti sia avvenuta. Nel caso di specie, tale prova non era stata fornita.

Le motivazioni

Le motivazioni della Corte si fondano su due pilastri principali. Il primo è di natura strettamente giuridica e processuale: chi eccepisce il proprio difetto di legittimazione passiva ha l’onere di provare i fatti a fondamento della sua eccezione. La banca non ha provato di aver consegnato i documenti, quindi la sua eccezione è stata respinta. Il secondo pilastro è di ordine sostanziale e mira a tutelare il cliente, considerato la parte debole del rapporto. Nelle moderne operazioni di cessione in blocco, spesso complesse e poco trasparenti, il cliente può perdere traccia del proprio interlocutore. Esigere che la banca originaria conservi una copia della documentazione o si attivi per recuperarla dal cessionario è un dovere di diligenza che protegge i diritti del consumatore e garantisce la trasparenza del mercato finanziario.

Le conclusioni

In conclusione, la sentenza stabilisce che la banca cedente non può semplicemente “lavarsi le mani” dopo aver venduto un credito. L’obbligo di fornire la documentazione contrattuale al cliente persiste, a meno che la banca non sia in grado di provare, senza ombra di dubbio, di aver trasferito tutti i documenti al nuovo creditore. Questa decisione rafforza la tutela dei clienti bancari e impone agli istituti di credito un dovere di diligenza e trasparenza anche nelle fasi successive alla stipula di un contratto.

Dopo una cessione del credito, a chi deve rivolgersi il cliente per ottenere i documenti del contratto?
Il cliente può legittimamente rivolgersi alla sua banca originaria (cedente). Quest’ultima rimane obbligata a fornire la documentazione, a meno che non fornisca la prova concreta di averla trasferita al nuovo creditore.

È sufficiente per la banca cedente affermare di aver trasferito i documenti per essere liberata dalla responsabilità?
No. Secondo la sentenza, la semplice affermazione non basta. La banca deve fornire una prova effettiva che la consegna fisica dei documenti probatori al nuovo creditore (cessionario) sia avvenuta. L’onere della prova è a suo carico.

Questo principio vale anche in caso di cessioni di crediti in blocco (cartolarizzazioni)?
Sì, il principio si applica pienamente anche in questi contesti. Anzi, la Corte sottolinea che proprio a causa della complessità di queste operazioni, è ancora più importante esigere dalla banca cedente un dovere di diligenza e conservazione per tutelare il cliente, che potrebbe avere difficoltà a identificare il nuovo titolare del credito.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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