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Obbligo assicurativo studi professionali: la Cassazione

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 4473/2024, ha confermato che non sussiste l’obbligo assicurativo INAIL per i componenti degli studi professionali associati. La Corte ha rigettato il ricorso di un ente previdenziale, specificando che la normativa attuale non estende tale obbligo alle associazioni professionali, le quali non sono assimilabili a società. Viene così consolidato un principio chiave per gli studi professionali, distinguendo nettamente la loro natura giuridica da quella societaria ai fini previdenziali.

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Pubblicato il 2 novembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Obbligo assicurativo studi professionali: la Cassazione fa chiarezza

L’obbligo assicurativo per gli studi professionali è un tema di grande rilevanza che tocca migliaia di professionisti in Italia. Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione è intervenuta per consolidare un principio fondamentale: i componenti di uno studio professionale associato non sono soggetti all’obbligo di assicurazione contro gli infortuni sul lavoro presso l’ente previdenziale. Questa decisione chiarisce la distinzione tra la natura di uno studio associato e quella di una società, con importanti implicazioni pratiche.

I fatti di causa

La vicenda giudiziaria trae origine dalla pretesa di un ente assicurativo nazionale nei confronti di uno studio infermieristico associato. L’ente sosteneva che lo studio dovesse sottoscrivere l’assicurazione obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro per i propri associati. Secondo la tesi dell’istituto, le caratteristiche operative e organizzative dello studio lo rendevano assimilabile a una vera e propria società, facendo scattare di conseguenza l’obbligo assicurativo.

Tanto il tribunale di primo grado quanto la Corte d’Appello avevano però respinto questa interpretazione, escludendo la sussistenza dell’obbligo. L’ente previdenziale ha quindi deciso di presentare ricorso in Cassazione, denunciando la violazione delle norme che regolano l’assicurazione obbligatoria (D.P.R. n. 1124/1965).

L’obbligo assicurativo per gli studi professionali e il principio della Cassazione

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso dell’ente, confermando le decisioni dei giudici di merito. Il punto centrale della decisione risiede nella natura giuridica dello studio associato. Gli Ermellini hanno ribadito che l’elenco dei soggetti obbligati all’assicurazione, contenuto nella normativa di riferimento, è tassativo e non include le associazioni professionali.

La tendenza a estendere l’ambito di applicazione della tutela assicurativa, seppur lodevole, non può superare i confini stabiliti dalla legge. Le norme vigenti (artt. 1, 4 e 9 del D.P.R. 1124/1965) non contemplano l’assoggettamento degli studi professionali associati, a differenza di quanto previsto per altre forme giuridiche come le società.

Le motivazioni della decisione

La Corte ha motivato la sua decisione richiamando un orientamento giurisprudenziale ormai consolidato (a partire da Cass. n. 15971/2017 e ribadito in successive pronunce). Il principio è chiaro: per l’applicazione dell’obbligo assicurativo negli studi professionali, la forma giuridica è determinante. Uno studio associato, disciplinato dalla Legge n. 1815 del 1939, non crea un soggetto giuridico autonomo e distinto dai singoli professionisti che lo compongono. Si tratta di una mera aggregazione di professionisti che collaborano, a differenza di una società che possiede una propria personalità giuridica.

I giudici hanno specificato che le precedenti sentenze invocate dall’ente ricorrente (del 2006 e 2007), che suggerivano un’interpretazione più ampia basata sulla parità di esposizione al rischio, devono considerarsi superate. La normativa vigente non consente di assimilare uno studio associato a un datore di lavoro o a una società ai fini dell’obbligo assicurativo. Pertanto, in assenza di una specifica previsione normativa, l’obbligo non può essere imposto.

Conclusioni

La decisione della Cassazione ha un impatto significativo, offrendo certezza giuridica a tutti i professionisti che operano in forma associata. Viene definitivamente stabilito che, allo stato attuale della legislazione, i componenti di uno studio associato non sono soggetti all’obbligo di assicurazione INAIL. La Corte ha quindi rigettato il ricorso e condannato l’ente previdenziale al pagamento delle spese legali in favore dello studio professionale. Inoltre, ha attestato la sussistenza dei presupposti per il versamento, da parte dell’ente, di un ulteriore importo a titolo di contributo unificato.

Uno studio professionale associato è obbligato a sottoscrivere l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro per i propri associati?
No, la Corte di Cassazione ha stabilito che non sussiste l’obbligo assicurativo INAIL per i componenti degli studi professionali associati.

Perché la Corte ha escluso questo obbligo per gli studi associati?
La Corte ha chiarito che le norme vigenti (in particolare il D.P.R. n. 1124 del 1965) elencano in modo tassativo i soggetti obbligati e tra questi non figurano le associazioni professionali.

Qual è la differenza fondamentale tra uno studio associato e una società ai fini assicurativi?
Lo studio associato non crea un soggetto giuridico autonomo distinto dai singoli professionisti, a differenza di una società che ha una propria personalità giuridica. La legge prevede l’obbligo assicurativo solo per specifiche categorie di soggetti, e gli studi associati non rientrano in queste categorie.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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