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Obbligo amministratore condomini morosi: la guida

Un creditore ha agito in giudizio contro un amministratore di condominio per ottenere l’elenco dei condomini morosi, al fine di recuperare il proprio credito. La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 1002/2025, ha stabilito che l’obbligo amministratore condomini morosi, previsto dall’art. 63 disp. att. c.c., è un dovere legale che grava personalmente sull’amministratore e non sul condominio. Di conseguenza, l’azione per ottenere tali dati deve essere intentata direttamente contro l’amministratore in proprio, la cui omissione può integrare una responsabilità personale.

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Pubblicato il 16 settembre 2025 in Diritto Immobiliare, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Obbligo Amministratore Condomini Morosi: La Cassazione Chiarisce la Responsabilità Personale

L’obbligo amministratore condomini morosi rappresenta uno dei temi più delicati e cruciali nella gestione condominiale. I creditori del condominio, spesso imprese o professionisti che hanno fornito servizi, si trovano di fronte alla necessità di recuperare i loro crediti e, per farlo, devono sapere contro chi agire. La Corte di Cassazione, con una recente sentenza, ha fatto luce su un aspetto fondamentale: la comunicazione dei dati dei proprietari insolventi è un dovere che ricade personalmente sull’amministratore, non sul condominio come entità. Analizziamo questa importante decisione.

I Fatti di Causa

Il caso nasce dalla richiesta di un avvocato, creditore del condominio per attività professionali svolte, di ottenere dall’amministratore l’elenco dei condomini morosi. L’obiettivo del creditore era quello di agire direttamente nei confronti di questi ultimi per soddisfare il proprio credito, come previsto dalla legge. L’amministratore aveva fornito un elenco, ma incompleto, poiché privo delle quote millesimali e dei codici fiscali, dati essenziali per avviare un’azione esecutiva efficace.

Il creditore si è quindi rivolto al Tribunale, che ha respinto la domanda. La Corte d’Appello, in riforma della decisione di primo grado, ha invece ordinato all’amministratore di fornire tutti i dati necessari. L’amministratore ha quindi proposto ricorso per cassazione, sostenendo che la legittimazione passiva non fosse sua, ma del condominio che egli rappresentava.

La Decisione della Corte e l’Obbligo Amministratore Condomini Morosi

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, confermando la decisione della Corte d’Appello e stabilendo un principio di diritto molto chiaro. L’obbligo di comunicare ai creditori i dati dei condomini morosi, sancito dall’articolo 63 delle disposizioni di attuazione del codice civile, non è un’obbligazione del condominio, ma un dovere legale specifico che grava sull’amministratore in proprio.

La Natura Personale dell’Obbligo

Il punto centrale della decisione è la distinzione tra gli obblighi che l’amministratore assume in qualità di mandatario del condominio e quelli che la legge gli impone direttamente come persona fisica che ricopre quella carica. Mentre le attività di gestione ordinaria sono imputabili al condominio, la comunicazione dei dati dei morosi è vista come un’obbligazione di cooperazione verso un soggetto terzo (il creditore), finalizzata a tutelare il suo diritto di credito. Questo dovere esula dal rapporto di mandato tra amministratore e condomini.

Le Motivazioni della Sentenza

La Corte ha motivato la sua decisione sottolineando che l’obbligo previsto dall’art. 63 disp. att. c.c. è funzionale a consentire al creditore di rispettare il principio della parziarietà delle obbligazioni condominiali, agendo prima contro i morosi e solo in via sussidiaria contro i condomini in regola con i pagamenti (beneficium excussionis). Si tratta, quindi, di un comando imposto dalla legge direttamente sulla persona dell’amministratore per proteggere i terzi. La violazione di questo obbligo non ricade nella sfera giuridica del condominio, ma integra un’ipotesi di responsabilità personale (di tipo aquiliano) dell’amministratore. Di conseguenza, la condanna a fornire i dati deve essere emessa nei suoi confronti e non del condominio.

Conclusioni e Implicazioni Pratiche

Questa sentenza ha conseguenze pratiche di grande rilievo. Per gli amministratori, emerge la consapevolezza che il rifiuto o il ritardo nel fornire i dati dei morosi può esporli a un’azione legale diretta e a una responsabilità personale per i danni causati al creditore. Non possono più trincerarsi dietro la figura del condominio. Per i creditori, il percorso per ottenere queste informazioni è più chiaro: l’azione va promossa direttamente contro la persona dell’amministratore. Questa pronuncia rafforza la tutela dei creditori e impone un dovere di trasparenza e diligenza ancora maggiore in capo agli amministratori condominiali.

Chi è tenuto a comunicare i dati dei condomini morosi a un creditore del condominio?
L’obbligo di comunicare i dati dei condomini morosi, ai sensi dell’art. 63 disp. att. c.c., grava direttamente e personalmente sull’amministratore del condominio in carica.

La responsabilità di comunicare i dati dei morosi è del condominio o dell’amministratore in proprio?
La sentenza chiarisce che si tratta di una responsabilità personale dell’amministratore. L’azione giudiziaria per ottenere tali dati deve essere rivolta nei confronti dell’amministratore in proprio, e non contro il condominio in persona del suo legale rappresentante.

Cosa succede se l’amministratore si rifiuta o ritarda la comunicazione dei dati dei morosi?
L’omessa o ritardata comunicazione dei dati integra la violazione di un obbligo legale e può configurare una responsabilità personale dell’amministratore (di tipo aquiliano) per i danni causati al creditore, come il ritardo nel recupero del credito.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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