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Obblighi informativi intermediario: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 4057/2024, ha stabilito che gli obblighi informativi dell’intermediario finanziario sussistono sempre, anche quando il rischio di default dell’emittente non è prevedibile al momento dell’investimento. Il caso riguardava dei risparmiatori che avevano acquistato titoli di stato argentini, subendo ingenti perdite a seguito della crisi finanziaria. La Corte ha cassato la sentenza d’appello, che aveva escluso la responsabilità della banca, affermando che l’intermediario deve fornire tutte le informazioni necessarie per una scelta consapevole, a prescindere dalla rischiosità apparente del titolo.

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Obblighi Informativi Intermediario: La Cassazione Rafforza la Tutela dei Risparmiatori

L’ordinanza della Corte di Cassazione n. 4057 del 2024 ribadisce un principio fondamentale a tutela degli investitori: gli obblighi informativi dell’intermediario finanziario sono un pilastro non negoziabile del rapporto con il cliente. La Corte ha chiarito che la banca deve sempre informare in modo adeguato sulla natura e sui rischi di un investimento, anche se questi non appaiono imminenti o facilmente prevedibili al momento dell’operazione. Analizziamo questa importante decisione.

I Fatti del Caso: L’Investimento in Titoli di Stato

Due risparmiatori avevano convenuto in giudizio un istituto di credito chiedendo il risarcimento dei danni subiti a seguito dell’acquisto di obbligazioni di uno Stato estero, effettuato tra il 1997 e il 2000 per un importo considerevole. A causa della grave crisi finanziaria che colpì lo Stato emittente, i titoli subirono un crollo drastico del loro valore, portando gli investitori a rivenderli nel 2010 con una perdita di quasi il 75% del capitale investito.

I risparmiatori lamentavano la violazione degli obblighi informativi da parte della banca, che non li avrebbe adeguatamente avvisati dei rischi specifici legati a quell’investimento. Sia il Tribunale in primo grado che la Corte d’Appello avevano rigettato la domanda, ritenendo, tra le altre cose, che all’epoca dei fatti il rating dei titoli fosse positivo e che il rischio di default non fosse prevedibile.

L’Importanza degli Obblighi Informativi dell’Intermediario

La questione è giunta dinanzi alla Corte di Cassazione, che ha accolto il ricorso dei risparmiatori, cassando la sentenza d’appello. La Suprema Corte ha ribaltato la prospettiva dei giudici di merito, concentrandosi sulla natura e sulla portata degli obblighi informativi dell’intermediario.

I giudici di legittimità hanno affermato che il dovere di informazione della banca è esteso e penetrante. L’intermediario deve fornire al cliente un quadro completo che includa non solo le caratteristiche del prodotto, ma anche le specifiche ragioni di rischio, compreso quello di default dell’emittente, in modo da consentire una scelta di investimento o disinvestimento effettivamente consapevole. Questo dovere non viene meno neanche se l’investitore ha una generica propensione al rischio.

L’Errore della Corte d’Appello

La Corte d’Appello aveva erroneamente collegato l’obbligo informativo alla prevedibilità del default. Secondo i giudici di merito, se il crollo finanziario non era prevedibile, la banca non poteva essere ritenuta responsabile per non aver fornito un’informazione che, all’epoca, non era nella sua concreta disponibilità.

La Cassazione ha definito questo ragionamento un “palese errore”. L’obbligo informativo previsto dalla normativa (in particolare l’art. 21 del Testo Unico della Finanza) è un dovere ex ante, che prescinde dalla rischiosità concreta o dalla prevedibilità di un evento negativo. La banca ha il dovere di acquisire essa stessa una conoscenza adeguata degli strumenti che propone e di trasferire queste informazioni al cliente, evidenziando tutti i potenziali rischi, anche quelli remoti.

Le Motivazioni della Decisione

La Suprema Corte ha fondato la sua decisione su un consolidato orientamento giurisprudenziale. Gli obblighi informativi non possono essere considerati assolti semplicemente perché un titolo ha un buon rating o perché il mercato non percepisce un pericolo imminente. L’intermediario deve agire con la massima diligenza professionale, comunicando all’investitore tutti gli elementi necessari per una valutazione completa: il rating, le caratteristiche del mercato, eventuali situazioni di criticità e il rischio di perdita del capitale.

Il ragionamento del giudice di merito, secondo cui l’obbligo informativo si attiva solo se l’informazione è “in concreto nella disponibilità del medesimo”, è stato giudicato in contrasto con la normativa. È l’intermediario che deve attivarsi per reperire tutte le notizie conoscibili con la diligenza professionale richiesta. Aver ipotizzato che in questo caso non vi fosse un obbligo da osservare costituisce una violazione di legge. Di conseguenza, la Corte ha cassato la sentenza e rinviato la causa alla Corte d’Appello per un nuovo esame basato sui principi enunciati.

Le Conclusioni: Implicazioni per Banche e Risparmiatori

Questa ordinanza rafforza in modo significativo la posizione del risparmiatore. Stabilisce che la tutela dell’investitore passa attraverso un’informazione trasparente e completa, che non può essere limitata o condizionata dalla situazione di mercato del momento. Per gli intermediari finanziari, la decisione rappresenta un monito a non abbassare mai la guardia: la diligenza professionale impone un’analisi approfondita e una comunicazione proattiva di tutti i rischi associati a un prodotto finanziario. L’assenza di segnali di allarme immediati non esonera la banca dal suo dovere primario di informare, garantendo così che il consenso del cliente sia sempre genuino e consapevole.

La banca è obbligata a informare il cliente sui rischi di un investimento anche se il default dell’emittente non è prevedibile?
Sì. La Corte di Cassazione ha stabilito che l’obbligo informativo è un dovere che prescinde dalla prevedibilità di un evento negativo. L’intermediario deve comunicare tutti i rischi conoscibili usando la diligenza professionale, inclusi quelli legati alla solvibilità dell’emittente, per permettere una scelta consapevole.

Un investitore con una propensione al rischio ha comunque diritto a ricevere informazioni dettagliate?
Sì. Anche l’investitore orientato a scelte speculative e rischiose deve essere messo in condizione di poter valutare la sua scelta nell’ambito di tutte le opzioni disponibili, sulla base dei fattori di rischio che l’intermediario ha il dovere di segnalargli in modo puntuale.

Il fatto che la vendita dei titoli sia avvenuta in ‘contropartita diretta’ è rilevante per escludere la responsabilità della banca?
No, la modalità di negoziazione non attenua gli obblighi informativi. La Corte ha chiarito che i doveri di informazione e diligenza gravano sull’intermediario indipendentemente dalla dimensione locale dello stesso o dalla sua partecipazione diretta alla vendita dei titoli.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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