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Obblighi informativi banca: risarcimento per bond

La Corte di Cassazione conferma la condanna di un istituto di credito al risarcimento del danno per la violazione degli obblighi informativi banca relativi all’acquisto di obbligazioni argentine. La sentenza stabilisce che la mancata dimostrazione di aver fornito informazioni specifiche sul rischio giustifica un risarcimento che può equivalere all’intero capitale investito, chiarendo anche aspetti sulla decorrenza e interruzione della prescrizione.

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Pubblicato il 6 ottobre 2025 in Diritto Bancario, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Obblighi informativi banca: la Cassazione conferma il risarcimento per i bond argentini

Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione è tornata a pronunciarsi sul tema cruciale degli obblighi informativi banca nell’ambito dei servizi di investimento. La decisione ribadisce principi fondamentali a tutela del risparmiatore, chiarendo che la violazione di tali doveri può comportare un risarcimento pari all’intero capitale perduto, anche in assenza di una richiesta di risoluzione del contratto. Analizziamo insieme i dettagli di questa importante pronuncia.

I fatti del caso: L’investimento in obbligazioni argentine

Il caso trae origine dalla richiesta di risarcimento danni avanzata dagli eredi di un investitore nei confronti di un istituto di credito. L’investitore aveva acquistato, tramite la banca, delle obbligazioni argentine, titoli che si sono poi rivelati ad altissimo rischio e hanno subito un default.

La Corte di Appello, riformando la sentenza di primo grado che aveva dichiarato la domanda prescritta, aveva condannato la banca a risarcire gli eredi per una somma pari a quasi l’intero investimento. Secondo i giudici di secondo grado, la banca non aveva adempiuto ai suoi specifici obblighi informativi, non riuscendo a dimostrare di aver adeguatamente avvisato il cliente della natura speculativa e rischiosa dell’operazione. La semplice dicitura generica sull’ordine di acquisto non era stata ritenuta sufficiente. Contro questa decisione, la banca ha proposto ricorso per Cassazione.

La decisione della Corte e gli obblighi informativi banca

La Corte di Cassazione ha rigettato integralmente il ricorso della banca, confermando la condanna al risarcimento. Vediamo i punti salienti affrontati nei motivi di ricorso.

Analisi dei motivi di ricorso

La banca aveva basato il suo ricorso su quattro motivi principali. I primi due, di natura procedurale, lamentavano che gli investitori non avessero specificamente impugnato in appello alcuni punti della sentenza di primo grado. La Cassazione li ha respinti, ritenendo che l’appello degli investitori avesse effettivamente contestato l’inadempimento della banca ai suoi doveri informativi in modo complessivo.

La quantificazione del danno per violazione degli obblighi informativi

Il terzo motivo era particolarmente rilevante. La banca sosteneva che il risarcimento non potesse essere pari alla somma investita, poiché non era stata chiesta la risoluzione del contratto. La Corte ha respinto anche questa doglianza, affermando un principio di grande importanza: la violazione degli obblighi informativi banca causa un “disorientamento” nelle scelte dell’investitore, che costituisce di per sé un danno risarcibile. Il giudice di merito è libero di quantificare tale danno, anche in misura pari all’intero importo dell’investimento perduto. Questa operazione è concettualmente distinta e autonoma dalla restituzione che deriverebbe dalla risoluzione del contratto.

La questione della prescrizione

Infine, la banca contestava l’efficacia interruttiva della prescrizione di una lettera inviata dall’investitore, sostenendo che fosse una generica manifestazione di volontà. La Cassazione ha dichiarato il motivo inammissibile, in quanto mirava a un riesame del fatto (il contenuto della lettera), non consentito in sede di legittimità. Ha quindi confermato la validità della valutazione operata dalla Corte di Appello, che aveva ritenuto interrotta la prescrizione.

Le motivazioni in diritto

La Corte ha ribadito che l’onere della prova in materia di adempimento degli obblighi informativi grava sull’intermediario finanziario. La banca deve dimostrare di aver fornito al cliente informazioni specifiche, adeguate e comprensibili sulla natura, i rischi e le implicazioni dell’operazione. Una generica informativa non è sufficiente a esonerare la banca dalla propria responsabilità. La violazione di questi doveri è fonte di un danno risarcibile che prescinde dalla richiesta di risoluzione del contratto e può essere quantificato dal giudice in via equitativa, tenendo conto delle circostanze del caso concreto, fino a coprire l’intera perdita subita dal cliente. Questo perché l’inosservanza dei doveri informativi condiziona le scelte di investimento e causa un danno diretto al patrimonio del risparmiatore.

Le conclusioni

Questa ordinanza consolida l’orientamento giurisprudenziale a favore della tutela degli investitori. Sottolinea la centralità e l’inderogabilità degli obblighi informativi banca, la cui violazione espone l’intermediario a un’azione di risarcimento che può avere conseguenze economiche molto pesanti. Per i risparmiatori, rappresenta un’importante conferma del diritto a ricevere informazioni chiare e complete prima di effettuare qualsiasi investimento, e della possibilità di ottenere un ristoro integrale del danno subito in caso di inadempimento da parte della banca.

Cosa succede se una banca non informa adeguatamente un cliente sui rischi di un investimento?
La banca è considerata inadempiente ai suoi obblighi informativi e può essere condannata a risarcire il danno subito dal cliente. La mancata fornitura di informazioni specifiche e dettagliate sulla rischiosità dell’operazione è fonte di responsabilità per l’intermediario.

Come viene calcolato il risarcimento del danno in questi casi?
Il giudice di merito ha la facoltà di quantificare il danno. La Corte di Cassazione ha chiarito che il risarcimento può essere anche pari all’intero importo dell’investimento perduto. Questa quantificazione è considerata una conseguenza diretta della violazione degli obblighi informativi, che hanno disorientato le scelte dell’investitore, e non è subordinata alla richiesta di risoluzione del contratto.

Quando inizia a decorrere la prescrizione per la richiesta di risarcimento danni contro la banca?
Secondo la decisione della Corte di Appello, confermata in questo caso, la prescrizione per l’azione risarcitoria inizia a decorrere non dal momento dell’acquisto dei titoli, ma dal momento in cui le conseguenze negative dell’investimento si manifestano concretamente, come ad esempio il default dei titoli stessi.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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