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Obblighi antiriciclaggio notai: la Cassazione

La Corte di Cassazione conferma la sanzione a un notaio per la mancata segnalazione di operazioni sospette. Il caso riguarda sei compravendite immobiliari in cui le modalità di pagamento erano generiche e risalenti a molti anni prima del rogito. La Suprema Corte ha stabilito che tali anomalie costituiscono un chiaro indice di sospetto, rafforzando gli obblighi antiriciclaggio notai e chiarendo che il dovere di segnalazione non richiede la prova di un reato, ma la semplice presenza di elementi anomali che impongono un approfondimento.

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Pubblicato il 23 dicembre 2025 in Diritto Civile, Diritto Immobiliare, Giurisprudenza Civile

Obblighi antiriciclaggio notai: la Cassazione fa il punto sulla segnalazione di operazioni sospette

La Corte di Cassazione, con la recente ordinanza n. 26880/2024, ha fornito un’importante chiave di lettura sugli obblighi antiriciclaggio notai, chiarendo quando scatta il dovere di segnalare un’operazione come sospetta. La decisione consolida un principio fondamentale: la presenza di anomalie, come modalità di pagamento generiche e non tracciabili, è di per sé sufficiente a far sorgere il sospetto e, di conseguenza, l’obbligo di segnalazione all’Unità di Informazione Finanziaria (UIF).

I Fatti: Sei Compravendite Immobiliari nel Mirino

Il caso ha origine da un decreto sanzionatorio emesso dal Ministero dell’Economia e delle Finanze nei confronti di un notaio. L’accusa era di aver omesso la segnalazione di sei operazioni di compravendita immobiliare, stipulate tra il 2013 e il 2015, ritenute sospette.

L’elemento critico che ha fatto scattare l’allarme era la modalità di pagamento del prezzo: in tutti gli atti, le parti dichiaravano che il corrispettivo era stato versato “con modalità non meglio precisate” in un’epoca molto antecedente al rogito e, significativamente, prima del 4 luglio 2006, data di entrata in vigore delle norme sulla tracciabilità dei pagamenti introdotte dal decreto Bersani. Questa anomalia macroscopica ha indotto l’autorità a ritenere che il professionista avrebbe dovuto attivarsi.

Il Tribunale di primo grado aveva ridotto la sanzione, ma la Corte d’Appello, accogliendo il ricorso del Ministero, l’aveva ripristinata nella sua misura originale di 38.187 euro. Il notaio ha quindi proposto ricorso in Cassazione.

La Decisione della Corte di Cassazione e gli obblighi antiriciclaggio notai

La Suprema Corte ha rigettato il ricorso del professionista, confermando in toto la decisione della Corte d’Appello. La sentenza ribadisce la centralità del ruolo del notaio come presidio di legalità nel contrasto al riciclaggio. Gli Ermellini hanno chiarito che l’obbligo di segnalazione non presuppone che il notaio abbia la certezza o la prova della provenienza illecita dei fondi, ma sorge in presenza di elementi oggettivi e soggettivi che rendono l’operazione “anomala” o “non normale”.

Le Motivazioni della Sentenza

L’Anomalia come Indice di Sospetto

Il cuore della motivazione risiede nell’interpretazione di cosa costituisca un’operazione sospetta. Per la Cassazione, la dichiarazione di un pagamento avvenuto tra i sei e i nove anni prima dell’atto, con modalità del tutto generiche e in un periodo antecedente alle normative sulla tracciabilità, è un “sicuro indice di sospetto”. Questa circostanza, secondo i giudici, avrebbe dovuto imporre al notaio un approfondimento e la conseguente segnalazione.

Il notaio non è un investigatore, ma un professionista qualificato che, per la sua funzione, deve essere in grado di cogliere le incongruenze. La segnalazione serve proprio come filtro per consentire alle autorità competenti di svolgere le opportune verifiche, senza che ciò costituisca un’accusa formale.

La Gravità della Violazione e la Sanzione

Un altro punto cruciale riguarda la quantificazione della sanzione. Il notaio sosteneva di aver diritto all’applicazione della sanzione minima di 3.000 euro, prevista per le violazioni non gravi. La Cassazione ha respinto questa tesi, qualificando la condotta come “grave” e “plurima”. La gravità derivava dalla “complessiva superficialità delle valutazioni” e dall'”assenza di approfondimenti” di fronte a evidenti criticità. Trattandosi di sei distinte operazioni omesse, la violazione è stata considerata plurima. Di conseguenza, la Corte ha ritenuto corretta la sanzione applicata, pari al 10% del valore delle operazioni non segnalate, che rientrava comunque nella cornice edittale della normativa più recente, compresa tra 30.000 e 300.000 euro per le violazioni gravi.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche per i Professionisti

Questa ordinanza rappresenta un monito significativo per tutti i professionisti soggetti agli obblighi antiriciclaggio, in particolare i notai. Le conclusioni che se ne possono trarre sono chiare:

1. Vigilanza Massima sulle Modalità di Pagamento: Dichiarazioni generiche, evasive o anomale sul pagamento del prezzo devono essere considerate un campanello d’allarme. Il professionista ha il dovere di chiedere chiarimenti e, se non ottiene risposte soddisfacenti, di procedere con la segnalazione.
2. Il Sospetto Non È Accusa: L’obbligo di segnalazione si basa su un giudizio di “sospettosità”, non sulla prova di un illecito. Il ruolo del professionista è quello di collaborare attivamente con le autorità, agendo come un sensore sul territorio per intercettare flussi finanziari anomali.
3. La Superficialità Costa Cara: La mancata adozione di un approccio critico e approfondito di fronte a palesi incongruenze viene sanzionata come una violazione grave. La diligenza richiesta va oltre la mera formalità, imponendo una valutazione sostanziale dell’operazione nel suo complesso.

In definitiva, la Cassazione rafforza l’idea che gli obblighi antiriciclaggio notai non sono un mero adempimento burocratico, ma una funzione essenziale a tutela della legalità economica.

Quando un notaio deve considerare un’operazione immobiliare ‘sospetta’ ai fini antiriciclaggio?
Un’operazione deve essere considerata sospetta quando presenta anomalie per caratteristiche, entità o natura. Come specificato dalla Corte, una dichiarazione di pagamento avvenuto molti anni prima del rogito, con modalità non precisate e in un periodo antecedente alle norme sulla tracciabilità, costituisce un sicuro indice di sospetto che impone la segnalazione.

L’obbligo di segnalazione per un notaio scatta solo se ha le prove che il denaro proviene da un reato?
No. La Corte ha chiarito che l’obbligo di segnalazione non presuppone che il notaio abbia acquisito indizi o prove sulla provenienza del prezzo da delitti di riciclaggio. È sufficiente la presenza di elementi oggettivi o soggettivi anomali che facciano sorgere un ragionevole sospetto. La segnalazione ha la funzione di mero filtro per ulteriori approfondimenti da parte delle autorità competenti.

Qual è la sanzione per l’omessa segnalazione di operazioni sospette?
La sanzione varia in base alla gravità della violazione. Per le omissioni non connotate da gravità, la sanzione base è di 3.000 euro. Tuttavia, in caso di violazioni gravi, ripetute o plurime, come nel caso di specie, si applica una sanzione pecuniaria da 30.000 a 300.000 euro. La Corte ha ritenuto la condotta del notaio grave e plurima, giustificando così il ripristino della sanzione originaria di 38.187 euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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