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Obbligazione pecuniaria liquida: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 1387/2024, ha chiarito un importante principio sulla competenza territoriale. In un caso tra una compagnia assicurativa e un istituto bancario, la Corte ha stabilito che un’obbligazione di risarcimento del danno è considerata un’obbligazione pecuniaria liquida quando l’ammontare è facilmente determinabile con un semplice calcolo aritmetico, come nel caso del valore di assegni illecitamente negoziati. Di conseguenza, il foro competente è quello del domicilio del creditore e non quello del debitore.

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Pubblicato il 19 ottobre 2025 in Diritto Bancario, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

L’Obbligazione Pecuniaria Liquida e la Competenza Territoriale: L’Ordinanza della Cassazione

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione (n. 1387/2024) offre un chiarimento fondamentale su un tema tanto tecnico quanto cruciale nella pratica legale: la determinazione della competenza territoriale in caso di richieste di risarcimento del danno. La decisione ruota attorno al concetto di obbligazione pecuniaria liquida e alle sue dirette conseguenze sulla scelta del tribunale competente, stabilendo un principio di grande rilevanza pratica per professionisti e imprese.

I Fatti del Caso

Una compagnia di assicurazioni citava in giudizio un istituto di credito presso il Tribunale di Bologna, chiedendo il risarcimento dei danni subiti a causa della negoziazione irregolare di numerosi assegni bancari non trasferibili. Secondo la tesi dell’attrice, la banca convenuta aveva pagato tali assegni a soggetti diversi dai legittimi beneficiari, a seguito di un’alterazione del nome indicato sui titoli. L’assicurazione agiva in qualità di successore dei diritti delle società che avevano originariamente emesso gli assegni.

La Decisione del Tribunale di Prima Istanza

L’istituto di credito convenuto eccepiva l’incompetenza territoriale del Tribunale di Bologna, sostenendo che il foro competente fosse quello di Torino, dove la banca aveva la propria sede legale. Il Tribunale di Bologna accoglieva l’eccezione, ritenendo che la domanda di risarcimento del danno desse origine a un’obbligazione illiquida. Di conseguenza, secondo il giudice, doveva applicarsi il quarto comma dell’art. 1182 del codice civile, che individua il luogo dell’adempimento (e quindi il foro competente) nel domicilio del debitore. Contro questa ordinanza, la compagnia assicurativa proponeva regolamento di competenza dinanzi alla Corte di Cassazione.

L’Obbligazione Pecuniaria Liquida nella Visione della Suprema Corte

La Corte di Cassazione ha ribaltato la decisione del tribunale di primo grado, accogliendo il ricorso della compagnia assicurativa e dichiarando la competenza del Tribunale di Bologna. Il cuore della decisione risiede nella corretta interpretazione della nozione di obbligazione pecuniaria liquida ai sensi del terzo comma dell’art. 1182 c.c.

Le Motivazioni della Corte

La Suprema Corte ha affermato che un’obbligazione pecuniaria non è liquida solo quando il suo ammontare è già espresso in cifre, ma anche quando può essere determinata attraverso un’operazione di mero calcolo aritmetico, senza la necessità di ulteriori indagini o accertamenti complessi. Nel caso specifico, il danno richiesto dalla compagnia assicurativa, sebbene di natura risarcitoria, era facilmente quantificabile. L’importo del pregiudizio subito, infatti, corrispondeva esattamente alla somma degli importi facciali degli assegni che erano stati illegittimamente negoziati dalla banca. Non era necessaria alcuna valutazione discrezionale o indagine di fatto per determinare l’ammontare del credito. Trattandosi di un credito determinabile tramite un semplice calcolo, l’obbligazione doveva essere considerata liquida.

Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche

La sentenza stabilisce un principio chiaro: un’obbligazione risarcitoria è ‘liquida’ quando il suo ammontare, pur non essendo predeterminato, è facilmente calcolabile sulla base di elementi certi e incontestati, come il valore nominale di titoli di credito. Questa qualificazione comporta l’applicazione del terzo comma dell’art. 1182 c.c., secondo cui le obbligazioni aventi per oggetto una somma di denaro liquida (‘portabili’) devono essere adempiute al domicilio del creditore. Di conseguenza, il foro competente per la causa è quello del luogo in cui il creditore ha il proprio domicilio o la propria sede. Questa decisione ha importanti implicazioni pratiche, poiché consente al creditore di radicare la causa presso il proprio foro, con evidenti vantaggi in termini di comodità e riduzione dei costi processuali, ogni volta che l’ammontare del danno richiesto sia suscettibile di una semplice e diretta quantificazione aritmetica.

Quando un’obbligazione di risarcimento danni è considerata liquida?
Secondo la Corte, un’obbligazione di risarcimento danni è considerata liquida non solo quando l’importo è già determinato, ma anche quando è facilmente quantificabile tramite un semplice calcolo aritmetico basato su dati certi, senza la necessità di ulteriori indagini o accertamenti.

Come influisce la liquidità di un’obbligazione sulla scelta del tribunale competente?
Se un’obbligazione pecuniaria è liquida, si applica il principio del ‘forum creditoris’ (art. 1182, c.3, c.c.), secondo cui la causa può essere intentata presso il tribunale del domicilio del creditore. Se invece è illiquida, si applica il ‘forum debitoris’ (art. 1182, c.4, c.c.), e la causa va promossa presso il tribunale del domicilio del debitore.

Nel caso di assegni pagati a persone sbagliate, il danno è considerato liquido o illiquido?
La Corte ha stabilito che in questo caso il danno è liquido. Il suo ammontare può essere determinato con precisione sommando gli importi facciali degli assegni illecitamente negoziati. Pertanto, si tratta di un’obbligazione pecuniaria liquida.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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