LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Nuova costruzione e distanze: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione ha stabilito che una ristrutturazione che modifica la sagoma e l’altezza di un edificio deve essere considerata a tutti gli effetti una nuova costruzione. Di conseguenza, deve rispettare le distanze minime legali dai confini e dagli altri fabbricati. La controversia nasceva dalla modifica di un garage, il cui tetto era stato trasformato da piano a spiovente con un conseguente aumento di altezza. La Corte d’Appello aveva escluso che si trattasse di nuova costruzione, ma la Cassazione ha annullato tale decisione, affermando che qualsiasi alterazione della conformazione planivolumetrica e del profilo estetico-architettonico qualifica l’opera come nuova, imponendo l’applicazione delle norme sulle distanze.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 9 ottobre 2025 in Diritto Civile, Diritto Immobiliare, Giurisprudenza Civile

Nuova costruzione e distanze: quando una ristrutturazione cambia tutto

Quando si eseguono lavori di ristrutturazione su un immobile, specialmente se vicino al confine con un’altra proprietà, sorge spesso una domanda cruciale: l’intervento può essere considerato una nuova costruzione? La risposta a questa domanda è fondamentale, perché da essa dipende l’obbligo di rispettare le distanze minime previste dalla legge. Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione è tornata sul tema, offrendo un chiarimento decisivo: la modifica della sagoma e dell’altezza di un fabbricato è sufficiente per qualificare l’opera come una nuova costruzione, con tutte le conseguenze del caso.

I fatti del caso: una ristrutturazione contesa tra vicini

La vicenda giudiziaria ha origine da una lite tra due proprietari confinanti. Uno di essi aveva citato in giudizio il vicino, lamentando che quest’ultimo, nell’ampliare una porzione del proprio fabbricato ad uso garage, avesse violato le distanze legali. Di tutta risposta, il convenuto aveva chiesto a sua volta la riduzione in pristino del garage della controparte, ritenendolo a sua volta costruito a una distanza non regolamentare.

La Corte d’Appello aveva respinto le domande di entrambe le parti, ritenendo che i lavori eseguiti sul garage – un modesto aumento di altezza (da 2,45 a 2,72 metri) e la trasformazione del tetto da piano a falde – non fossero tali da configurare una nuova costruzione. Secondo i giudici di secondo grado, l’opera non era soggetta alla disciplina dell’art. 873 del codice civile sulle distanze tra costruzioni.

La questione giuridica: quando una ristrutturazione è una nuova costruzione?

Il cuore del problema legale ruota attorno alla distinzione tra una semplice ristrutturazione e un intervento che, per le sue caratteristiche, deve essere considerato una nuova costruzione. La legge, infatti, impone il rispetto di distanze minime (generalmente dieci metri tra pareti finestrate, secondo il D.M. 1444/1969) solo per le nuove costruzioni, al fine di garantire salubrità, sicurezza e decoro.

I ricorrenti hanno sostenuto in Cassazione che la Corte d’Appello avesse errato, poiché le modifiche apportate al fabbricato, alterandone sia l’altezza che la sagoma (il profilo esterno), erano sufficienti a trasformarlo in un’opera diversa dalla precedente e, quindi, in una nuova costruzione a tutti gli effetti.

La decisione della Cassazione sulla qualifica di nuova costruzione

La Suprema Corte ha accolto il ricorso, cassando la sentenza d’appello e affermando un principio di diritto di fondamentale importanza pratica.

Le motivazioni: i principi affermati dalla Corte

La Cassazione ha ribadito la sua giurisprudenza consolidata, secondo cui si è in presenza di una nuova costruzione non solo quando si edifica un manufatto su un’area libera, ma anche quando gli interventi su un edificio esistente ne alterano in modo significativo la struttura. In particolare, la Corte ha specificato che la nozione di ‘sagoma’ comprende la conformazione planivolumetrica della costruzione e il suo perimetro, sia in senso verticale che orizzontale. Di conseguenza, qualsiasi intervento che modifichi il profilo estetico-architettonico e l’altezza del fabbricato preesistente lo qualifica come un’opera nuova.

Nel caso specifico, la trasformazione del tetto da piano a falde e l’aumento dell’altezza erano elementi sufficienti a determinare una variazione della sagoma e dell’altezza. Pertanto, l’opera doveva essere considerata una nuova costruzione e, come tale, soggetta al rispetto delle norme sulle distanze legali.

Le conclusioni: implicazioni pratiche della sentenza

Questa pronuncia ha importanti implicazioni pratiche per chiunque intenda intraprendere lavori di ristrutturazione. Non ci si può limitare a considerare solo l’aumento di volume; anche le modifiche apparentemente minori, come il cambio della forma del tetto o un leggero innalzamento, possono far scattare l’obbligo di rispettare le distanze legali. La decisione chiarisce che il concetto di nuova costruzione è ampio e va valutato non solo in termini quantitativi (aumento di metri cubi), ma anche qualitativi (alterazione della forma e del profilo). Chi progetta un intervento edilizio deve quindi prestare la massima attenzione a non modificare la sagoma e l’altezza preesistenti se vuole evitare di incorrere nelle sanzioni previste per la violazione delle distanze, che possono arrivare fino all’ordine di demolizione e ripristino dello stato dei luoghi.

Quando una ristrutturazione edilizia si considera “nuova costruzione” ai fini delle distanze legali?
Una ristrutturazione è considerata una “nuova costruzione” quando modifica la sagoma (cioè la forma e il profilo esterno) e l’altezza del fabbricato preesistente, creando un organismo edilizio in tutto o in parte diverso dal precedente.

La modifica del tetto da piano a falde, insieme a un aumento dell’altezza, è sufficiente a qualificare l’intervento come nuova costruzione?
Sì, secondo la Corte di Cassazione, la combinazione di questi due elementi è sufficiente per alterare la sagoma e l’altezza del fabbricato. Di conseguenza, l’intervento deve essere qualificato come nuova costruzione e deve rispettare le normative sulle distanze dai confini.

Cosa succede se un giudice non applica correttamente il principio secondo cui una modifica di sagoma costituisce nuova costruzione?
La sua sentenza è viziata da un errore di diritto e può essere annullata (cassata) dalla Corte di Cassazione. Il processo dovrà poi essere celebrato nuovamente da un altro giudice, il quale sarà tenuto ad applicare il principio corretto indicato dalla Suprema Corte.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati