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Nullità d’ufficio: limiti alla tardiva eccezione

Una società ricorre in Cassazione dopo che la Corte d’Appello aveva giudicato inammissibili, perché tardive, le sue censure sulla nullità di alcune clausole bancarie. La Suprema Corte dichiara il ricorso inammissibile, ribadendo che la nullità d’ufficio può essere rilevata dal giudice solo se i fatti costitutivi sono stati allegati tempestivamente dalle parti nel rispetto delle preclusioni processuali. La mera presenza di documenti nel fascicolo non è sufficiente.

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Pubblicato il 10 ottobre 2025 in Diritto Bancario, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Nullità d’ufficio e Preclusioni Processuali: La Cassazione Fissa i Paletti

Il principio della nullità d’ufficio, ovvero il potere del giudice di rilevare autonomamente la nullità di un contratto, è una colonna portante del nostro ordinamento a tutela di interessi generali. Tuttavia, questo potere non è illimitato e incontra barriere invalicabili nelle regole del processo. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione, la n. 32188/2024, offre un’importante lezione su questo equilibrio, chiarendo che anche la nullità più evidente non può essere dichiarata se i fatti su cui si fonda non sono stati introdotti nel giudizio nei tempi e modi corretti.

I Fatti di Causa

Una società operante nel settore edile aveva avviato una causa contro un istituto di credito, lamentando l’applicazione di tassi debitori illegittimi, commissioni non dovute, usura e la violazione delle norme sulla modifica unilaterale delle condizioni contrattuali. La società chiedeva la restituzione di una cospicua somma e il risarcimento dei danni.

Il Tribunale di primo grado aveva respinto le domande della società. In appello, la Corte territoriale aveva parzialmente riformato la decisione, ricalcolando il debito della società ma respingendo altri motivi di gravame. In particolare, la Corte d’Appello aveva dichiarato inammissibile la censura relativa alla nullità della Commissione di Massimo Scoperto (CMS) perché sollevata per la prima volta solo nelle comparse conclusionali, e quindi tardivamente.

## I Motivi del Ricorso: Quando si può invocare la Nullità d’ufficio?

La società ha quindi proposto ricorso in Cassazione, basandosi su due motivi principali:

1. Violazione di legge sulla nullità della CMS: La ricorrente sosteneva che la Corte d’Appello avrebbe dovuto rilevare d’ufficio la nullità della clausola sulla CMS, in quanto la sua indeterminatezza emergeva direttamente dagli atti di causa (ex actis), a prescindere dalla tardività dell’eccezione.
2. Violazione di legge sull’anatocismo: La società lamentava che i giudici di merito non avessero rilevato d’ufficio la nullità derivante dall’illegittima capitalizzazione trimestrale degli interessi, un’altra causa di nullità assoluta.

In entrambi i casi, il fulcro dell’argomentazione era che il potere del giudice di rilevare la nullità d’ufficio avrebbe dovuto superare le barriere delle preclusioni processuali.

## Le Motivazioni della Cassazione: L’obbligo di Allegazione Tempestiva

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, fornendo chiarimenti decisivi sui limiti del potere di rilevazione d’ufficio della nullità.

Il Collegio ha ribadito un principio fondamentale, consolidato dalla giurisprudenza delle Sezioni Unite: il potere del giudice di rilevare d’ufficio una causa di nullità è subordinato a un presupposto imprescindibile. La parte interessata deve aver tempestivamente allegato i fatti che costituiscono il fondamento di tale nullità.

Cosa significa ‘allegare i fatti’? Non significa necessariamente formulare un’eccezione di nullità in termini giuridici, ma introdurre nel processo, entro i termini perentori stabiliti (le cosiddette preclusioni assertive), le circostanze concrete da cui la nullità discende. Ad esempio, nel caso della CMS, la società avrebbe dovuto contestare, fin dal primo grado, la mancanza di indicazione dei criteri di calcolo della commissione.

La Corte ha specificato che non è sufficiente che la prova della nullità sia presente nei documenti depositati (ad esempio, in un contratto o in una perizia tecnica). Se i fatti non vengono formalmente e tempestivamente ‘allegati’, cioè posti a fondamento di una difesa, il giudice non può utilizzarli. Il principio processuale è che le parti forniscono i fatti, mentre il giudice applica il diritto (da mihi factum, dabo tibi ius).

Nel caso di specie, la ricorrente non è stata in grado di dimostrare di aver introdotto tali fatti nei tempi corretti, limitandosi a sollevare le questioni di nullità in fasi troppo avanzate del processo (la comparsa conclusionale d’appello). Di conseguenza, il suo ricorso è stato giudicato inammissibile per difetto di specificità, non avendo indicato dove e quando avesse assolto al proprio onere di allegazione.

## Conclusioni

L’ordinanza in commento rappresenta un monito per gli operatori del diritto. La possibilità di far valere la nullità di una clausola contrattuale, anche quando questa appare palese, dipende in modo cruciale dalla diligenza processuale. Affidarsi al potere di rilevazione d’ufficio del giudice senza aver prima costruito una solida base fattuale, allegata nei termini di legge, è una strategia rischiosa e, come dimostra questo caso, perdente. Le preclusioni processuali sono poste a garanzia della certezza del diritto e del corretto svolgimento del processo, e nemmeno il principio della nullità d’ufficio può scardinarle.

Può un giudice dichiarare la nullità di una clausola contrattuale se la parte interessata non l’ha eccepita in tempo?
No. Secondo la Corte, il potere del giudice di rilevare la nullità d’ufficio non può essere esercitato se i fatti che ne costituiscono il fondamento non sono stati allegati tempestivamente dalla parte interessata, nel rispetto delle preclusioni processuali.

È sufficiente che i documenti che provano la nullità siano presenti nel fascicolo di causa perché il giudice possa rilevarla d’ufficio?
No. La mera presenza di documenti nel fascicolo non è sufficiente. È necessario che la parte abbia tempestivamente ‘allegato’ le circostanze fattuali che emergono da tali documenti, ovvero le abbia introdotte formalmente come base delle proprie argomentazioni difensive.

Qual è la differenza tra allegare un fatto e sollevare un’eccezione di nullità?
Allegare un fatto significa introdurre nel processo una circostanza specifica (es. ‘il contratto non specifica la base di calcolo della commissione’). Sollevare un’eccezione di nullità è la conseguenza giuridica che si fa derivare da quel fatto (es. ‘pertanto, la clausola è nulla per indeterminatezza’). Per la rilevazione d’ufficio, è indispensabile e sufficiente la tempestiva allegazione del fatto, anche senza la formulazione esplicita dell’eccezione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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