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Nullità di protezione: da quando la prescrizione?

La Corte di Cassazione, con ordinanza interlocutoria, rimette alla pubblica udienza una causa cruciale. Il caso riguarda la decorrenza della prescrizione per la restituzione di somme versate in base a un contratto di investimento nullo. La questione centrale è se, in caso di nullità di protezione, il termine di prescrizione inizi dal singolo pagamento o dall’accertamento giudiziale della nullità. La decisione finale avrà importanti implicazioni per la tutela degli investitori.

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Pubblicato il 5 ottobre 2025 in Diritto Bancario, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Nullità di protezione e prescrizione: la Cassazione fa il punto

La Corte di Cassazione si trova di fronte a una questione di massima importanza per la tutela degli investitori: quando inizia a decorrere il termine di prescrizione per la restituzione di somme pagate in base a un contratto-quadro affetto da nullità di protezione? Con una recente ordinanza interlocutoria, i giudici hanno deciso di rinviare la causa alla pubblica udienza, data la rilevanza e la mancanza di precedenti specifici sul tema. Analizziamo insieme i dettagli di questa vicenda e le sue possibili conseguenze.

I Fatti di Causa

La vicenda trae origine dalla domanda di un erede nei confronti di un istituto bancario. L’erede chiedeva la dichiarazione di nullità o la risoluzione dei contratti di acquisto di obbligazioni rischiose, stipulati dal suo dante causa tra il 1997 e il 2000. Il Tribunale di primo grado rigettava la domanda, ritenendo non provata la violazione degli obblighi informativi da parte della banca e, in ogni caso, prescritto il diritto al risarcimento.

In appello, la Corte territoriale ribaltava parzialmente la decisione. Dichiarava la nullità del contratto-quadro per mancanza della forma scritta, un requisito imposto a protezione dell’investitore. Tuttavia, rigettava la conseguente domanda di restituzione delle somme investite. Secondo i giudici di secondo grado, infatti, l’azione era prescritta. Il termine decennale di prescrizione, a loro avviso, decorreva dalla data di ogni singolo pagamento e non dalla successiva dichiarazione di nullità. Poiché gli investimenti erano stati effettuati tra il 1998 e il 2000 e la prima richiesta formale di restituzione era del 2011, il diritto si era estinto.

La questione giuridica: il dies a quo nella nullità di protezione

L’erede ha quindi proposto ricorso in Cassazione, sollevando un punto di diritto fondamentale. La tesi del ricorrente è che, nel caso di una nullità di protezione, il termine di prescrizione per l’azione di ripetizione dell’indebito non dovrebbe decorrere dal pagamento, ma dal momento in cui la nullità viene accertata con una decisione definitiva. Questo perché il difetto del contratto non è originario e assoluto come nelle nullità ordinarie, ma dipende dalla volontà della parte protetta di farlo valere.

La questione sottoposta alla Corte è quindi la seguente: il carattere speciale della nullità di protezione influisce sul calcolo del termine di prescrizione per la restituzione? In altre parole, il dies a quo (giorno di inizio) della prescrizione va individuato nel giorno del pagamento (come per le nullità ‘classiche’) o nel giorno in cui la nullità viene giudizialmente accertata?

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte, nell’ordinanza in esame, ha riconosciuto la delicatezza e la rilevanza della questione. I giudici hanno osservato che, sebbene la giurisprudenza distingua tra nullità con mancanza originaria della causa solvendi (dove la prescrizione decorre dal pagamento) e casi in cui la causa viene meno successivamente (dove la prescrizione decorre dall’accertamento), non esistono precedenti specifici che applichino questo principio alle nullità di protezione in materia di investimenti finanziari.

La caratterizzazione di queste nullità come ‘di protezione’ potrebbe comportare conseguenze diverse sul piano della prescrizione. L’accertamento della nullità del contratto-quadro, per mancata prova della sua redazione in forma scritta, è il titolo che legittima l’azione di restituzione. Ne deriva, secondo i giudici, che la questione del termine iniziale della prescrizione, con specifico riferimento alla natura di nullità di protezione, è decisiva e merita un approfondimento.

Per tale ragione, ritenendo la questione di particolare importanza e idonea ad avere un impatto su numerosi altri casi, la Corte ha ritenuto opportuno non decidere in camera di consiglio, ma rinviare la causa alla pubblica udienza per una discussione più ampia e una decisione a sezioni semplici.

Le Conclusioni

L’ordinanza interlocutoria non risolve il caso, ma lo ‘congela’ in attesa di una decisione più ponderata. Questa scelta evidenzia la consapevolezza della Corte di trovarsi di fronte a un bivio interpretativo con forti ripercussioni sulla tutela degli investitori. Se dovesse prevalere la tesi del ricorrente, si rafforzerebbe notevolmente la posizione dei risparmiatori, concedendo loro più tempo per agire in caso di contratti nulli. Al contrario, una conferma dell’orientamento della Corte d’Appello manterrebbe un approccio più rigoroso, ancorando la prescrizione al momento del versamento delle somme. La decisione finale della Cassazione è quindi attesa con grande interesse, poiché definirà un principio di diritto cruciale nel rapporto tra intermediari finanziari e clienti.

Qual è la questione giuridica principale affrontata dalla Corte di Cassazione in questa ordinanza?
La questione principale è determinare il momento esatto (dies a quo) da cui inizia a decorrere il termine di prescrizione decennale per l’azione di restituzione di somme pagate in base a un contratto di investimento affetto da ‘nullità di protezione’. Si discute se il termine parta dalla data dei singoli pagamenti o dalla data in cui la nullità viene accertata giudizialmente.

Perché la Corte d’Appello aveva respinto la richiesta di restituzione dell’investitore?
La Corte d’Appello, pur avendo dichiarato la nullità del contratto-quadro per mancanza di forma scritta, ha respinto la domanda di restituzione perché ha ritenuto prescritta l’azione. Ha calcolato il termine di prescrizione di dieci anni a partire dalla data di ogni singolo investimento (effettuati tra il 1998 e il 2000), ritenendo tardiva la messa in mora inviata dall’investitore solo nel 2011.

Cosa ha deciso la Corte di Cassazione con questa ordinanza e per quale motivo?
La Corte di Cassazione non ha deciso il caso nel merito, ma ha emesso un’ordinanza interlocutoria con cui ha rinviato la causa alla pubblica udienza. Ha preso questa decisione perché ha ritenuto la questione sulla decorrenza della prescrizione in caso di nullità di protezione molto rilevante e priva di precedenti giurisprudenziali specifici, necessitando quindi un approfondimento e una discussione più ampia prima di una pronuncia definitiva.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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