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Nullità delibera condominiale: quando è valida?

Un condomino si opponeva a un decreto ingiuntivo per spese condominiali, sostenendo la nullità della delibera condominiale di approvazione per violazione dei criteri di ripartizione. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, chiarendo che l’approvazione di nuove tabelle millesimali non richiede l’unanimità ma solo una maggioranza qualificata. Di conseguenza, un’eventuale approvazione con una maggioranza errata non costituisce una nullità rilevabile d’ufficio dal giudice, ma al massimo un vizio di annullabilità da impugnare nei termini di legge.

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Pubblicato il 26 novembre 2025 in Diritto Immobiliare, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Nullità delibera condominiale per ripartizione spese: la parola alla Cassazione

La gestione delle spese condominiali è una fonte frequente di contenzioso. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione affronta un tema cruciale: la presunta nullità della delibera condominiale che approva una ripartizione delle spese con criteri diversi da quelli preesistenti. La pronuncia chiarisce la differenza fondamentale tra l’approvazione di nuove tabelle millesimali e la modifica dei criteri legali di riparto, con importanti conseguenze sulla validità dell’atto e sui poteri del giudice.

I Fatti del Caso: Una Disputa sulla Ripartizione delle Spese

La vicenda ha origine dall’opposizione di un condomino a un decreto ingiuntivo per il pagamento di oltre 2.600 euro di spese condominiali. Il condomino sosteneva che le delibere assembleari, a partire dal 2004, fossero nulle perché l’amministratore aveva applicato un criterio di ripartizione delle spese ‘sua sponte’, diverso da quello stabilito dalle tabelle millesimali definite da una precedente sentenza del Tribunale.

Inizialmente, il Giudice di Pace aveva parzialmente accolto le ragioni del condomino, riducendo la somma dovuta. Successivamente, il Tribunale, in sede di appello, aveva riformato la decisione, condannando il condomino a pagare l’intera cifra richiesta dal condominio. Il caso è quindi giunto dinanzi alla Corte di Cassazione.

La questione della nullità della delibera condominiale

Il cuore del ricorso per cassazione si basava su due motivi principali. Il primo, e più rilevante, denunciava l’erroneità della sentenza del Tribunale per non aver rilevato la nullità della delibera condominiale. Secondo il ricorrente, la ripartizione delle spese secondo un criterio diverso da quello stabilito dalle tabelle millesimali incide sui diritti individuali dei condomini e, pertanto, deve essere approvata all’unanimità. L’assenza di unanimità, a suo dire, renderebbe la delibera radicalmente nulla, un vizio talmente grave da dover essere rilevato d’ufficio dal giudice anche nel giudizio di opposizione a decreto ingiuntivo.

Il secondo motivo, di natura processuale, contestava la piena prova del credito da parte del condominio.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha rigettato integralmente il ricorso, ritenendo il primo motivo infondato e il secondo inammissibile. La decisione si fonda su una distinzione giuridica fondamentale per la vita condominiale.

Le Motivazioni: Maggioranza Qualificata vs. Unanimità

La Corte ha chiarito che non ci si trovava di fronte a un’ipotesi di nullità. L’errore del ricorrente è stato quello di confondere due situazioni ben diverse:

1. Modifica dei criteri legali di riparto (art. 1123 c.c.): Se un’assemblea intende stabilire una ‘diversa convenzione’, ovvero un criterio di ripartizione delle spese che deroga a quello legale basato sul valore della proprietà, è necessaria l’unanimità dei consensi di tutti i condomini. Una delibera approvata senza unanimità in questo caso sarebbe nulla.

2. Approvazione o revisione delle tabelle millesimali: Le tabelle millesimali non sono la fonte dell’obbligo di contribuire alle spese, ma solo il parametro tecnico per quantificarlo. La loro approvazione o revisione, anche se porta a una diversa quantificazione delle quote, non incide sui diritti reali dei singoli ma si limita ad adeguare un criterio di calcolo. Per questo tipo di delibera, la giurisprudenza consolidata (a partire dalle Sezioni Unite n. 18477/2010) ritiene sufficiente la maggioranza qualificata.

Nel caso di specie, la Corte ha stabilito che, anche a voler considerare la delibera del 2012 come un’approvazione di nuove tabelle a maggioranza, non si configurerebbe mai un vizio di nullità. Un’eventuale violazione delle regole sulla maggioranza necessaria renderebbe la delibera, al massimo, annullabile, vizio che deve essere fatto valere con un’impugnazione specifica entro 30 giorni e che non può essere rilevato d’ufficio dal giudice dell’opposizione.

Le Motivazioni: La Prova del Credito e i Limiti della Cassazione

Sul secondo motivo, la Corte ha ribadito un principio costante: la valutazione delle prove è un’attività che spetta pacificamente al giudice di merito. La Corte di Cassazione non è un terzo grado di giudizio dove si può ridiscutere l’adeguatezza delle prove presentate. Avendo il Tribunale ritenuto dimostrato il credito del condominio, tale valutazione è insindacabile in sede di legittimità.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche per Condomini e Amministratori

Questa ordinanza offre un importante promemoria: non ogni irregolarità in una delibera assembleare ne comporta la nullità. È fondamentale distinguere tra vizi di nullità (violazione di norme imperative, impossibilità dell’oggetto, ecc.) e vizi di annullabilità (violazione di norme sul procedimento, sulla convocazione, sulle maggioranze). La nullità della delibera condominiale è un’ipotesi grave ma circoscritta. L’approvazione di nuove tabelle millesimali a maggioranza qualificata è legittima e non richiede l’unanimità, a meno che non si introduca un criterio di spesa completamente slegato dal valore della proprietà. Per i condomini, ciò significa che eventuali contestazioni sulle maggioranze devono essere sollevate tempestivamente attraverso l’impugnazione della delibera nei termini previsti dalla legge, e non possono essere usate come scudo perenne contro le richieste di pagamento.

È sempre necessaria l’unanimità per modificare la ripartizione delle spese condominiali?
No. Secondo la Corte, l’approvazione o la revisione delle tabelle millesimali, che fungono da parametro per la ripartizione, richiede solo la maggioranza qualificata. L’unanimità è richiesta solo se si intende derogare al regime legale di ripartizione con una ‘diversa convenzione’.

Un giudice può dichiarare d’ufficio la nullità di una delibera condominiale in un giudizio di opposizione a decreto ingiuntivo?
Sì, il giudice ha il potere-dovere di rilevare d’ufficio una vera e propria nullità. Tuttavia, nel caso esaminato, la Corte ha stabilito che l’approvazione di nuove tabelle a maggioranza qualificata invece che all’unanimità non costituisce un vizio di nullità, ma al massimo di annullabilità, e quindi non può essere rilevato d’ufficio.

È possibile contestare la valutazione delle prove fatta dal giudice di merito in Cassazione?
No. La Corte di Cassazione ha ribadito che la valutazione del materiale probatorio è un’attività che spetta esclusivamente al giudice di merito. In sede di legittimità non è possibile contestare come le prove sono state valutate, ma solo eventuali vizi di legge nel processo decisionale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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