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Nullità contratto bancario: la forma scritta è sacra

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito il principio fondamentale della nullità del contratto bancario in assenza della forma scritta. Il caso riguardava la richiesta di nullità di diversi conti correnti e contratti accessori da parte di una società e dei suoi soci contro un istituto di credito. La Corte ha stabilito che la mancanza della forma scritta comporta la nullità totale del rapporto, escludendo la possibilità di applicare meccanismi sostitutivi per il calcolo degli interessi. Di conseguenza, le parti sono tenute alla restituzione reciproca delle somme: il cliente deve restituire il capitale ricevuto con gli interessi legali, e la banca deve restituire tutti gli interessi percepiti. La Corte ha inoltre chiarito che anche i contratti accessori, come i conti per l’anticipo su fatture, richiedono una specifica pattuizione scritta che ne determini le condizioni economiche, non essendo sufficiente un mero collegamento funzionale a un contratto principale.

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Pubblicato il 7 novembre 2025 in Diritto Bancario, Diritto Civile, Giurisprudenza Civile

Nullità contratto bancario: la forma scritta è sacra

Nel complesso mondo dei rapporti tra clienti e istituti di credito, la trasparenza e la certezza delle condizioni contrattuali sono essenziali. Un recente provvedimento della Corte di Cassazione, l’ordinanza n. 7420/2024, ha riaffermato con forza un principio cardine: la nullità del contratto bancario in assenza di un accordo scritto. Questa decisione non solo chiarisce le conseguenze drastiche di tale vizio, ma delinea anche i confini di validità dei contratti accessori, offrendo importanti tutele ai consumatori.

I Fatti del Caso

Una società, insieme ai suoi soci e garanti, aveva citato in giudizio un istituto di credito per contestare la validità di diversi rapporti bancari. Nello specifico, si lamentava l’illegittimità degli addebiti su alcuni conti correnti, conti anticipi su fatture e un mutuo agrario. La richiesta principale si fondava sulla nullità dei contratti per difetto di forma scritta, l’inefficacia delle relative garanzie fideiussorie e la nullità delle clausole sugli interessi.

La Corte d’Appello, pur riconoscendo la nullità di un contratto di conto corrente per mancanza della forma scritta, aveva stabilito che gli interessi dovessero essere ricalcolati secondo il meccanismo sostitutivo previsto dall’art. 117 del Testo Unico Bancario (T.U.B.). Aveva inoltre considerato validi alcuni conti “anticipi su fatture” perché ritenuti accessori a contratti di conto corrente regolarmente stipulati per iscritto. Contro questa decisione, la società e i suoi soci hanno proposto ricorso in Cassazione.

La Decisione della Corte di Cassazione sulla nullità contratto bancario

La Suprema Corte ha accolto gran parte delle doglianze dei ricorrenti, cassando la sentenza d’appello e fornendo chiarimenti cruciali sulla disciplina della forma nei contratti bancari.

Nullità Totale per Difetto di Forma e Obblighi Restitutori

Il punto centrale della decisione riguarda le conseguenze della nullità del contratto bancario per vizio di forma. La Cassazione ha affermato che la mancanza della forma scritta, imposta dall’art. 117 del T.U.B. a pena di nullità, determina la caducazione dell’intero rapporto contrattuale.

Contrariamente a quanto stabilito dalla Corte d’Appello, non è possibile applicare il meccanismo sostitutivo per il calcolo degli interessi (previsto per i casi in cui il tasso non sia indicato o sia usurario). La nullità per difetto di forma è un vizio insanabile che travolge l’intero contratto. Questo comporta il venir meno della causa che giustifica le movimentazioni di denaro tra banca e cliente. Di conseguenza, sorge l’obbligo di procedere alle reciproche restituzioni secondo le norme sulla ripetizione dell’indebito: il cliente deve restituire le somme ricevute a titolo di finanziamento (capitale) con i soli interessi legali, mentre la banca deve restituire tutte le somme percepite a titolo di interessi, commissioni e spese.

Contratti Accessori: Necessità di un Accordo Scritto Autonomo

Un altro aspetto fondamentale affrontato dalla Corte riguarda la validità dei contratti accessori, come i “conti anticipi su fatture”. La Corte d’Appello li aveva ritenuti validi in quanto funzionalmente collegati a conti correnti principali stipulati per iscritto.

La Cassazione ha rigettato questa impostazione, precisando che anche i contratti “figli” o accessori devono rispettare il requisito della forma scritta. Non è sufficiente una generica connessione operativa. Affinché un contratto accessorio possa essere esonerato dalla forma scritta autonoma, è necessario che il contratto principale (“contratto madre”) non solo ne preveda l’esistenza, ma ne disciplini compiutamente anche tutte le condizioni economiche. In assenza di una tale previsione dettagliata nel contratto principale, anche il contratto accessorio deve essere stipulato per iscritto, a pena di nullità.

Inefficacia delle Garanzie Fideiussorie

Coerentemente con la nullità dei contratti principali, la Corte ha accolto anche il motivo relativo all’inefficacia delle garanzie fideiussorie. La nullità del contratto principale (ad esempio, il conto corrente o il conto sovvenzione) fa venir meno l’obbligazione garantita. Di conseguenza, anche la garanzia personale prestata a tutela di quel debito diventa inefficace, poiché viene a mancare la sua causa giustificatrice.

Le Motivazioni della Sentenza

La ratio della decisione della Suprema Corte risiede nella finalità di protezione del cliente che ispira la normativa del Testo Unico Bancario. L’articolo 117 T.U.B. impone la forma scritta non per un mero formalismo, ma per garantire che il cliente sia pienamente consapevole dei diritti e degli obblighi che assume, assicurando trasparenza e certezza del contenuto contrattuale.

La nullità che ne deriva è una “nullità di protezione”, che può essere fatta valere solo dal cliente. Consentire alla banca di applicare tassi di interesse sostitutivi su un contratto nullo per vizio di forma significherebbe convalidare impropriamente un accordo invalido, frustrando lo scopo protettivo della norma. La nullità, quindi, deve essere totale e comportare il ripristino della situazione patrimoniale anteriore al contratto invalido, attraverso la restituzione reciproca delle prestazioni eseguite senza titolo.

Per quanto riguarda i contratti accessori, la Corte ha sottolineato che un’interpretazione estensiva delle eccezioni alla forma scritta finirebbe per eludere le tutele volute dal legislatore. Se un’operazione finanziaria, pur collegata a un rapporto esistente, presenta condizioni economiche proprie e diverse, queste devono essere chiaramente pattuite per iscritto per essere valide.

Conclusioni

L’ordinanza in esame rappresenta un importante baluardo a difesa dei diritti dei clienti nei rapporti con gli istituti di credito. Le conclusioni che se ne possono trarre sono chiare e dirette:

1. La forma scritta è un requisito essenziale: Qualsiasi contratto bancario, per essere valido, deve essere redatto per iscritto. In sua assenza, il contratto è nullo.
2. Nessuna sanatoria per contratti nulli: La nullità del contratto bancario per difetto di forma è totale e non ammette l’applicazione di meccanismi correttivi o sostitutivi per il calcolo degli interessi.
3. Obbligo di restituzione: In caso di nullità, le parti devono restituirsi reciprocamente quanto ricevuto. La banca deve rimborsare tutti gli interessi e le spese, mentre il cliente deve restituire il capitale con gli interessi legali.
4. Anche i contratti accessori richiedono forma scritta: Operazioni come l’anticipo su fatture devono essere previste e disciplinate economicamente nel contratto principale scritto, oppure essere oggetto di un autonomo contratto scritto.

Questa pronuncia rafforza l’onere per le banche di operare con la massima trasparenza e diligenza nella redazione dei contratti, offrendo al contempo ai clienti uno strumento potente per contestare rapporti non formalizzati correttamente.

Cosa succede se un contratto di conto corrente bancario è dichiarato nullo per mancanza della forma scritta?
In caso di nullità per difetto di forma scritta, il contratto è considerato come mai esistito. Ciò comporta l’obbligo per le parti di restituire reciprocamente le prestazioni ricevute: il cliente deve restituire il capitale ottenuto dalla banca, maggiorato degli interessi al tasso legale, mentre la banca deve restituire tutti gli interessi, le commissioni e le spese addebitate al cliente.

Un contratto accessorio, come un conto per l’anticipo su fatture, può essere valido anche se non è stato stipulato per iscritto?
No, di regola anche i contratti accessori richiedono la forma scritta. La Corte di Cassazione ha specificato che un contratto accessorio può essere considerato valido senza un documento autonomo solo se il contratto principale (stipulato per iscritto) ne prevede esplicitamente la possibilità di apertura e ne disciplina in modo dettagliato tutte le condizioni economiche. Una semplice connessione funzionale o operativa non è sufficiente.

Se un contratto di finanziamento è dichiarato nullo, qual è la sorte delle garanzie fideiussorie collegate?
Se il contratto principale (es. conto corrente o finanziamento) è nullo, l’obbligazione principale garantita viene meno. Di conseguenza, anche la garanzia fideiussoria, che è per sua natura accessoria all’obbligazione principale, diventa inefficace. Il garante è quindi liberato da ogni obbligo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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