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Nullità contratto bancario: la forma scritta è essenziale

La Corte di Cassazione ha confermato la nullità di un contratto bancario per il periodo in cui mancava la forma scritta, requisito richiesto per la validità stessa dell’atto. Secondo la Corte, né la successiva stipula di un contratto, né la produzione di estratti conto possono sanare la nullità originaria del rapporto. La decisione sottolinea come la forma scritta nei contratti bancari sia un elemento imprescindibile a tutela del cliente, respingendo il ricorso dell’istituto di credito.

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Pubblicato il 23 agosto 2025 in Diritto Bancario, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Nullità Contratto Bancario: La Forma Scritta è Indispensabile, lo Ribadisce la Cassazione

L’ordinanza in esame affronta un tema cruciale nel diritto bancario: la nullità del contratto bancario per difetto di forma scritta. La Corte di Cassazione, con una pronuncia chiara e lineare, ribadisce un principio fondamentale a tutela del cliente: un rapporto bancario nato senza un contratto scritto è nullo, e tale nullità non può essere sanata né dalla successiva stipula di un accordo formale, né dalla semplice produzione degli estratti conto. Questa decisione consolida un orientamento giurisprudenziale volto a garantire trasparenza e certezza nei rapporti tra istituti di credito e correntisti.

I Fatti di Causa: Un Rapporto Bancario Iniziato Senza Contratto Scritto

Una società, insieme al suo fideiussore, citava in giudizio un istituto di credito chiedendo di accertare la nullità di un contratto di conto corrente e di un collegato conto anticipi. La principale doglianza si fondava sull’assenza della forma scritta per il rapporto, iniziato nel 1996. Solo nel 1999 veniva formalizzato un contratto scritto. In primo grado, la domanda veniva respinta. La Corte d’Appello, invece, riformava parzialmente la decisione, dichiarando la nullità del rapporto per il periodo antecedente alla stipula del contratto scritto (dal 1996 al 1999), condannando la banca alla restituzione di una somma a favore della società correntista. L’istituto di credito, non soddisfatto della decisione, ricorreva per Cassazione.

La Decisione della Corte di Cassazione e la Nullità del Contratto Bancario

La Suprema Corte ha rigettato integralmente il ricorso della banca, confermando la decisione d’appello. I giudici hanno smontato le argomentazioni dell’istituto di credito, basate su due motivi principali: la presunta violazione delle norme sull’onere della prova e un presunto errore di percezione da parte del giudice d’appello.

Il Primo Motivo: La Forma Scritta come Requisito di Validità (Ad Substantiam)

La banca sosteneva che la Corte d’Appello avesse errato nel dichiarare la nullità, dato che la società aveva sempre ricevuto gli estratti conto e che, successivamente, erano stati firmati contratti scritti. La Cassazione ha chiarito che il punto non era una questione di prova (forma ad probationem), ma di validità stessa del contratto (forma ad substantiam). L’articolo 117 del Testo Unico Bancario (TUB) impone la forma scritta per i contratti bancari a pena di nullità. Questa forma è un elemento essenziale del contratto, la cui mancanza lo rende invalido fin dall’origine. Di conseguenza, i contratti firmati nel 1999 non potevano ‘sanare’ retroattivamente un rapporto nato nullo tre anni prima.

Il Secondo Motivo: Inammissibile Censura sul Merito

Con il secondo motivo, la banca lamentava una mancata valutazione di prove documentali relative al conto anticipi, che a suo dire avrebbe impedito la rideterminazione del saldo del conto principale. La Corte ha liquidato questa doglianza come un tentativo di rimettere in discussione il merito della valutazione dei fatti, operazione non consentita in sede di legittimità. Il giudice d’appello aveva ritenuto di avere elementi sufficienti per la sua decisione, e tale valutazione non presentava vizi logici o giuridici sindacabili dalla Cassazione.

Le Motivazioni: Perché la Forma Scritta Non Può Essere Sanata Retroattivamente

Il cuore della decisione risiede nella natura del vizio di forma nei contratti bancari. La Cassazione spiega che l’obbligo di forma scritta è posto a presidio della trasparenza e a tutela del contraente debole, ovvero il cliente. Permettere che tale requisito venga aggirato attraverso comportamenti concludenti (come l’invio e la ricezione di estratti conto) o sanato da atti successivi svuoterebbe la norma della sua funzione protettiva. Il contratto scritto stipulato nel 1999 ha prodotto i suoi effetti solo per il futuro (ex nunc), lasciando insanabilmente nullo il rapporto per il periodo precedente. Gli estratti conto, in assenza di un valido contratto a monte, possono al massimo confermare l’esistenza di un rapporto di fatto, ma non possono dargli validità giuridica.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche per Correntisti e Banche

Questa ordinanza rafforza un importante baluardo a difesa dei diritti dei correntisti. Le implicazioni pratiche sono significative:
1. Per i clienti: Chi ha intrattenuto rapporti bancari senza un contratto scritto può avere diritto a contestare tutti gli addebiti per interessi, spese e commissioni applicati in quel periodo, potendo richiedere la restituzione di quanto indebitamente pagato.
2. Per le banche: Viene ribadito l’onere di formalizzare ogni rapporto contrattuale per iscritto fin dal suo inizio. La gestione di rapporti ‘di fatto’ espone l’istituto a rischi legali ed economici notevoli, poiché tutte le clausole economiche (tassi, commissioni, etc.) applicate in assenza di un contratto valido sono da considerarsi nulle.

Un contratto bancario può essere valido se non è in forma scritta?
No. La legge, in particolare l’articolo 117 del Testo Unico Bancario, richiede la forma scritta per la validità stessa del contratto (ad substantiam). La sua assenza comporta la nullità dell’accordo.

La produzione degli estratti conto può sostituire il contratto scritto mancante?
No. Secondo la Corte di Cassazione, gli estratti conto possono confermare che un rapporto di fatto è esistito, ma non possono in alcun modo sanare il vizio di forma che rende il contratto nullo fin dall’origine.

Un contratto scritto, firmato in un momento successivo, può convalidare il rapporto bancario precedente?
No. Un contratto formalizzato successivamente produce effetti solo dal momento della sua stipula in poi (efficacia ex nunc). Non può sanare retroattivamente la nullità del rapporto per il periodo in cui mancava la forma scritta richiesta dalla legge.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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