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Notifica Rito Fornero: quando decorre il termine?

Una società ha presentato un ricorso tardivo secondo il Rito Fornero. La Corte di Cassazione ha confermato che il termine per l’impugnazione decorre dalla notifica rito fornero anche a uno solo dei difensori costituiti. La Corte ha inoltre ribadito il principio secondo cui l’appello deve seguire il rito del primo grado, anche se errato. Di conseguenza, il ricorso della società è stato respinto.

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Pubblicato il 17 settembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Notifica Rito Fornero: Un Solo Avvocato Basta a Far Scattare i Termini

Nel processo civile, e in particolare nel diritto del lavoro, il rispetto dei termini per le impugnazioni è cruciale. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce un punto fondamentale riguardo alla notifica rito fornero in presenza di più difensori: la comunicazione della sentenza a uno solo di essi è sufficiente a far decorrere il termine perentorio per proporre reclamo. Questa decisione sottolinea la necessità di massima diligenza e coordinamento tra i legali che assistono la stessa parte.

I Fatti del Caso

Una società, dopo essere risultata soccombente in primo grado in una causa di lavoro soggetta al Rito Fornero, proponeva reclamo presso la Corte d’Appello. Quest’ultima, tuttavia, dichiarava l’impugnazione inammissibile per tardività. La Corte territoriale aveva infatti rilevato che la sentenza di primo grado era stata comunicata dalla Cancelleria a uno dei due avvocati della società in una certa data, rendendo tardivo il reclamo depositato quasi tre mesi dopo.
La società, ritenendo errata tale decisione, presentava ricorso per cassazione, sostenendo che il termine avrebbe dovuto decorrere dalla data in cui il secondo avvocato aveva ricevuto la comunicazione, successiva alla prima.

La Questione della Notifica Rito Fornero e la Pluralità di Difensori

Il cuore della controversia risiede nell’interpretazione delle norme sulla decorrenza dei termini nel Rito Fornero, in particolare quando una parte è assistita da più di un legale. Il primo motivo di ricorso si basava sull’idea che, avendo entrambi gli avvocati diritto a ricevere le comunicazioni, il termine per l’impugnazione dovesse iniziare a decorrere solo dal momento in cui l’ultimo di essi avesse ricevuto l’atto.

La Corte di Cassazione ha respinto categoricamente questa tesi. Richiamando l’art. 170 del codice di procedura civile e una giurisprudenza consolidata, ha ribadito che, in caso di pluralità di procuratori, la notifica o comunicazione a uno solo di essi è pienamente valida e sufficiente a produrre effetti per la parte rappresentata. Questo principio si applica anche al Rito Fornero, che prevede termini più brevi e stringenti per le impugnazioni. La comunicazione effettuata al primo avvocato in data 4 gennaio 2022 era quindi idonea a far partire il conto alla rovescia, rendendo tardivo il reclamo depositato l’8 aprile 2022.

Il Principio di Ultrattività del Rito

Con un secondo motivo, la società ricorrente contestava l’applicabilità stessa del Rito Fornero alla controversia. La Cassazione ha dichiarato infondato anche questo motivo, appellandosi al principio di “ultrattività del rito”. Secondo questo principio, ampiamente riconosciuto dalle Sezioni Unite, il mezzo di impugnazione deve sempre conformarsi alle forme e ai termini del rito effettivamente seguito in primo grado, a prescindere dal fatto che tale rito fosse corretto o meno. Pertanto, essendo stato il primo giudizio celebrato secondo le regole del Rito Fornero, anche l’appello doveva necessariamente seguire le stesse regole, inclusi i termini perentori di reclamo.

Le Motivazioni della Corte

La Corte ha chiarito che le norme speciali del Rito Fornero (art. 1, commi 58 e 62, L. 92/2012) stabiliscono che i termini per il reclamo e per il ricorso per cassazione decorrono dalla semplice “comunicazione” del provvedimento da parte della cancelleria. Questa è una deroga al regime ordinario (art. 325 c.p.c.), dove i termini per impugnare decorrono dalla notificazione della sentenza. La sufficienza della comunicazione a uno solo dei difensori è una conseguenza diretta di questa disciplina speciale, finalizzata a garantire la celerità del processo. La Corte ha sottolineato che qualsiasi altra interpretazione vanificherebbe lo scopo acceleratorio della norma.

Le Conclusioni

L’ordinanza in esame conferma due principi procedurali di fondamentale importanza. In primo luogo, nel contesto del Rito Fornero, la comunicazione della sentenza a uno solo dei legali costituiti è sufficiente a far decorrere il termine per impugnare per la parte. Questo impone un onere di massima diligenza e di efficace comunicazione interna tra i co-difensori. In secondo luogo, il principio di ultrattività del rito obbliga le parti a seguire le regole procedurali del giudizio di primo grado anche in fase di appello, indipendentemente dalla loro correttezza. La decisione finale è stata quindi il rigetto del ricorso, con condanna implicita alla massima attenzione nella gestione delle scadenze processuali.

In caso di più avvocati, la notifica rito fornero a uno solo di essi è sufficiente a far decorrere il termine per l’impugnazione?
Sì, secondo la Corte di Cassazione, la comunicazione della sentenza anche a uno solo dei procuratori costituiti è sufficiente a far decorrere il termine per impugnare, data la validità della comunicazione per la parte rappresentata.

Se un giudizio è stato erroneamente condotto con il Rito Fornero, l’appello deve seguire le regole di questo rito?
Sì, in base al principio di ultrattività del rito, l’impugnazione deve conformarsi alle forme e ai termini previsti dal rito seguito in primo grado, anche se la sua applicazione fosse stata errata.

La semplice comunicazione della sentenza da parte della cancelleria fa scattare i termini per l’appello nel Rito Fornero?
Sì, a differenza del rito ordinario, il Rito Fornero prevede espressamente che il termine per proporre reclamo decorra dalla semplice comunicazione del provvedimento da parte della cancelleria, e non dalla sua notificazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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