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Notifica preavviso revoca assegni: vale a mano?

Un correntista ha citato in giudizio una banca per l’illegittima iscrizione alla Centrale Allarme Interbancaria (CAI), sostenendo che la notifica del preavviso di revoca assegni, avvenuta a mano, fosse invalida. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando che la legge non esclude forme di comunicazione diverse dalla raccomandata, purché garantiscano l’effettiva conoscenza del destinatario. La consegna a mano è stata ritenuta una modalità valida.

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Pubblicato il 13 novembre 2025 in Diritto Bancario, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Notifica Preavviso Revoca Assegni: la Consegna a Mano è Valida? La Cassazione Fa Chiarezza

La corretta notifica del preavviso di revoca assegni è un passaggio cruciale per evitare la segnalazione alla Centrale di Allarme Interbancaria (CAI). Ma quali sono le modalità valide? La classica raccomandata è l’unica via? Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale: ciò che conta è la prova dell’effettiva conoscenza da parte del destinatario, ammettendo anche forme di comunicazione diverse e più dirette, come la consegna a mano.

I Fatti del Caso: Dalla Condanna Iniziale al Ricorso in Cassazione

La vicenda ha origine dalla richiesta di risarcimento danni avanzata da un correntista nei confronti del suo istituto di credito. Il Tribunale, in primo grado, aveva dato ragione al cliente, condannando la banca a un cospicuo risarcimento per danni patrimoniali e morali. Il motivo? L’iscrizione del suo nominativo nella CAI era stata ritenuta illegittima perché la notifica del preavviso di revoca assegni era avvenuta ‘a mano’ presso la filiale, anziché tramite la raccomandata con avviso di ricevimento prevista dalla legge.

In appello, però, la situazione si è ribaltata. La Corte distrettuale ha riformato la sentenza di primo grado, respingendo la domanda del correntista e dando ragione alla banca. Non soddisfatto, il cliente ha deciso di portare la questione davanti alla Corte di Cassazione, insistendo sull’invalidità della notifica manuale.

Analisi della Corte sulla notifica preavviso revoca assegni

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando la decisione della Corte d’Appello. Il fulcro del ragionamento giuridico risiede nell’interpretazione dell’art. 9-bis della Legge n. 386/1990. Questa norma prevede che la comunicazione possa avvenire tramite telegramma, lettera raccomandata con avviso di ricevimento, o ‘con altro mezzo concordato tra le parti di cui sia certa la data di spedizione e quella di ricevimento’.

Secondo la Cassazione, citando un suo precedente orientamento (Cass. n. 3536/2021), questa disposizione non intende escludere altre forme di comunicazione. Anzi, l’elenco non è tassativo ma esemplificativo. L’obiettivo primario della legge è garantire che il destinatario venga effettivamente e tempestivamente a conoscenza del preavviso, per potersi attivare ed evitare le conseguenze negative. Pertanto, qualsiasi modalità che offra una garanzia di conoscenza pari o superiore a quella della raccomandata, come la consegna diretta al cliente che firma per ricevuta, è da considerarsi pienamente valida.

La Sanzione per Abuso del Processo

Un aspetto rilevante della decisione è stata la condanna del ricorrente per responsabilità aggravata ai sensi dell’art. 96 c.p.c. (abuso del processo). La Corte ha ritenuto che insistere con un ricorso su una questione già ampiamente chiarita dalla giurisprudenza, senza addurre nuove e significative argomentazioni, costituisca un abuso dello strumento processuale. Questa condanna, che si aggiunge al pagamento delle spese legali, serve da monito contro i ricorsi pretestuosi e infondati.

Le Motivazioni della Decisione

La motivazione centrale della Corte di Cassazione si basa sul principio della finalità della norma. Lo scopo dell’art. 9-bis non è imporre un formalismo rigido, ma assicurare un risultato concreto: l’effettiva conoscenza del preavviso da parte del traente. La norma, nel menzionare la raccomandata, indica uno strumento tipico che offre una presunzione di conoscenza, ma non esclude affatto metodi che raggiungono lo stesso scopo in modo ancora più certo. La consegna a mano, con contestuale sottoscrizione per ricevuta, fornisce una prova ‘vincolata’ e inconfutabile dell’avvenuta comunicazione, superando in garanzia la stessa raccomandata, che potrebbe non essere ritirata.

Il ricorso è stato quindi giudicato inammissibile perché non offriva argomenti validi per discostarsi da questo principio di diritto consolidato. La Corte ha inoltre specificato che l’eventuale coincidenza tra il giorno di invio e di ricezione, tipica della consegna a mano, non è un elemento di invalidità, ma anzi una caratteristica che non inficia la validità della procedura.

Conclusioni

L’ordinanza in esame consolida un importante principio per banche e correntisti.
1. Per gli Istituti di Credito: È confermata la possibilità di utilizzare modalità di comunicazione alternative alla raccomandata per la notifica del preavviso di revoca assegni, a condizione che siano in grado di fornire prova certa dell’avvenuta ricezione da parte del cliente. La consegna a mano con firma è un metodo sicuro ed efficace.
2. Per i Correntisti: Non è possibile impugnare una segnalazione in CAI basandosi unicamente sulla modalità di notifica, se si è avuta effettiva conoscenza del preavviso. Firmare per ricevuta un documento in banca equivale a una notifica perfettamente valida.
3. Per tutti: La decisione sottolinea la severità con cui i tribunali, inclusa la Cassazione, trattano i casi di ‘abuso del processo’, sanzionando economicamente chi intraprende azioni legali manifestamente infondate e dilatorie.

La notifica del preavviso di revoca dell’autorizzazione a emettere assegni può essere effettuata a mano anziché con raccomandata?
Sì. La Corte di Cassazione ha confermato che la legge non esclude forme di comunicazione diverse dalla raccomandata, come la consegna a mano, specialmente se queste sono in grado di garantire con certezza l’effettiva conoscenza del preavviso da parte del destinatario.

Perché il ricorso del correntista è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché si basava su una questione di diritto già consolidata nella giurisprudenza della stessa Corte. Il ricorrente non ha fornito argomentazioni nuove o valide per giustificare un cambiamento di orientamento, rendendo il ricorso privo dei requisiti per essere esaminato nel merito.

Quali sono le conseguenze per chi propone un ricorso ritenuto un abuso del processo?
La parte che agisce in giudizio con un ricorso manifestamente infondato, confermando una valutazione negativa già espressa in una proposta di definizione, può essere condannata per responsabilità aggravata (abuso del processo). Ciò comporta il pagamento, oltre alle spese legali della controparte, di un’ulteriore somma a titolo di sanzione, come avvenuto in questo caso.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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