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Notifica PEC dopo le 21: come si calcola il termine

Un’erede impugna un testamento. L’appello viene dichiarato tardivo perché basato su una notifica PEC dopo le 21. La Cassazione interviene, stabilendo che una notifica PEC dopo le 21 si perfeziona per il destinatario il giorno successivo, rendendo l’appello tempestivo e rinviando il caso alla Corte d’Appello.

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Pubblicato il 10 dicembre 2025 in Diritto di Famiglia, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Notifica PEC dopo le 21: La Cassazione detta le regole sul calcolo dei termini

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ribadisce un principio fondamentale per avvocati e cittadini: come si calcola la decorrenza dei termini processuali in caso di notifica PEC dopo le 21? La decisione in esame chiarisce che, per il destinatario, la notifica si considera perfezionata il giorno successivo, salvaguardando il diritto di difesa. Analizziamo questa importante pronuncia per capire le sue implicazioni pratiche.

I Fatti di Causa

Il caso nasce da una controversia ereditaria. Un’erede aveva impugnato il testamento della defunta, contestando in particolare una disposizione a favore di un avvocato, nominato anche amministratore di sostegno. Il Tribunale di primo grado aveva respinto tutte le domande. L’erede decideva quindi di presentare appello.

La sentenza di primo grado veniva notificata al difensore dell’appellante tramite Posta Elettronica Certificata (PEC) alle ore 21:08 del 15 giugno 2020. L’atto di appello veniva a sua volta notificato il 16 luglio 2020. La Corte d’Appello dichiarava l’impugnazione inammissibile per tardività, ritenendo che il termine di 30 giorni fosse scaduto. Secondo i giudici di secondo grado, il conteggio doveva iniziare dal 15 giugno, giorno della notifica, rendendo l’appello depositato il 16 luglio fuori tempo massimo.

La questione della notifica PEC dopo le 21 e il Diritto di Difesa

La questione centrale portata all’attenzione della Corte di Cassazione riguarda l’interpretazione dell’art. 16-septies del D.L. n. 179/2012. Questa norma disciplina i tempi delle notificazioni telematiche. La ricorrente sosteneva che, essendo la notifica stata ricevuta dopo le ore 21:00, essa doveva considerarsi perfezionata per il destinatario solo il giorno successivo, ovvero il 16 giugno 2020. Di conseguenza, l’appello notificato il 16 luglio 2020 sarebbe stato tempestivo.

Questo principio, noto come scindibilità soggettiva degli effetti della notificazione, è stato rafforzato da una fondamentale sentenza della Corte Costituzionale (n. 75/2019), che ha dichiarato l’illegittimità della norma nella parte in cui penalizzava il notificante, stabilendo però un principio di tutela anche per il destinatario.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha accolto il ricorso, cassando la sentenza della Corte d’Appello. I giudici di legittimità hanno ribadito un orientamento ormai consolidato. A seguito della pronuncia della Corte Costituzionale, la regola generale è quella della scindibilità degli effetti della notificazione tra notificante e destinatario.

Per il notificante, la notifica si perfeziona nel momento in cui genera la ricevuta di accettazione. Per il destinatario, invece, se la ricevuta di avvenuta consegna (la cosiddetta RAC) arriva nella sua casella PEC dopo le ore 21:00, la notifica si considera perfezionata alle ore 7:00 del giorno successivo.

Nel caso specifico, la notifica era pervenuta alle 21:08 del 15 giugno 2020. Pertanto, per la parte appellante, il termine per l’impugnazione di 30 giorni ha iniziato a decorrere dal 16 giugno 2020. Il calcolo corretto dimostra che l’appello, notificato il 16 luglio 2020, era pienamente nei termini. La Corte di Appello ha quindi errato nel dichiararlo tardivo, violando i principi che tutelano il pieno esercizio del diritto di difesa.

Conclusioni

L’ordinanza in commento è un’importante conferma a tutela del diritto di difesa nell’era del processo telematico. Stabilisce con chiarezza che una notifica PEC dopo le 21 fa slittare al giorno successivo la decorrenza dei termini per il destinatario. Questa regola garantisce che la parte ricevente abbia a disposizione l’intero arco temporale previsto dalla legge per preparare le proprie difese, senza essere penalizzata da notifiche effettuate in orari serali. Per gli operatori del diritto, è un monito a prestare la massima attenzione non solo al giorno, ma anche all’ora di ricezione delle comunicazioni telematiche per un corretto e prudente calcolo delle scadenze processuali.

Quando si considera ricevuta una notifica PEC inviata dopo le 21:00?
Per il destinatario, una notifica la cui ricevuta di avvenuta consegna arriva nella casella PEC dopo le ore 21:00 si considera perfezionata alle ore 7:00 del giorno successivo.

Da quale momento inizia a decorrere il termine per impugnare una sentenza se la notifica avviene via PEC dopo le 21:00?
Il termine per l’impugnazione inizia a decorrere dal giorno successivo a quello in cui la notifica è stata inviata, poiché si considera perfezionata per il destinatario solo in quella data.

Qual è il principio affermato dalla Corte Costituzionale con la sentenza n. 75/2019 in materia di notifiche telematiche?
La Corte Costituzionale ha affermato il principio della scindibilità soggettiva degli effetti della notificazione. Questo implica che gli effetti per il notificante e per il destinatario possono realizzarsi in momenti diversi, per tutelare il diritto di difesa di entrambe le parti.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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