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Notifica multa: prova tardiva è valida per la Cassazione

Un cittadino ha impugnato una multa sostenendo che la prova della notifica multa fosse stata depositata tardivamente dal Comune. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, stabilendo che il termine per produrre tale documentazione non è perentorio e la prova può essere validamente acquisita anche in un secondo momento. La Corte ha inoltre dichiarato inammissibile il motivo relativo all’uso di un servizio postale privato, confermando la legittimità della sanzione.

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Pubblicato il 24 dicembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Notifica Multa: Prova Tardiva e Uso di Servizi Postali Privati

La corretta notifica multa è un presupposto fondamentale per la sua validità. Ma cosa accade se la prova di tale notifica viene depositata in giudizio oltre i termini di legge? E l’uso di un corriere privato per la spedizione inficia la procedura? La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 27019/2024, offre importanti chiarimenti su questi aspetti procedurali, consolidando un orientamento giurisprudenziale preciso.

I Fatti del Caso: L’opposizione a una sanzione amministrativa

Un automobilista proponeva opposizione a un verbale di accertamento per una violazione del Codice della Strada, elevato dalla Polizia Municipale di un Comune. Il Giudice di Pace accoglieva l’opposizione. Successivamente, il Comune impugnava la decisione dinanzi al Tribunale, il quale, in riforma della prima sentenza, confermava la legittimità del verbale opposto. Il Tribunale riteneva che la notifica fosse tempestiva, essendo stata consegnata al messo comunale entro i termini previsti, rendendo irrilevante il momento dell’effettiva ricezione da parte del destinatario, risultato peraltro irreperibile. L’automobilista, non soddisfatto, decideva di ricorrere in Cassazione.

La questione della prova della notifica multa

Il ricorrente basava la sua impugnazione su due motivi principali, entrambi legati alle modalità con cui l’amministrazione aveva gestito e provato la notifica multa.

Il Termine per il Deposito dei Documenti

Il primo motivo di doglianza riguardava la presunta nullità del procedimento per violazione dell’art. 7 del D.Lgs. 150/2011. Secondo il ricorrente, il Comune aveva prodotto la documentazione attestante la spedizione del verbale (come la ricevuta di spedizione) solo all’udienza del 18 luglio 2017, ben oltre il termine di dieci giorni previsto dalla norma. Di conseguenza, il giudice d’appello non avrebbe dovuto considerare tale prova come validamente acquisita.

L’Utilizzo del Servizio Postale Privato

Con il secondo motivo, si lamentava che la richiesta di notifica fosse stata spedita tramite un servizio postale privato. A detta del ricorrente, tale modalità non offriva le stesse garanzie di certezza della data di un servizio pubblico, mettendo in dubbio il completamento del procedimento notificatorio entro il termine di novanta giorni prescritto dalla legge.

Le motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha rigettato integralmente il ricorso. Riguardo al primo motivo, i giudici hanno ribadito un principio consolidato: il termine di dieci giorni previsto dall’art. 7, comma 7, del D.Lgs. 150/2011 per il deposito degli atti relativi alla notifica ha natura “ordinatoria” e non perentoria. Questo significa che la sua violazione non determina l’inutilizzabilità della documentazione prodotta tardivamente. La prova può quindi essere legittimamente acquisita anche in un momento successivo del giudizio, persino su sollecitazione del giudice stesso nell’esercizio dei suoi poteri istruttori. La produzione della ricevuta di spedizione, sebbene avvenuta oltre i dieci giorni, è stata quindi ritenuta pienamente valida.

In merito al secondo motivo, la Corte lo ha dichiarato inammissibile per “novità della questione”. Il ricorrente, infatti, non aveva dimostrato di aver sollevato questa specifica eccezione sull’uso del servizio postale privato nei precedenti gradi di giudizio. Le questioni non sollevate in primo grado o in appello non possono, di regola, essere introdotte per la prima volta in Cassazione. Ad ogni modo, la Corte ha specificato che il motivo sarebbe stato comunque infondato. L’uso di un operatore privato per la mera attività materiale di spedizione dell’atto al messo comunale competente non incide sulla legittimità del procedimento notificatorio, che resta un atto pubblico. Ai fini del rispetto dei termini, vale il principio della scissione degli effetti della notificazione: per il notificante, gli effetti si producono al momento della consegna dell’atto per la spedizione.

Le conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa pronuncia rafforza due importanti principi in materia di contenzioso per sanzioni amministrative. In primo luogo, conferma la flessibilità processuale riguardo alla produzione di prove documentali da parte della Pubblica Amministrazione, qualificando come ordinatorio il termine per il deposito della prova di notifica. In secondo luogo, chiarisce che l’impiego di servizi postali privati per fasi intermedie e meramente materiali della procedura di notifica non ne compromette la validità, a condizione che l’atto finale sia gestito dall’organo pubblico competente. Per i cittadini, ciò significa che contestare una multa basandosi unicamente su un ritardo formale nel deposito di documenti da parte dell’ente impositore è una strategia con scarse probabilità di successo. È fondamentale, inoltre, sollevare tutte le eccezioni e i motivi di contestazione fin dal primo grado di giudizio, poiché non sarà possibile introdurli in fasi successive del processo.

È valida la prova della notifica di una multa se depositata in giudizio dopo il termine di 10 giorni previsto dalla legge?
Sì, è valida. La Corte di Cassazione ha chiarito che il termine di dieci giorni previsto dall’art. 7 del d.lgs. n. 150/2011 per il deposito degli atti relativi alla notifica è ordinatorio e non perentorio. Pertanto, la documentazione prodotta tardivamente è legittimamente acquisita nel processo.

L’uso di un servizio postale privato per spedire l’atto di notifica al messo comunale rende nulla la notifica della multa?
No. Secondo la Corte, l’affidamento a un operatore privato per la sola attività materiale di spedizione dell’atto al soggetto pubblico competente per la notifica (come il messo comunale) non incide sulla legittimità del procedimento notificatorio nel suo complesso.

Cosa succede se un motivo di ricorso viene sollevato per la prima volta in appello o in Cassazione?
Il motivo viene dichiarato inammissibile per ‘novità della questione’. Le eccezioni e le contestazioni devono essere sollevate e discusse nei primi gradi di giudizio e non possono essere introdotte per la prima volta in una fase successiva del processo, a meno che non si tratti di questioni rilevabili d’ufficio dal giudice.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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