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Notifica multa: la Cassazione sulla firma contestata

Un automobilista contesta una notifica multa, disconoscendo la firma sulla ricevuta di ritorno. La Corte di Cassazione respinge il suo ricorso, affermando che per invalidare la notifica è necessario avviare una querela di falso, non basta un semplice disconoscimento. La Corte accoglie invece il ricorso del Comune, stabilendo che la maggiorazione per ritardato pagamento si applica per legge (ex lege) e non necessita di una dettagliata spiegazione del calcolo nell’ingiunzione.

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Pubblicato il 10 ottobre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Notifica Multa e Firma Contestata: La Cassazione Fa Chiarezza

La corretta notifica multa è un presupposto fondamentale per la validità della sanzione. Ma cosa succede se si riceve un’ingiunzione di pagamento e non si riconosce la firma sulla ricevuta di ritorno? Con l’ordinanza n. 31771/2024, la Corte di Cassazione ha fornito chiarimenti decisivi, distinguendo nettamente tra il semplice disconoscimento della firma e lo strumento giuridico corretto per contestarla: la querela di falso. Analizziamo insieme questo importante caso.

I Fatti del Caso: Dalla Multa al Ricorso in Cassazione

Un cittadino si opponeva a un’ordinanza-ingiunzione emessa da un Comune per il mancato pagamento di alcune violazioni al Codice della Strada. Le sue contestazioni principali erano due: in primo luogo, disconosceva la firma apposta sulle cartoline di ricevimento dei verbali originali, sostenendo di non averli mai ricevuti; in secondo luogo, contestava il calcolo degli interessi e della maggiorazione applicata dal Comune.

Il Giudice di Pace rigettava l’opposizione. In appello, il Tribunale, pur ritenendo valide le notifiche, accoglieva parzialmente la censura sul calcolo degli interessi, rideterminando la somma dovuta. Insoddisfatto, il cittadino proponeva ricorso in Cassazione, e il Comune rispondeva con un ricorso incidentale proprio sulla questione degli interessi.

La Questione della Notifica Multa e la Firma Disconosciuta

Il ricorrente sosteneva che il Tribunale avesse errato nel considerare generico il suo disconoscimento della firma. A suo dire, una volta disconosciuta formalmente la sottoscrizione, sarebbe stato onere del Comune produrre gli originali delle ricevute per avviare un procedimento di verificazione, cosa che non era avvenuta. Inoltre, lamentava che la validità della notifica fosse stata legata unicamente alla correttezza dell’indirizzo, senza dare peso al soggetto che aveva effettivamente firmato per ricevuta.

La Decisione della Corte sulla Validità della Notifica

La Corte di Cassazione ha rigettato completamente il ricorso del cittadino. Gli Ermellini hanno chiarito un punto cruciale del diritto processuale: la relazione di notificazione redatta dall’agente postale è un atto pubblico che fa fede fino a querela di falso. Questo significa che le attestazioni del postino, inclusa l’identificazione della persona a cui consegna l’atto e che firma la ricevuta, godono di una presunzione di veridicità rafforzata.

Di conseguenza, un semplice disconoscimento della firma, come quello previsto dal codice di procedura civile per le scritture private, non è lo strumento idoneo per contestare la notifica multa. Il cittadino che intende sostenere la falsità della firma sulla ricevuta di ritorno deve intraprendere il più complesso procedimento della querela di falso.

La Maggiorazione per Ritardato Pagamento

Il Comune, con il suo ricorso incidentale, lamentava l’errore del Tribunale nell’annullare la maggiorazione per ritardato pagamento. Il Tribunale aveva motivato la sua decisione sostenendo che l’ingiunzione non spiegava in modo compiuto come si fosse arrivati a quantificare tali interessi.

L’Accoglimento del Ricorso del Comune

Su questo punto, la Cassazione ha dato ragione al Comune. La Corte ha ribadito che la maggiorazione del dieci per cento semestrale, prevista dall’art. 27 della Legge n. 689/1981, ha natura di sanzione aggiuntiva e sorge ex lege, cioè automaticamente per legge, dal momento in cui la sanzione principale diventa esigibile.

Le Motivazioni

La Corte Suprema ha chiarito che la notificazione eseguita a mezzo posta è assistita da una particolare forza probatoria. La ricevuta di ritorno, essendo un atto pubblico, fa piena prova di quanto l’agente postale attesta essere avvenuto in sua presenza. Pertanto, la contestazione della veridicità di tali attestazioni, come la riferibilità della firma al destinatario, non può avvenire con un mero disconoscimento, ma richiede l’esperimento della querela di falso. Per quanto riguarda la maggiorazione, la sua applicazione deriva direttamente dalla legge come conseguenza automatica del ritardo nel pagamento. Non è quindi necessario che l’ente impositore fornisca una dettagliata spiegazione del calcolo all’interno dell’ingiunzione, poiché la sua quantificazione è stabilita a priori dal legislatore. Il provvedimento sanzionatorio non è viziato se omette tale specificazione.

Le Conclusioni

La sentenza impugnata è stata cassata nella parte in cui aveva annullato la maggiorazione e la causa è stata rinviata al Tribunale in diversa composizione. Il principio di diritto affermato è chiaro: chi intende contestare una notifica di una multa ricevuta tramite servizio postale, sostenendo che la firma sulla ricevuta non è la propria, deve avviare una querela di falso. In secondo luogo, le maggiorazioni per ritardato pagamento sono dovute per legge e non è richiesto che la loro modalità di calcolo sia esplicitata nell’ingiunzione di pagamento. Questa decisione rafforza la stabilità degli atti amministrativi e definisce con precisione gli oneri processuali a carico del cittadino che intende contestarli.

È sufficiente disconoscere la firma sulla ricevuta di una notifica multa per renderla invalida?
No. Secondo la Corte di Cassazione, quando la notifica avviene a mezzo del servizio postale, la relazione dell’agente postale e la firma sulla ricevuta di ritorno costituiscono un atto pubblico. Per contestarne la veridicità, è necessario avviare un procedimento specifico chiamato ‘querela di falso’.

La maggiorazione per ritardato pagamento di una multa deve essere spiegata nel dettaglio nell’ordinanza-ingiunzione?
No. La Corte ha stabilito che la maggiorazione per ritardato pagamento è una sanzione aggiuntiva che si applica ‘ex lege’, cioè automaticamente per legge. Pertanto, non è necessario che l’amministrazione specifichi i criteri di calcolo nell’atto, poiché questi sono già fissati dalla normativa.

Cosa succede se la notifica di una multa viene consegnata all’indirizzo corretto ma a firmare è un’altra persona?
La notifica si presume valida. L’attestazione dell’agente postale che consegna l’atto a una persona presente all’indirizzo del destinatario (come un familiare o un delegato) fa fede fino a querela di falso. Spetta al destinatario dimostrare, tramite questo specifico procedimento, la falsità di tale attestazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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