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Notifica istanza di fallimento: la Cassazione chiarisce

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso del socio di una società fallita, il quale lamentava la nullità della dichiarazione di fallimento per un presunto vizio di notifica. L’ordinanza chiarisce che la notifica dell’istanza di fallimento segue una procedura speciale e semplificata dettata dall’art. 15 della Legge Fallimentare. Se la notifica via PEC fallisce e la società risulta irreperibile presso la sede legale, il perfezionamento avviene con il deposito dell’atto presso la casa comunale, senza necessità di ulteriori ricerche del legale rappresentante, escludendo l’applicazione delle norme ordinarie del codice di procedura civile.

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Pubblicato il 14 settembre 2025 in Diritto Fallimentare, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Notifica Istanza di Fallimento: La Procedura Speciale in Caso di Irreperibilità

La corretta notifica dell’istanza di fallimento è un momento cruciale che garantisce il diritto di difesa del debitore. Ma cosa succede quando la società è di fatto irreperibile, sia telematicamente che fisicamente? Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha ribadito la validità della procedura speciale e semplificata prevista dalla Legge Fallimentare, che prevale sulle norme ordinarie del codice di procedura civile.

I Fatti del Caso: Una Notifica Complicata

Una banca avviava una procedura per la dichiarazione di fallimento nei confronti di una società a responsabilità limitata. I tentativi di notifica dell’istanza si rivelavano complessi: l’indirizzo PEC della società, risultante dal Registro delle Imprese, era stato variato d’ufficio e non era più operativo. Successivamente, l’ufficiale giudiziario si recava presso la sede legale della società, ma la trovava sconosciuta a quell’indirizzo. A seguito di questi tentativi falliti, la notifica veniva perfezionata mediante deposito dell’atto presso la casa comunale.

Il Tribunale dichiarava il fallimento della società in sua contumacia. Il socio di maggioranza della società fallita proponeva reclamo alla Corte d’Appello, sostenendo la nullità della notifica e, di conseguenza, della sentenza di fallimento. A suo avviso, non erano state seguite le procedure ordinarie di notifica previste dal codice, che avrebbero richiesto ulteriori adempimenti, come la spedizione di una raccomandata informativa.

Il Percorso Giudiziario e la Decisione della Corte d’Appello

La Corte d’Appello respingeva il reclamo, confermando la correttezza dell’operato del Tribunale. I giudici di secondo grado evidenziavano che era stato seguito l’iter previsto dall’art. 15, comma 3, della Legge Fallimentare (nel testo applicabile all’epoca dei fatti). Questa norma speciale disciplina in modo specifico la notificazione dell’istanza di fallimento, prevedendo una sequenza di tentativi che, in caso di esito negativo, si conclude con il deposito presso la casa comunale, ritenuto sufficiente a perfezionare la notifica.

La Notifica dell’Istanza di Fallimento secondo la Cassazione

Insoddisfatto della decisione, il socio ricorreva in Cassazione, lamentando la violazione degli artt. 15 l. fall. e 140 c.p.c. La Suprema Corte, tuttavia, ha dichiarato il ricorso inammissibile, cogliendo l’occasione per consolidare un importante principio di diritto in materia.

La Prevalenza della Norma Speciale

Il punto centrale della decisione è che l’art. 15 della Legge Fallimentare introduce una disciplina speciale e semplificata per la notifica istanza di fallimento. Questa disciplina esclude l’applicazione di quella ordinaria, prevista dall’art. 145 c.p.c. per la notifica alle persone giuridiche. La ratio di questa norma è quella di bilanciare il diritto di difesa del debitore con l’esigenza di celerità e certezza delle procedure concorsuali.

L’Iter Corretto della Notificazione

La Cassazione ha chiarito la sequenza procedurale che deve essere seguita:

1. Tentativo via PEC: La notifica deve essere primariamente tentata all’indirizzo di Posta Elettronica Certificata della società, come risultante dal Registro delle Imprese.
2. Tentativo presso la Sede Legale: In caso di esito negativo della notifica PEC (per qualsiasi motivo), l’ufficiale giudiziario deve procedere alla notifica presso la sede legale iscritta nel Registro.
3. Deposito presso la Casa Comunale: Se anche questo secondo tentativo non va a buon fine (ad esempio, perché la società è sconosciuta all’indirizzo), la notifica si perfeziona con il deposito dell’atto nella casa comunale della sede iscritta nel registro.

La Corte ha sottolineato che, una volta attestata l’impossibilità di notificare l’atto presso la sede legale, non sono richieste ulteriori ricerche per accertare l’irreperibilità del destinatario. La procedura si considera correttamente conclusa con il deposito comunale.

Le Motivazioni della Suprema Corte

Le motivazioni della Corte si fondano sulla specialità della normativa fallimentare. L’art. 15, comma 3, cit. è stato introdotto per creare un meccanismo di notificazione certo e rapido, che non possa essere ostacolato da condotte elusive o dalla semplice negligenza del debitore nel mantenere aggiornati i propri recapiti ufficiali (PEC e sede legale). La legge pone a carico dell’imprenditore l’onere di garantire la propria reperibilità attraverso i canali ufficiali; se ciò non avviene, le conseguenze ricadono sull’imprenditore stesso. Pertanto, la procedura semplificata, che si conclude con il deposito in Comune, è pienamente legittima e sufficiente a garantire la conoscibilità legale dell’atto, escludendo l’applicazione delle più complesse regole del codice di procedura civile.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa ordinanza consolida un orientamento giurisprudenziale fondamentale per gli operatori del diritto. Per le imprese, emerge in modo chiaro l’importanza cruciale di mantenere sempre attivi e aggiornati il proprio indirizzo PEC e la sede legale iscritti al Registro delle Imprese. Qualsiasi disattenzione su questo fronte può comportare conseguenze gravissime, come essere dichiarati falliti senza aver avuto conoscenza effettiva del procedimento. Per i creditori e i professionisti, la sentenza offre certezza sulla procedura da seguire per la notifica dell’istanza di fallimento, semplificando l’iter in caso di irreperibilità del debitore e prevenendo contestazioni dilatorie basate su presunti vizi di notifica.

Qual è la procedura corretta per la notifica di un’istanza di fallimento se l’indirizzo PEC della società non è più attivo?
Se la notifica via PEC ha esito negativo, la procedura corretta prevede che l’ufficiale giudiziario tenti la notifica di persona presso la sede legale della società iscritta nel Registro delle Imprese.

Se la notifica alla sede legale fallisce perché la società è ‘sconosciuta’, sono necessarie ulteriori ricerche del legale rappresentante?
No. Secondo la Corte di Cassazione, una volta attestata l’impossibilità di eseguire la notifica presso la sede legale, non sono necessarie ulteriori ricerche. La notificazione si perfeziona correttamente con il deposito dell’atto presso la casa comunale.

Le regole generali sulla notificazione degli atti (art. 145 c.p.c.) si applicano alla notifica dell’istanza di fallimento?
No. L’art. 15 della Legge Fallimentare introduce una disciplina speciale e semplificata che prevale sulle norme ordinarie del codice di procedura civile, escludendone l’applicabilità per le ipotesi di irreperibilità del destinatario.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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