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Notifica atto: prevale la copia o l’originale?

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 27757/2024, ha stabilito un principio fondamentale in materia di notifica atto. In caso di discordanza tra la copia dell’atto notificata al destinatario e l’originale in possesso del notificante, prevale la copia ai fini dell’esercizio del diritto di difesa. Il destinatario può quindi fare pieno affidamento sul documento ricevuto, senza necessità di proporre querela di falso per contestare la conformità all’originale. La Corte ha inoltre chiarito la corretta sequenza temporale delle formalità previste dall’art. 140 c.p.c., rigettando il ricorso di un contribuente contro l’Agenzia delle Dogane.

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Pubblicato il 27 dicembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Notifica Atto: Cosa Succede se la Copia è Diversa dall’Originale?

La notifica di un atto giudiziario o tributario è un momento cruciale che determina la conoscenza legale di un provvedimento e fa decorrere termini perentori per difendersi. Ma cosa accade se la copia dell’atto che riceviamo presenta delle differenze rispetto all’originale conservato da chi lo ha emesso? La Corte di Cassazione, con la recente ordinanza n. 27757/2024, offre una risposta chiara e un principio di garanzia per il cittadino. La corretta notifica atto è fondamentale, e questa pronuncia stabilisce che, ai fini della difesa, prevale sempre la copia consegnata al destinatario.

I Fatti del Caso: Una Notifica Contestata

Un contribuente si è opposto a un avviso di accertamento dell’Agenzia delle Dogane, lamentando una serie di irregolarità. In particolare, sosteneva che la copia dell’avviso ritirata presso la casa comunale riportava una data diversa (4 febbraio 2009) rispetto a quella presente sull’originale prodotto in giudizio dall’Agenzia (4 marzo 2009, corretta a mano). Inoltre, contestava la validità della relazione di notifica (la cosiddetta relata), datata 24 aprile 2009, perché attestava l’espletamento di “tutte le formalità” quando la raccomandata informativa, prevista dalla legge in caso di irreperibilità, era stata spedita solo tre giorni dopo, il 27 aprile.
Sia il Tribunale che la Corte d’Appello avevano respinto le doglianze del contribuente, ritenendo le discrepanze irrilevanti. Il caso è così approdato in Cassazione.

La Decisione della Corte di Cassazione e la notifica atto

La Suprema Corte ha rigettato il ricorso del contribuente, ma ha colto l’occasione per enunciare principi di diritto di notevole importanza pratica in materia di notifica atto.

Primo Motivo: Discrepanza tra Copia e Originale

Il ricorrente sosteneva che l’ufficiale giudiziario avesse il dovere di certificare la conformità della copia notificata all’originale e che la modifica della data costituisse un’alterazione che inficiava la genuinità dell’atto. La Cassazione ha smontato questa tesi, chiarendo un punto fondamentale: l’ufficiale giudiziario non è tenuto a effettuare un controllo sul contenuto dell’atto che notifica. La sua relazione fa fede fino a querela di falso solo per le attività che egli compie (es. essersi recato a un certo indirizzo in una certa data), non per la corrispondenza del contenuto della copia all’originale.
Il principio affermato è che, in caso di discordanza, è sulla copia ricevuta che il destinatario fa affidamento e su cui può basare la propria difesa. Se la copia è incompleta o difforme, il destinatario può far valere tali vizi semplicemente producendola in giudizio, senza dover intraprendere un complesso procedimento di querela di falso.

Secondo Motivo: La Presunta Falsità della Relata di Notifica

Anche il secondo motivo, relativo alla presunta falsità ideologica della relata di notifica, è stato respinto. La Corte ha ritenuto corretta l’interpretazione dei giudici di merito: la relazione del 24 aprile attestava le operazioni svolte in quella data, cioè l’accesso all’indirizzo e il deposito dell’atto presso la casa comunale. L’invio della raccomandata informativa è un’attività successiva e distinta. L’annotazione della data di spedizione di tale raccomandata (27 aprile) in calce alla relata, prima della sua restituzione al mittente, rappresenta una prassi corretta e non una falsificazione.

Le Motivazioni della Corte

La ratio decidendi della Corte si fonda su un principio di tutela del destinatario dell’atto. L’ordinamento deve garantire l’affidamento di chi riceve un documento ufficiale. Se ci fosse incertezza sulla validità della copia ricevuta, il diritto di difesa sarebbe gravemente compromesso. Per questo, la legge pone a carico del notificante l’onere di assicurarsi che la copia consegnata sia perfettamente conforme all’originale. In caso contrario, le conseguenze della discrepanza ricadono sul notificante stesso, mentre il destinatario è legittimato a considerare valido e completo ciò che gli è stato materialmente consegnato.
Per quanto riguarda la procedura di notifica ex art. 140 c.p.c., la Corte ha ribadito che le formalità non sono contestuali. L’ufficiale giudiziario prima deposita la copia in Comune e affigge l’avviso, documentando queste attività nella relata; solo successivamente, e non necessariamente lo stesso giorno, provvede a spedire la raccomandata che informa il destinatario dell’avvenuto deposito. Questa sequenza è pienamente conforme alla norma.

Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa ordinanza della Cassazione ha importanti implicazioni pratiche:

1. Maggiore Tutela per il Cittadino: Il principio della prevalenza della copia notificata rafforza la posizione del destinatario di un atto. In caso di dubbi o discrepanze, è sufficiente conservare e, se necessario, produrre in giudizio la copia ricevuta per far valere le proprie ragioni.
2. Responsabilità del Notificante: Chi richiede una notifica (un’amministrazione pubblica, un avvocato, un privato) deve prestare la massima attenzione alla conformità tra l’originale e la copia da notificare, essendo l’unico responsabile di eventuali errori.
3. Certezza sulla Procedura: Viene fatta chiarezza sulla corretta sequenza degli adempimenti nella notifica a persone irreperibili (art. 140 c.p.c.), confermando che l’invio della raccomandata è un atto successivo al deposito e non deve avvenire contestualmente.

In caso di discordanza tra l’originale di un atto e la copia notificata, quale documento prevale per la difesa del destinatario?
Secondo la Corte di Cassazione, ai fini dell’esercizio del diritto di difesa, prevale la copia notificata al destinatario. Quest’ultimo può fare pieno affidamento su quanto gli è stato consegnato, senza necessità di impugnare per falso la relazione di conformità apposta sull’originale.

L’ufficiale giudiziario deve certificare che la copia dell’atto da notificare sia identica all’originale?
No. La Corte ha chiarito che non spetta all’ufficiale giudiziario effettuare un controllo intrinseco sulla corrispondenza della copia notificata all’originale. Le sue dichiarazioni fanno fede fino a querela di falso solo per le attività da lui compiute (es. data e luogo della notifica), non per il contenuto dell’atto.

Nella notifica ai sensi dell’art. 140 c.p.c., la spedizione della raccomandata informativa deve avvenire lo stesso giorno del deposito dell’atto in Comune?
No. La Corte ha confermato che la spedizione della raccomandata è un’attività successiva al deposito dell’atto e all’affissione dell’avviso. Pertanto, la relazione di notifica può essere datata al giorno del deposito, mentre la raccomandata può essere spedita in un giorno successivo, con l’indicazione di tale data annotata in calce alla relazione stessa.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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