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Notifica art. 140 c.p.c.: serve la ricevuta di ritorno

La Corte di Cassazione, con un’ordinanza interlocutoria, ha affrontato un caso originato da una disputa condominiale sulla modifica delle tabelle millesimali. Tuttavia, il punto cruciale della decisione non è il merito della questione, ma un vizio procedurale. La Corte ha rilevato che la notifica del ricorso a tre delle parti era incompleta. In particolare, per la notifica art. 140 c.p.c., eseguita a causa dell’irreperibilità temporanea dei destinatari, il ricorrente non aveva depositato la ricevuta di ritorno della raccomandata (CAD) che comunica l’avvenuto deposito dell’atto. La Corte ha ribadito che la sola spedizione non basta, serve la prova della ricezione. Di conseguenza, ha rinviato la causa, concedendo 60 giorni al ricorrente per sanare il vizio.

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Pubblicato il 22 novembre 2025 in Diritto Immobiliare, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Notifica art. 140 c.p.c.: La Cassazione Sottolinea l’Importanza della Ricevuta di Ritorno

L’esito di una causa può dipendere non solo dalla fondatezza delle proprie ragioni, ma anche dal rigoroso rispetto delle regole procedurali. Un recente provvedimento della Corte di Cassazione ci ricorda quanto sia cruciale la corretta esecuzione di ogni passaggio, in particolare la notifica art. 140 c.p.c., che si applica in caso di irreperibilità temporanea del destinatario. Con un’ordinanza interlocutoria, la Suprema Corte ha bloccato un procedimento per dare al ricorrente il tempo di sanare un vizio di notifica, ribadendo un principio fondamentale: senza la prova della ricezione della comunicazione di avvenuto deposito (CAD), la notifica non è valida.

Il Contesto del Caso: Dalle Tabelle Millesimali al Vizio di Notifica

La vicenda trae origine da una controversia condominiale. Una proprietaria aveva impugnato una delibera assembleare che approvava nuove tabelle millesimali, ottenendo ragione sia in primo grado che in appello. Il Tribunale, infatti, aveva annullato la delibera ritenendo necessaria l’unanimità per modificare tabelle allegate a un regolamento di natura contrattuale. La Corte d’Appello aveva confermato la decisione, seppur per motivi diversi.

Il Condominio, non soddisfatto, ha proposto ricorso in Cassazione. Tuttavia, prima ancora di poter esaminare i motivi del ricorso, la Suprema Corte si è imbattuta in un ostacolo di natura puramente procedurale che ha messo in pausa l’intero giudizio.

L’Ostacolo Procedurale: La Notifica art. 140 c.p.c. Incompleta

Il problema è sorto riguardo alla notifica del ricorso a tre dei condomini coinvolti nella causa. Poiché questi non erano stati trovati al loro indirizzo al momento della consegna, l’ufficiale giudiziario aveva attivato la procedura prevista dall’notifica art. 140 c.p.c. Questo complesso meccanismo si perfeziona attraverso tre passaggi fondamentali:

1. Deposito di una copia dell’atto presso la casa del Comune dove la notificazione deve eseguirsi.
2. Affissione di un avviso di avvenuto deposito alla porta dell’abitazione o dell’ufficio del destinatario.
3. Spedizione di una raccomandata con avviso di ricevimento (la cosiddetta CAD) per informare il destinatario del deposito.

In questo caso, il ricorrente aveva sì avviato la procedura, ma non aveva prodotto in giudizio gli avvisi di ricevimento della raccomandata informativa (CAD) destinata ai tre condomini. La Corte ha quindi colto l’occasione per ribadire un orientamento ormai consolidato.

Le Motivazioni della Corte

Secondo la Cassazione, per considerare perfezionata la notifica art. 140 c.p.c., non è sufficiente dimostrare di aver spedito la raccomandata informativa. Il notificante ha l’onere di provare l’effettiva ricezione di tale comunicazione da parte del destinatario. L’unica prova valida a tal fine è la produzione in giudizio del relativo avviso di ricevimento (la cartolina di ritorno). In assenza di tale documento, la notifica deve considerarsi incompleta e, pertanto, nulla. Citando importanti precedenti, tra cui una pronuncia delle Sezioni Unite, la Corte ha sottolineato che questo requisito garantisce il diritto di difesa del destinatario, assicurando che sia stato effettivamente messo a conoscenza della pendenza di un atto a suo carico.

Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche

L’ordinanza in esame non decide la controversia nel merito, ma si ferma un passo prima. La Corte ha disposto il rinvio della causa a nuovo ruolo, assegnando al Condominio un termine perentorio di sessanta giorni per rimediare. Il ricorrente ha due possibilità: o depositare gli avvisi di ricevimento mancanti, dimostrando che la notifica si era già perfezionata, oppure procedere a una nuova notificazione del ricorso ai tre destinatari.

Questa decisione ha importanti implicazioni pratiche. Ricorda agli avvocati e alle parti processuali la necessità di una scrupolosa diligenza nella gestione delle notifiche. Omettere la produzione dell’avviso di ricevimento della CAD non è una mera dimenticanza, ma un vizio che può compromettere l’intero giudizio, causando ritardi e costi aggiuntivi. La pronuncia conferma che la garanzia del contraddittorio e del diritto di difesa prevale su ogni esigenza di celerità processuale, imponendo al notificante l’onere di una prova certa e inconfutabile del completamento dell’iter notificatorio.

Quali sono i passaggi per una corretta notifica secondo l’art. 140 c.p.c.?
La procedura richiede tre fasi cumulative: il deposito di una copia dell’atto nella casa comunale, l’affissione dell’avviso di deposito alla porta del destinatario e l’invio di una raccomandata con avviso di ricevimento (CAD) per informarlo dell’avvenuto deposito.

È sufficiente dimostrare di aver spedito la raccomandata informativa (CAD) per perfezionare la notifica?
No. Secondo la Corte di Cassazione, non è sufficiente la prova della spedizione. Il notificante deve fornire la prova dell’effettiva ricezione della raccomandata, che si ottiene producendo in giudizio il relativo avviso di ricevimento (la ricevuta di ritorno).

Cosa succede se la Corte di Cassazione rileva un vizio nella notifica del ricorso?
La Corte non decide la causa nel merito, ma adotta un’ordinanza interlocutoria. Può rinviare la trattazione a una nuova udienza e assegnare alla parte notificante un termine perentorio (in questo caso, 60 giorni) per sanare il vizio, depositando la prova mancante o rinnovando la notificazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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