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Notifica all’estero: requisiti per il Fondo Garanzia

Un lavoratore richiedeva il TFR al Fondo di Garanzia INPS a causa dell’insolvenza del datore di lavoro. La Cassazione ha stabilito che l’accesso al Fondo non è possibile se la notifica all’estero dell’atto esecutivo al legale rappresentante della società è nulla. La notifica è nulla se, dopo aver scoperto il trasferimento all’estero, non si compiono ricerche diligenti, come la consultazione degli uffici consolari, per trovare il nuovo indirizzo. La sentenza della Corte d’Appello è stata quindi annullata.

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Pubblicato il 28 novembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Notifica all’estero e Fondo di Garanzia INPS: la Cassazione fissa i paletti

L’accesso al Fondo di Garanzia INPS per il TFR non pagato è subordinato a precisi requisiti procedurali. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha chiarito che una notifica all’estero nulla, perché effettuata senza le dovute ricerche, impedisce al lavoratore di ottenere la prestazione dall’Istituto. Vediamo nel dettaglio la vicenda e i principi affermati dai giudici.

I Fatti di Causa

Un lavoratore, a seguito dell’insolvenza della società per cui lavorava, aveva ottenuto un decreto ingiuntivo per il pagamento del suo TFR. Successivamente, aveva tentato di avviare l’esecuzione forzata nei confronti del datore di lavoro. Tuttavia, il tentativo era risultato infruttuoso, poiché il legale rappresentante della società si era trasferito in Romania e il suo nuovo indirizzo era sconosciuto. Di conseguenza, la notifica del titolo esecutivo era stata effettuata ai sensi dell’art. 143 c.p.c., ovvero per soggetti irreperibili.

Sulla base di questo tentativo fallito, il lavoratore si era rivolto all’INPS, chiedendo l’intervento del Fondo di Garanzia per ottenere il pagamento del TFR.

L’Opposizione dell’INPS e i Giudizi di Merito

L’INPS si era opposta alla richiesta del lavoratore, sostenendo che le condizioni per l’intervento del Fondo non fossero soddisfatte. In particolare, l’Istituto contestava la validità della procedura esecutiva tentata dal lavoratore. Sia il Tribunale che la Corte d’Appello di Firenze, però, avevano dato ragione al lavoratore, ritenendo che il tentativo di esecuzione forzata, seppur infruttuoso, fosse stato validamente esperito e che la notifica fosse regolare.

I motivi del ricorso: la validità della notifica all’estero

L’INPS ha portato il caso dinanzi alla Corte di Cassazione, basando il proprio ricorso su due motivi principali. Il primo, e decisivo, motivo riguardava la nullità della notifica all’estero del decreto ingiuntivo. Secondo l’Istituto, non era sufficiente accertare il trasferimento del legale rappresentante in Romania per procedere con la notifica per irreperibili. Il lavoratore avrebbe dovuto compiere ulteriori e specifiche ricerche per individuare il nuovo indirizzo di residenza all’estero, cosa che non era avvenuta.

Le motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha accolto il ricorso dell’INPS, ribaltando le decisioni dei giudici di merito. I giudici hanno chiarito un principio fondamentale: l’insolvenza del datore di lavoro, che giustifica l’intervento del Fondo di Garanzia, deve emergere da un infruttuoso esperimento dell’esecuzione forzata. Questo presuppone che l’intera procedura esecutiva, inclusa la notifica del titolo, si sia svolta in modo valido.

Nel caso specifico, la notifica è stata giudicata nulla. La Corte ha affermato che, una volta scoperta la notizia del trasferimento all’estero del destinatario, il notificante ha l’onere di agire con ‘ordinaria diligenza’. Questa diligenza non si esaurisce con la semplice verifica anagrafica, ma richiede un’attività di indagine più approfondita, come ad esempio effettuare verifiche presso l’ufficio consolare di riferimento per accertare la nuova residenza. Poiché tale attività non era stata svolta, la notifica all’estero era da considerarsi invalida.

Una notifica nulla rende l’intera azione esecutiva viziata. Di conseguenza, non si può considerare ‘fisiologicamente conclusa con esito di mancato pagamento’. In altre parole, non è soddisfatta la condizione richiesta dalla legge (art. 2, co. 5, l. n. 297/82) per l’intervento del Fondo di Garanzia.

Le conclusioni

Con questa ordinanza, la Corte di Cassazione ha stabilito che la notifica a una persona trasferitasi all’estero è valida solo se preceduta da ricerche concrete e appropriate per reperire il nuovo indirizzo. Un semplice accertamento anagrafico che attesti il trasferimento non è sufficiente a giustificare una notifica per irreperibili. La conseguenza pratica è di grande importanza: un lavoratore che agisce contro un datore di lavoro il cui legale rappresentante si sia trasferito all’estero deve attivarsi per cercare il nuovo indirizzo, ad esempio tramite le autorità consolari, prima di poter considerare fallita l’esecuzione e rivolgersi al Fondo di Garanzia INPS. In assenza di tali ricerche, la richiesta al Fondo sarà respinta.

Quando è valida una notifica all’estero a una persona di cui non si conosce il nuovo indirizzo?
Non è valida se ci si limita a constatare il trasferimento. Secondo la Corte, è necessario compiere previe e ulteriori ricerche dopo la scoperta del trasferimento, svolgendo un’attività di indagine coerente con le informazioni disponibili, come le verifiche presso l’ufficio consolare di riferimento, per accertare la nuova residenza.

L’esperimento infruttuoso dell’esecuzione forzata è sempre sufficiente per accedere al Fondo di Garanzia INPS?
No. L’infruttuosità dell’esecuzione forzata è una condizione necessaria, ma presuppone che l’esecuzione stessa si sia svolta in modo valido. Se, come in questo caso, la procedura è viziata da una notifica nulla, l’azione esecutiva non può integrare la condizione richiesta dalla legge per l’intervento del Fondo.

Quale principio supera la Corte con questa decisione?
La Corte supera un precedente orientamento (rappresentato dalla sentenza Cass. 10223/94) che ammetteva la validità della notifica ex art. 143 c.p.c. anche solo sulla base delle risultanze anagrafiche che non indicavano un nuovo indirizzo all’estero. Ora si richiede una diligenza attiva nella ricerca del nuovo domicilio.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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