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Notifica al Prefetto: ricorso stranieri e Cassazione

La Corte di Cassazione ha stabilito che nei ricorsi contro i decreti di espulsione, la notifica al Prefetto deve essere eseguita direttamente presso il suo ufficio. La notifica all’Avvocatura dello Stato per il Ministero dell’Interno non è valida, in quanto il Ministero non è la parte legittimata a resistere in giudizio. La Corte ha quindi concesso un termine per rinnovare la notifica in modo corretto, rinviando la causa a nuovo ruolo.

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Pubblicato il 13 novembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Notifica al Prefetto: La Cassazione Chiarisce la Procedura nei Ricorsi di Espulsione

Nel complesso ambito del diritto dell’immigrazione, la corretta esecuzione degli adempimenti procedurali è cruciale per la tutela dei diritti. Un recente provvedimento della Corte di Cassazione, l’ordinanza n. 9720/2024, ribadisce un principio fondamentale riguardo la notifica al Prefetto nei ricorsi contro i decreti di espulsione, un passaggio che può determinare le sorti del giudizio. Questa analisi approfondisce la decisione e le sue implicazioni pratiche.

I Fatti del Caso

Un cittadino straniero si era opposto a un decreto di espulsione emesso dal Prefetto di una città del sud Italia. Il suo ricorso, presentato ai sensi della normativa sull’immigrazione (T.U. 286/98), era stato inizialmente rigettato dal Giudice di Pace. Di conseguenza, il cittadino ha proposto ricorso per cassazione al fine di far valere le proprie ragioni. Tuttavia, il procedimento si è arenato su una questione di natura squisitamente processuale: la validità della notifica del ricorso stesso.

L’Errore Procedurale Sulla Notifica al Prefetto

Il punto focale della controversia non è entrato nel merito della legittimità dell’espulsione, ma si è concentrato su chi fosse il destinatario corretto della notifica del ricorso. Il legale del cittadino straniero aveva notificato l’atto al Ministero dell’Interno e alla Prefettura presso l’Avvocatura Generale dello Stato. Sebbene possa sembrare un dettaglio formale, la Suprema Corte ha ritenuto tale modalità non corretta e, pertanto, inefficace. L’errore risiede nell’aver identificato il Ministero dell’Interno come parte resistente nel giudizio, quando la legge individua un soggetto diverso e specifico.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha chiarito, richiamando precedenti consolidati, che nei giudizi di opposizione ai provvedimenti di espulsione, la legittimazione esclusiva e personale a contraddire in giudizio spetta unicamente al Prefetto che ha emesso il provvedimento impugnato. Questo principio è sancito dall’art. 13-bis, comma 2, del D.Lgs. 286/1998. Di conseguenza, il Ministero dell’Interno non è considerato la parte sostanziale del procedimento e la notifica effettuata presso l’Avvocatura dello Stato in sua rappresentanza non è idonea a instaurare correttamente il contraddittorio.
Poiché la regolare notificazione del ricorso non risultava provata, la Corte non ha potuto procedere all’esame del merito. Invece di dichiarare inammissibile il ricorso, ha optato per una soluzione che consente di sanare il vizio procedurale. Ha disposto il rinvio della causa a nuovo ruolo, assegnando al ricorrente un termine perentorio di sessanta giorni per rinnovare la notifica al Prefetto, questa volta indirizzandola correttamente presso l’Ufficio della Prefettura competente.

Conclusioni

La decisione della Corte di Cassazione serve come un importante monito per gli operatori del diritto: la precisione procedurale è un pilastro del sistema giudiziario. Nel contesto dei ricorsi contro i decreti di espulsione, l’individuazione del corretto legittimato passivo è fondamentale. L’ordinanza conferma che solo il Prefetto che ha firmato l’atto è la controparte processuale e, pertanto, la notifica del ricorso deve essere effettuata direttamente presso il suo ufficio territoriale. Qualsiasi altra modalità, come la notifica all’Avvocatura dello Stato per conto del Ministero, costituisce un errore che, sebbene sanabile, può causare ritardi significativi nel procedimento.

A chi deve essere notificato il ricorso contro un decreto di espulsione?
Il ricorso deve essere notificato direttamente al Prefetto che ha emesso il provvedimento di espulsione, presso il suo ufficio territoriale.

La notifica all’Avvocatura Generale dello Stato per conto del Ministero dell’Interno è valida?
No, secondo la Corte di Cassazione tale notifica non è valida perché il Ministero dell’Interno non è la parte sostanziale legittimata a resistere nel giudizio di opposizione all’espulsione.

Cosa succede se la notifica del ricorso è errata?
Il giudice può disporre il rinvio della causa a nuovo ruolo e assegnare al ricorrente un termine perentorio per rinnovare la notificazione in modo corretto, sanando così il vizio procedurale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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