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Notifica al difensore: valida anche su PEC non eletta

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza 18534/2024, ha confermato un principio fondamentale del processo telematico: la notifica al difensore di una sentenza è sempre valida se eseguita all’indirizzo PEC risultante dai pubblici registri, anche se la parte aveva eletto un diverso domicilio digitale o la notifica era stata indirizzata a uno solo dei codifensori. La Corte ha rigettato il ricorso di una società, il cui appello era stato dichiarato tardivo, stabilendo la prevalenza del domicilio digitale ufficiale sull’elezione di domicilio fatta negli atti processuali.

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Pubblicato il 2 dicembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Notifica al Difensore: la PEC dei Registri Pubblici Prevale Sempre

Nel contesto del processo civile telematico, la certezza e la validità delle comunicazioni sono essenziali. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito un principio cruciale in materia di notifica al difensore, stabilendo che l’indirizzo PEC risultante dai pubblici registri ha valore assoluto, anche di fronte a una diversa indicazione della parte negli atti. Questa decisione sottolinea l’importanza del domicilio digitale e le sue implicazioni sulla decorrenza dei termini per le impugnazioni.

I Fatti del Caso: un Licenziamento e un Appello Tardivo

La vicenda trae origine da una controversia di lavoro. Una società aveva impugnato in appello la sentenza di primo grado che dichiarava illegittimo il licenziamento di una sua dipendente. La Corte d’Appello, tuttavia, dichiarava l’impugnazione inammissibile perché tardiva, essendo stata depositata oltre il termine di 30 giorni dalla notifica della sentenza di primo grado.

La società datrice di lavoro ha quindi proposto ricorso in Cassazione, sostenendo che la notifica della sentenza di primo grado non fosse valida. L’argomentazione si basava su due punti: primo, la notifica era stata inviata all’indirizzo PEC di uno solo dei suoi avvocati; secondo, e soprattutto, quell’indirizzo PEC non era quello che i difensori avevano espressamente indicato negli atti come domicilio eletto per ricevere le comunicazioni. Secondo la società, la notifica avrebbe dovuto essere effettuata esclusivamente all’indirizzo PEC specificato, rendendo quella effettivamente avvenuta inidonea a far decorrere il termine per l’appello.

Validità della Notifica al Difensore e la Decisione della Cassazione

La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso della società, confermando la decisione della Corte d’Appello. Gli Ermellini hanno chiarito, richiamando un orientamento giurisprudenziale ormai consolidato, che le regole del processo telematico hanno introdotto il concetto di “domicilio digitale”, che prevale su qualsiasi altra forma di elezione di domicilio.

La Corte ha stabilito che la notifica eseguita presso l’indirizzo PEC di un difensore, estratto da un pubblico registro (come l’INI-PEC o il ReGIndE), è sempre valida e idonea a far decorrere i termini processuali. Questo principio si applica anche se la parte ha nominato più difensori e la notifica è stata effettuata a uno solo di essi. Inoltre, la validità sussiste anche qualora la parte avesse esplicitamente richiesto che le comunicazioni fossero inviate a un altro indirizzo PEC.

Le Motivazioni: Il Principio del Domicilio Digitale

La decisione della Cassazione si fonda sulla normativa che ha istituito il domicilio digitale (in particolare, l’art. 16-sexies del D.L. n. 179/2012). Secondo tale normativa, l’indirizzo PEC risultante dall’albo professionale di appartenenza dell’avvocato, e inserito nei pubblici elenchi, costituisce il domicilio ufficiale per tutte le comunicazioni e notificazioni giudiziarie. Il difensore ha l’obbligo di comunicare e mantenere aggiornato tale indirizzo, che acquisisce così una valenza pubblica e prevalente.

La Corte ha specificato che questa regola non ammette deroghe. La scelta della parte di eleggere domicilio presso un avvocato specifico o di indicare una PEC particolare per le comunicazioni non può limitare o escludere la validità di una notifica effettuata presso il domicilio digitale ufficiale di uno qualsiasi dei difensori costituiti. Le due opzioni – notifica presso il domicilio eletto e notifica presso il domicilio digitale – concorrono e sono entrambe valide. Pertanto, la notifica inviata dalla controparte all’indirizzo PEC di uno dei codifensori, risultante dai registri pubblici, era pienamente regolare e aveva fatto correttamente decorrere il termine breve per impugnare.

Le Conclusioni

L’ordinanza in esame consolida un pilastro del processo telematico: la centralità e l’affidabilità dei pubblici registri per la notifica al difensore. Per le parti e i loro legali, le implicazioni pratiche sono chiare. Non è più possibile fare affidamento esclusivo sull’elezione di domicilio indicata negli atti per la gestione dei termini. La notifica può validamente pervenire all’indirizzo PEC ufficiale di qualsiasi avvocato del collegio difensivo. Ciò impone agli avvocati una diligenza ancora maggiore nel monitorare costantemente i propri indirizzi PEC ufficiali e nel coordinarsi in caso di difesa congiunta, per evitare la decadenza dai termini di impugnazione, con conseguenze irrimediabili per l’esito della causa.

Una notifica di una sentenza è valida se inviata all’indirizzo PEC di un solo avvocato, anche se la parte ne ha nominati diversi?
Sì, la Corte di Cassazione ha stabilito che la notificazione della sentenza ad uno soltanto dei difensori nominati dalla parte è idonea a far decorrere il termine breve per impugnare.

Se in un atto giudiziario si indica un indirizzo PEC specifico per ricevere le comunicazioni, una notifica inviata a un altro indirizzo PEC del difensore è comunque valida?
Sì, è valida. Il “domicilio digitale” ufficiale, ovvero l’indirizzo PEC risultante dai pubblici registri (come INI-PEC e ReGIndE), prevale su qualsiasi diversa elezione di domicilio contenuta negli atti, anche se era stato espressamente richiesto di inviare le comunicazioni a un altro indirizzo.

Cosa significa “domicilio digitale” e perché è così importante nel processo?
Il “domicilio digitale” è l’indirizzo di Posta Elettronica Certificata che ogni avvocato è obbligato a comunicare al proprio ordine e che viene inserito in pubblici elenchi. È fondamentale perché la legge lo considera l’indirizzo ufficiale per tutte le notificazioni e comunicazioni giudiziarie, garantendo la certezza e la validità legale degli atti del processo telematico.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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