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Notifica ai soci: l’obbligo dopo la cancellazione

Una società ha impugnato una sentenza nei confronti di un’altra società che, nel frattempo, era stata cancellata dal registro delle imprese. La Corte d’Appello ha dichiarato l’impugnazione inammissibile perché rivolta a un soggetto giuridicamente estinto. La Corte di Cassazione, pur confermando che l’atto andava indirizzato ai successori, ha ritenuto la notifica nulla ma sanabile, ordinando la rinnovazione della notifica ai soci per instaurare correttamente il giudizio.

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Notifica ai Soci: La Cassazione Ordina la Rinnovazione dell’Appello

Quando una società si estingue nel corso di una causa, a chi bisogna notificare gli atti successivi, come un appello? Una recente ordinanza della Corte di Cassazione fa luce su un punto cruciale della procedura civile: la corretta notifica ai soci di una società cancellata dal registro delle imprese. La vicenda evidenzia la differenza tra notifica nulla e inesistente, e ribadisce il principio della successione dei soci nei rapporti giuridici dell’ente estinto.

I Fatti di Causa: Un’Opposizione e una Società Estinta

La vicenda trae origine da una procedura di esecuzione immobiliare promossa da una società creditrice. Una terza società, sostenendo di avere diritti sui beni pignorati, proponeva opposizione. Il Tribunale accoglieva l’opposizione. Tuttavia, un fatto cruciale era accaduto durante questo primo grado di giudizio: la società opponente era stata cancellata dal Registro delle Imprese, estinguendosi di fatto come soggetto giuridico. Questo evento, però, non era stato dichiarato nel processo.

La Decisione della Corte d’Appello: L’Appello Inammissibile

La società creditrice, soccombente in primo grado, decideva di impugnare la decisione. Notificava l’atto di appello alla società opponente, ormai estinta, presso il domicilio del suo difensore. La Corte d’Appello, rilevata la cancellazione della società, dichiarava l’appello inammissibile. La motivazione era netta: l’impugnazione era stata rivolta a un soggetto che non esisteva più e che quindi non aveva la capacità di stare in giudizio. L’atto, secondo i giudici di secondo grado, avrebbe dovuto essere indirizzato fin da subito ai soci, quali successori della società estinta.

La Questione della Notifica ai Soci davanti alla Cassazione

Contro la decisione di inammissibilità, la società creditrice proponeva ricorso in Cassazione. Anche in questa sede, la notifica veniva indirizzata alla società estinta e al suo liquidatore, che si era qualificato come ‘assuntore dei debiti e crediti’ della stessa. Quest’ultimo si costituiva, mentre gli altri soggetti rimanevano intimati. La Suprema Corte si trovava quindi a dover decidere se la procedura di notifica fosse stata corretta e se il giudizio di legittimità fosse stato validamente instaurato.

Le Motivazioni della Suprema Corte: Nullità Sanabile e la corretta notifica ai soci

La Corte di Cassazione ha stabilito che il contraddittorio non era stato correttamente instaurato. Richiamando consolidati principi giurisprudenziali, ha chiarito che la cancellazione di una società dal registro delle imprese ne determina l’estinzione, innescando un fenomeno successorio. I diritti e gli obblighi non si estinguono con la società, ma si trasferiscono ai soci, che ne rispondono nei limiti e con le modalità previste dalla legge.

Di conseguenza, qualsiasi atto processuale successivo all’estinzione, inclusa l’impugnazione, deve essere notificato ai singoli soci. La notifica effettuata alla società estinta, che era rimasta contumace in appello, non è stata però considerata ‘inesistente’, bensì ‘nulla’. La differenza è sostanziale: mentre l’inesistenza non è sanabile, la nullità può essere corretta. Poiché l’atto, seppur viziato, era riconoscibile come notificazione, la Corte ha ritenuto applicabile l’istituto della rinnovazione. La figura dell’assuntore dei debiti e crediti, inoltre, non sostituisce la successione universale dei soci, che rimane l’unica via per proseguire il giudizio.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche per la Notifica ai Soci

La Corte ha quindi disposto la sospensione del giudizio, ordinando alla società ricorrente di procedere alla rinnovazione della notifica ai soci della società estinta entro un termine perentorio. Questa ordinanza interlocutoria non decide il merito della causa, ma stabilisce un principio procedurale fondamentale: l’errore nella notifica a una società estinta non comporta automaticamente la fine del processo, ma può essere sanato. Per gli operatori del diritto, ciò significa che, di fronte all’estinzione di una controparte societaria, è imperativo identificare e notificare gli atti ai suoi ex soci. La consultazione del registro delle imprese diventa un passaggio non solo utile, ma obbligatorio per evitare l’insorgere di vizi procedurali che, se non sanati, possono compromettere l’esito del giudizio.

A chi va notificato un atto di impugnazione se la società controparte si è estinta nel corso del giudizio?
L’atto di impugnazione deve essere notificato ai soci della società estinta, poiché essi subentrano nei rapporti giuridici dell’ente a seguito della sua cancellazione dal registro delle imprese.

Cosa succede se l’impugnazione viene erroneamente notificata alla società estinta anziché ai soci?
Secondo la Cassazione, la notifica è affetta da nullità, ma non è inesistente. Questa nullità è sanabile e il giudice può ordinare la rinnovazione della notificazione, concedendo un nuovo termine per eseguirla correttamente nei confronti dei soci.

La figura di un ‘assuntore dei debiti e crediti’ sostituisce la successione universale dei soci?
No. La Corte ha chiarito che l’assunzione dei debiti e crediti da parte di un soggetto (come il liquidatore) costituisce una successione a titolo particolare che non incide né sostituisce la ‘successione universale’ dei soci, la quale è regolata da norme inderogabili.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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