“Non Luogo a Provvedere”: Cosa Significa e Quando la Cassazione lo Dichiara?
Nel complesso mondo della procedura civile, esistono formule decisorie che, pur non entrando nel merito di una questione, ne segnano la conclusione definitiva. Una di queste è il non luogo a provvedere, una dichiarazione con cui il giudice sancisce l’inutilità di una pronuncia. Un’ordinanza recente della Corte di Cassazione ci offre un esempio pratico e chiaro di come e perché si arrivi a tale conclusione, sottolineando l’importanza dei principi di economia processuale e del divieto di duplicare i giudizi.
I Fatti del Caso: Un Errore e una Richiesta di Correzione
La vicenda ha origine da un’ordinanza della Corte di Cassazione che, pur condannando una parte al pagamento delle spese legali, ometteva di disporre la cosiddetta ‘distrazione delle spese’ a favore del difensore della parte vittoriosa. Si tratta di un errore materiale, poiché il legale ne aveva fatto esplicita richiesta. Per sanare questa svista, il difensore ha presentato un ricorso per la correzione dell’errore materiale.
La Scoperta e la Rinuncia all’Istanza
Successivamente alla presentazione del ricorso, è emerso un fatto decisivo: la Corte di Cassazione si era già occupata della medesima istanza di correzione, risolvendola con un’altra ordinanza emessa alcuni mesi prima. Preso atto di questa circostanza, il legale ha prontamente depositato un’istanza di rinuncia al secondo ricorso, riconoscendo che la sua richiesta era, di fatto, già stata accolta.
La Decisione della Corte: il Significato di “Non Luogo a Provvedere”
Di fronte alla rinuncia del ricorrente, motivata dalla pregressa decisione sulla stessa materia, la Corte di Cassazione ha concluso il procedimento con la formula del non luogo a provvedere. Questa decisione non entra nel merito della richiesta di correzione, ma si limita a constatare che non vi è più alcuna necessità di deliberare. La questione era già stata definita e chiusa con il precedente provvedimento, rendendo il secondo ricorso privo di oggetto.
Le Motivazioni della Corte
Le motivazioni alla base della decisione sono radicate nel principio fondamentale del ne bis in idem processuale, secondo cui non si può essere giudicati due volte per la stessa questione. Poiché la Corte aveva già emesso un’ordinanza che correggeva l’errore materiale, un secondo provvedimento identico sarebbe stato non solo superfluo, ma anche contrario ai principi di economia dei mezzi processuali e di ragionevole durata del processo. La Corte, quindi, prende semplicemente atto che la richiesta è stata soddisfatta in altra sede e dichiara chiuso il procedimento senza emettere una nuova decisione nel merito.
Le Conclusioni
Questa ordinanza evidenzia un’importante lezione pratica: prima di avviare un’azione legale, è cruciale verificare se la questione non sia già stata oggetto di una precedente decisione. La dichiarazione di non luogo a provvedere rappresenta lo strumento con cui l’ordinamento giuridico evita la duplicazione di attività giurisdizionali, garantendo certezza e stabilità alle decisioni già prese. Per gli operatori del diritto, questo caso serve come monito sull’importanza della diligenza e della verifica; per i cittadini, è una dimostrazione di come il sistema processuale cerchi di evitare inutili dispendi di tempo e risorse.
Cosa significa quando la Corte di Cassazione dichiara ‘non luogo a provvedere’?
Significa che la Corte non emette una decisione nel merito della richiesta perché non è più necessario farlo. Questo accade quando la questione è già stata risolta con un altro provvedimento o quando è venuto meno l’interesse stesso alla decisione.
Per quale motivo il legale ha rinunciato alla sua istanza di correzione?
Il legale ha rinunciato perché si è reso conto che la Corte di Cassazione aveva già provveduto a correggere l’errore materiale da lui segnalato con una precedente ordinanza, rendendo di fatto inutile il suo nuovo ricorso.
Qual era l’errore materiale contenuto nel provvedimento originale?
L’errore consisteva nell’omissione, nel dispositivo della sentenza, della distrazione delle spese legali a favore del difensore della parte vincitrice, nonostante quest’ultimo ne avesse fatto specifica richiesta.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Civile Sez. L Num. 9773 Anno 2025
Civile Ord. Sez. L Num. 9773 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME NOME
Data pubblicazione: 14/04/2025
ORDINANZA
sul ricorso 13455-2024 proposto da:
NOME nella qualità di procuratore speciale della RAGIONE_SOCIALE (anche quale incorporante della RAGIONE_SOCIALE), rappresentato e difeso da se stesso, elettivamente domiciliato in ROMA, INDIRIZZO presso lo STUDIO LEGALE COGNOME;
– ricorrente –
contro
COGNOME NOMECOGNOME
– intimato – per la correzione dell’ordinanza n. 13647/2024 della CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE di ROMA, depositata il 16/05/2024 R.G.N. 23329/2019;
udita la relazione della causa svolta nella camera di consiglio del 04/03/2025 dal Consigliere Dott. NOME COGNOME
RILEVATO CHE
Oggetto
CORREZIONE ERRORE MATERIALE
R.G.N. 13455/2024
COGNOME
Rep.
Ud. 04/03/2025
CC
L’avv. NOME COGNOME ha chiesto la correzione dell’errore materiale contenuto nell’ordinanza n. 13647/2024 di questa Corte, pubblicata in data 16/5/2024, nell’ambito del giudizio al RG n. 23329/2019 tra COGNOME NOME e RAGIONE_SOCIALE (anche quale incorporante della RAGIONE_SOCIALE), difesa dall’avv. NOME COGNOME laddove in dispositivo è stato condannato il COGNOME (parte soccombente) al pagamento delle spese, ma non è stata disposta la distrazione a favore del difensore, come richiesto nella memoria tempestivamente depositata.
Il ricorso per correzione di errore materiale è stato notificato a NOME COGNOME che non si è costituito.
CONSIDERATO CHE
L’avv. NOME COGNOME ha depositato istanza di rinunzia, preso atto che sulla medesima istanza di correzione la Corte di Cassazione ha già provveduto con ordinanza n. 27308 del 2024, depositata il 22.10.2024.
P.Q.M.
Dichiara il non luogo a provvedere sull’istanza di correzione dell’errore materiale.
Così deciso in Roma nella camera di consiglio del 4 marzo 2025.