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Natura giuridica ente: la Cassazione decide sul caso

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 16927/2025, ha stabilito che un consorzio, anche se partecipato da enti pubblici e svolgente attività di interesse pubblico, non può essere qualificato come ente pubblico se non è istituito con una legge specifica. Questa decisione sulla natura giuridica dell’ente conferma che i rapporti di lavoro dei suoi dipendenti sono regolati dal diritto privato e non dal contratto collettivo degli Enti Locali. Il ricorso dei lavoratori, che mirava a ottenere l’applicazione della disciplina del pubblico impiego, è stato quindi respinto.

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Natura giuridica ente: quando un consorzio è pubblico?

La recente sentenza della Corte di Cassazione n. 16927/2025 offre un’importante chiarificazione sulla natura giuridica di un ente a partecipazione pubblica. La questione centrale è stabilire se un consorzio, i cui soci sono prevalentemente enti pubblici, debba essere considerato a sua volta un ente pubblico, con tutte le conseguenze che ne derivano, soprattutto per i rapporti di lavoro dei suoi dipendenti. La Corte ha fornito una risposta netta, ancorata a un principio formale di fondamentale importanza nel nostro ordinamento.

I Fatti di Causa

Un gruppo di lavoratori di un Consorzio per la divulgazione e sperimentazione di tecniche irrigue, in liquidazione, si era rivolto al Tribunale per far accertare la natura di ente pubblico del loro datore di lavoro. L’obiettivo era ottenere l’applicazione del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) degli Enti Locali e delle procedure di mobilità previste per il pubblico impiego.

Inizialmente, il Tribunale aveva dato loro ragione, riconoscendo la natura di ente pubblico non economico del Consorzio. Tuttavia, la Corte d’Appello, su ricorso di diverse amministrazioni pubbliche (tra cui la Regione e la Presidenza del Consiglio dei Ministri), aveva ribaltato la decisione. Secondo i giudici di secondo grado, il Consorzio non era un ente pubblico, ma un organismo di diritto privato a partecipazione pubblica, e quindi i rapporti di lavoro dovevano essere regolati dal diritto privato. I lavoratori hanno quindi presentato ricorso in Cassazione per contestare questa interpretazione.

L’Analisi della Corte e i Motivi del Ricorso

La Corte di Cassazione ha esaminato e respinto tutti i motivi di ricorso presentati dai lavoratori.

1. Questioni procedurali: La Corte ha rigettato le eccezioni preliminari dei ricorrenti, confermando la validità della rappresentanza in giudizio da parte dell’Avvocatura dello Stato e la tempestività dell’appello, specificando che alcuni termini procedurali nel rito del lavoro non sono perentori.
2. Legittimazione ad agire: È stata confermata la legittimazione delle amministrazioni pubbliche a partecipare al giudizio, in quanto direttamente coinvolte dalla domanda iniziale dei lavoratori.
3. Il punto centrale: la natura giuridica dell’ente: Il motivo principale del ricorso riguardava l’erronea, secondo i lavoratori, classificazione del Consorzio come ente privato. La difesa dei lavoratori si basava sulla prevalente partecipazione pubblica, sullo svolgimento di attività di interesse pubblico e sulla qualifica di “organismo di diritto pubblico” ai sensi della normativa europea sugli appalti.

Il Principio di Diritto sulla Natura Giuridica dell’Ente

La Cassazione ha ribadito un principio consolidato, fondato sull’art. 4 della legge n. 70/1975 (la cosiddetta legge sul “parastato”). Secondo tale norma, un nuovo ente pubblico può essere istituito o riconosciuto solo ed esclusivamente con una legge formale, statale o regionale. Non è sufficiente che l’ente sia stato costituito con atto pubblico, né che vi sia una forte presenza pubblica nella sua compagine sociale o che persegua finalità pubblicistiche.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte ha spiegato che, in assenza di una norma di legge che attribuisca esplicitamente la personalità giuridica di diritto pubblico, il Consorzio in questione deve essere considerato un soggetto di diritto privato. Elementi come il finanziamento pubblico, l’assunzione di personale con procedure concorsuali o il controllo esercitato dagli enti soci non sono “indici sintomatici” sufficienti a superare il requisito formale della legge istitutiva.

Inoltre, i giudici hanno chiarito una distinzione cruciale: la nozione di “organismo di diritto pubblico”, derivata dal diritto dell’Unione Europea, ha una valenza specifica e settoriale. Essa serve a individuare i soggetti che, pur avendo forma privata, sono tenuti a rispettare le procedure di evidenza pubblica per l’affidamento dei contratti. Tale qualifica, tuttavia, non trasforma la natura giuridica generale dell’ente e, soprattutto, non incide sulla disciplina dei rapporti di lavoro dei suoi dipendenti. Questi ultimi rimangono assoggettati alle regole del Codice Civile e del diritto del lavoro privato, come specificato anche dalla normativa sulle società a partecipazione pubblica (D.Lgs. n. 175/2016).

Conclusioni

La sentenza rigetta definitivamente il ricorso dei lavoratori, confermando che il Consorzio è un ente di diritto privato. Di conseguenza, ai suoi dipendenti non si applica il CCNL Enti Locali né la normativa sul pubblico impiego. Questa decisione riafferma l’importanza del criterio formale-legislativo per la qualificazione di un ente come pubblico, stabilendo un chiaro confine tra la disciplina pubblicistica, limitata a specifici settori come gli appalti, e la natura privatistica che regola l’organizzazione interna e i rapporti di lavoro dell’ente stesso.

Quando un ente può essere definito ‘pubblico’ ai fini della disciplina del rapporto di lavoro?
Secondo la Corte di Cassazione, un ente può essere qualificato come ‘pubblico’ solo se è stato istituito o riconosciuto come tale da una specifica legge statale o regionale. La costituzione tramite atto pubblico, la partecipazione maggioritaria di enti pubblici o lo svolgimento di attività di interesse pubblico non sono, da soli, sufficienti.

La qualifica di ‘organismo di diritto pubblico’ secondo l’UE rende un ente pubblico a tutti gli effetti?
No. La nozione di ‘organismo di diritto pubblico’ è funzionale a estendere le regole europee sugli appalti pubblici a soggetti di forma privata ma sotto influenza pubblica. Questa qualifica non modifica la natura giuridica generale dell’ente, che per tutto il resto, inclusi i rapporti di lavoro, rimane disciplinata dal diritto privato.

Quale normativa si applica ai dipendenti di una società consortile a partecipazione pubblica non istituita per legge?
Si applicano le norme del diritto privato. In particolare, i rapporti di lavoro sono regolati dalle disposizioni del Codice Civile, dalle leggi sul lavoro subordinato nell’impresa e dai contratti collettivi di settore privato, come previsto anche dal Testo Unico sulle società a partecipazione pubblica (D.Lgs. 175/2016).

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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