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Multa parcheggio scaduto: la decisione della Cassazione

Un automobilista ha contestato diverse multe per sosta con ticket scaduto, sostenendo che si trattasse di un mero inadempimento contrattuale da saldare con la differenza tariffaria. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, confermando che la multa parcheggio scaduto costituisce un illecito amministrativo pienamente legittimo. La Corte ha inoltre chiarito che una vecchia ordinanza comunale istitutiva delle strisce blu resta valida anche dopo l’entrata in vigore del nuovo Codice della Strada e ha precisato le regole sull’onere della prova riguardo l’obbligo di parcheggi gratuiti in prossimità di una ZTL.

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Pubblicato il 1 novembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Multa per parcheggio scaduto: è illecito o solo un debito da saldare?

La questione della multa parcheggio scaduto è un dilemma comune per molti automobilisti: si tratta di un vero e proprio illecito amministrativo o di un semplice inadempimento contrattuale, sanabile pagando la differenza per il tempo di sosta non coperto? Con l’ordinanza n. 4187/2024, la Corte di Cassazione ha fornito una risposta chiara e definitiva, consolidando un orientamento ormai pacifico e respingendo le tesi alternative di un cittadino.

I Fatti del Caso: La Controversia sulle Strisce Blu

Un automobilista si vedeva recapitare quattro verbali di contravvenzione da parte della Polizia Municipale di un Comune per aver sostato con il proprio veicolo in un’area a pagamento (le cosiddette ‘strisce blu’) oltre il termine consentito dal ticket esposto. L’automobilista decideva di impugnare le sanzioni, ma la sua opposizione veniva respinta sia dal Giudice di Pace sia, in secondo grado, dal Tribunale. Non dandosi per vinto, proponeva ricorso per Cassazione, basando la sua difesa su tre motivi principali.

Le Ragioni dell’Automobilista: I Motivi del Ricorso

L’automobilista sosteneva che:
1. L’ordinanza comunale che aveva istituito l’area di sosta a pagamento, risalendo al 1987 e quindi a prima del Codice della Strada del 1992, dovesse considerarsi superata e abrogata dalla nuova normativa.
2. La sosta con ticket scaduto non configurasse un illecito amministrativo, ma un semplice inadempimento di un rapporto contrattuale con il Comune. Di conseguenza, avrebbe dovuto pagare solo la differenza tariffaria per il tempo di sosta in più, e non una multa.
3. Il Comune non avesse provato la sussistenza di un’esenzione dall’obbligo di prevedere parcheggi gratuiti nelle vicinanze, come la collocazione dell’area in una Zona a Traffico Limitato (ZTL).

L’Analisi della Corte: Perché la multa parcheggio scaduto è legittima?

La Corte di Cassazione ha esaminato e respinto tutti e tre i motivi del ricorso, fornendo importanti chiarimenti su ciascun punto.

Primo Motivo: Validità delle Vecchie Ordinanze Comunali

La Corte ha stabilito che l’ordinanza del 1987, sebbene precedente al nuovo Codice della Strada, non è stata automaticamente abrogata per ius superveniens. Essa rimane un atto valido ed efficace, e le successive delibere comunali hanno semplicemente integrato e specificato le modalità della sosta a pagamento in quell’area, senza invalidare l’atto istitutivo originario.

Secondo Motivo: La natura della multa parcheggio scaduto

Questo è il cuore della decisione. La Cassazione ha ribadito con forza che la sosta protratta oltre l’orario per cui si è pagato costituisce un illecito amministrativo, in violazione dell’art. 7, comma 15, del Codice della Strada. Non si tratta di un rapporto ‘contrattuale’ tra l’utente e l’amministrazione. Pertanto, la sanzione amministrativa (la multa) è la conseguenza corretta e legittima della violazione. La Corte ha anche chiarito l’interpretazione di una precedente sentenza della Corte Costituzionale (n. 111/2018), specificando che essa mirava a impedire l’irrogazione di multe multiple per la stessa infrazione continuata (es. una multa per ogni ora di sosta in più), ma non a negare la legittimità della singola sanzione per la violazione.

Terzo Motivo: L’onere della prova in caso di ZTL

Infine, la Corte ha dichiarato inammissibile il terzo motivo. Il Tribunale aveva correttamente rilevato che, nel corso del giudizio di primo grado, il Comune aveva affermato che l’area di sosta si trovava in una ZTL (condizione che esonera dall’obbligo di parcheggi gratuiti vicini). L’automobilista non aveva contestato specificamente questa circostanza. In base al principio di non contestazione (art. 115 c.p.c.), un fatto affermato da una parte e non contestato dall’altra si considera provato, senza che la prima debba fornire ulteriore prova.

Le Motivazioni della Decisione

Le motivazioni della Corte si fondano su una rigorosa interpretazione della normativa vigente. La distinzione tra illecito amministrativo e inadempimento contrattuale è netta: la sosta regolamentata è una modalità di utilizzo del suolo pubblico disciplinata da norme imperative, la cui violazione comporta una sanzione prevista dalla legge, non la risoluzione di un contratto. La Corte sottolinea che trasformare la sanzione in un inadempimento contrattuale sarebbe in palese contrasto con la natura pubblicistica della disciplina della circolazione stradale. Analogamente, la validità degli atti amministrativi precedenti a nuove leggi, se non espressamente abrogati, è un principio consolidato, così come lo è il principio processuale di non contestazione, che impone alle parti di prendere posizione chiara sui fatti allegati dalla controparte.

Conclusioni e Implicazioni Pratiche

La sentenza della Cassazione conferma in modo inequivocabile che la multa parcheggio scaduto è legittima e non può essere sostituita dal semplice pagamento della tariffa oraria mancante. Per gli automobilisti, ciò significa che è fondamentale rispettare l’orario indicato sul ticket di sosta o provvedere al rinnovo del pagamento per evitare sanzioni. La decisione rafforza inoltre l’importanza di una difesa attenta e puntuale fin dal primo grado di giudizio: la mancata contestazione di un fatto specifico affermato dalla controparte, come la presenza di una ZTL, può precludere la possibilità di sollevare la questione nelle fasi successive del processo.

Sostare con il ticket del parcheggio scaduto è un illecito amministrativo o un semplice inadempimento contrattuale?
È un illecito amministrativo. La Corte di Cassazione ha stabilito che la protrazione della sosta oltre l’orario pagato costituisce una violazione delle norme del Codice della Strada, punibile con una sanzione amministrativa (multa), e non un semplice inadempimento contrattuale che comporterebbe solo il pagamento della differenza tariffaria.

Un’ordinanza comunale che istituiva le strisce blu prima del nuovo Codice della Strada del 1992 è ancora valida?
Sì, è ancora valida. Secondo la sentenza, un’ordinanza emessa sotto la vigenza del precedente codice non è da considerarsi automaticamente abrogata dalla nuova normativa (ius superveniens), ma continua a produrre i suoi effetti fino a espressa sostituzione.

In una zona a traffico limitato (ZTL), a chi spetta dimostrare che non vi è l’obbligo di predisporre parcheggi gratuiti nelle vicinanze?
Inizialmente, spetterebbe all’amministrazione comunale provare la deroga. Tuttavia, se l’amministrazione afferma in giudizio che l’area è una ZTL e l’automobilista non contesta specificamente tale circostanza, il fatto si considera provato ai sensi dell’art. 115 c.p.c. (principio di non contestazione), e l’onere della prova non grava più sul Comune.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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