LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Motivazione per relationem: quando è valida in appello

Un imprenditore ha contestato un verbale di ispezione del lavoro tramite querela di falso, ma sia il Tribunale che la Corte d’Appello hanno respinto la sua richiesta. Ricorrendo in Cassazione, ha lamentato che la sentenza d’appello avesse una motivazione solo apparente, basata su un semplice rinvio a quella di primo grado. La Suprema Corte ha rigettato il ricorso, chiarendo che la motivazione per relationem è valida quando il giudice d’appello dimostra di aver autonomamente esaminato il caso e i motivi di gravame, arricchendo il ragionamento con proprie valutazioni giuridiche e fattuali, come avvenuto nel caso specifico.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 7 novembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Motivazione per relationem: La Cassazione chiarisce i limiti in appello

Nel processo civile, la motivazione per relationem è una tecnica con cui un giudice, per motivare la propria decisione, rinvia alle argomentazioni di un’altra sentenza, solitamente quella del grado precedente. Ma quando questo rinvio è legittimo e quando, invece, rende la sentenza nulla? Con l’ordinanza n. 7449/2024, la Corte di Cassazione torna sul tema, delineando i confini tra un rinvio valido e una motivazione meramente apparente. Il caso analizzato riguarda un imprenditore che aveva contestato un verbale di ispezione del lavoro.

I Fatti del Caso

Tutto ha origine da un verbale di primo accesso redatto da ispettori del lavoro a seguito di un controllo presso un’azienda. Nel verbale, gli ispettori riportavano le dichiarazioni di due persone trovate sul posto, dalle quali emergeva un presunto rapporto di lavoro subordinato non regolarizzato. L’imprenditore, ritenendo false tali dichiarazioni, presentava una querela di falso contro il verbale.

Sia il Tribunale di primo grado che la Corte d’Appello respingevano la querela, confermando la validità dell’atto ispettivo. Secondo i giudici di merito, non era sufficiente la semplice negazione da parte dei dichiaranti per inficiare la fede pubblica del verbale, essendo necessarie prove oggettive che in questo caso mancavano.

Il Ricorso in Cassazione e la questione della motivazione per relationem

L’imprenditore decideva di ricorrere in Cassazione, lamentando la violazione dell’art. 132 c.p.c. Il suo unico motivo di ricorso si concentrava sulla motivazione della sentenza d’appello, a suo dire nulla perché ‘meramente apparente’. In pratica, sosteneva che la Corte territoriale si fosse limitata a dichiarare di condividere la decisione del primo giudice, senza esaminare in modo critico e autonomo i motivi di appello e le prove prodotte. Si trattava, secondo il ricorrente, di un’adesione acritica e non di una vera e propria valutazione, configurando così una illegittima motivazione per relationem.

L’Analisi della Corte: quando la motivazione per relationem è legittima

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, cogliendo l’occasione per fare chiarezza sui requisiti di validità della motivazione che rinvia a un altro atto. I giudici supremi hanno ribadito un principio consolidato: una sentenza d’appello non può limitarsi a un generico riferimento alla decisione di primo grado. Per essere legittima, deve dimostrare che il giudice ha effettivamente esaminato il caso, valutato le critiche mosse dall’appellante e formato il proprio convincimento.

Nel caso specifico, la Cassazione ha osservato che la Corte d’Appello non si era limitata a un rinvio passivo. Al contrario, dopo aver espresso condivisione per l’iter logico del primo giudice, aveva aggiunto elementi di analisi propri e specifici.

Le Motivazioni

Le motivazioni della Suprema Corte si fondano sul fatto che la sentenza impugnata conteneva una chiara esplicitazione del criterio giuridico adottato. La Corte d’Appello aveva specificato che, per provare la falsità di un atto pubblico, non basta la ritrattazione dei testimoni, ma occorre una valutazione complessiva di tutte le circostanze. Aveva inoltre sottolineato la necessità di riscontri oggettivi alle dichiarazioni e ritenuto che la presenza dei due soggetti sul luogo di lavoro non fosse stata giustificata in modo convincente dall’imprenditore. Questa analisi, secondo la Cassazione, dimostra un esame analitico e autonomo delle circostanze di fatto e delle ragioni del convincimento, superando ampiamente la soglia della motivazione apparente. La decisione di secondo grado risultava quindi ampiamente argomentata sia nei presupposti giuridici che fattuali, senza alcuna violazione dell’obbligo di motivazione.

Le Conclusioni

In conclusione, la Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, condannando l’imprenditore al pagamento delle spese legali. La pronuncia conferma che la motivazione per relationem è uno strumento ammesso, ma a condizioni precise. Il giudice d’appello deve far emergere dal testo della sua sentenza di aver compiuto un percorso logico-giuridico autonomo, che, pur partendo dalla condivisione della decisione precedente, la arricchisce con un esame critico dei motivi di gravame e una valutazione autonoma del materiale probatorio. Un semplice ‘copia e incolla’ concettuale non è sufficiente a garantire il diritto a una decisione motivata.

Quando una sentenza d’appello motivata “per relationem” è considerata nulla?
Una sentenza d’appello motivata “per relationem” è considerata nulla quando la laconicità della motivazione non permette di capire se il giudice abbia effettivamente esaminato e valutato i motivi di gravame, le allegazioni difensive e le prove, risolvendosi in un’adesione acritica alla decisione di primo grado.

Per contestare la veridicità di un verbale di ispezione, è sufficiente che i testimoni neghino le dichiarazioni riportate?
No, secondo la decisione in esame, non è sufficiente la semplice negazione da parte dei soggetti escussi come testi. La verifica della sussistenza del falso deve basarsi sul complesso delle circostanze e sulla presenza di riscontri obiettivi, altrimenti la fede rafforzata dell’atto pubblico potrebbe essere infirmata troppo facilmente.

Cosa significa che una motivazione è “meramente apparente”?
Una motivazione è “meramente apparente” quando, pur esistendo un testo materiale, questo non contiene un’effettiva esposizione delle ragioni alla base della decisione. Le argomentazioni sviluppate sono tali da non permettere di ricostruire il percorso logico-giuridico che ha portato il giudice a quella conclusione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati