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Motivazione per relationem: quando è nulla la sentenza

Una controversia tra un’azienda sanitaria e una struttura di riabilitazione sulla corretta tariffa da applicare ha portato a una pronuncia della Corte di Cassazione. La Corte ha annullato la sentenza d’appello perché la sua motivazione si basava su un semplice rinvio a un precedente caso simile, senza un’autonoma valutazione critica. La Suprema Corte ha ribadito che la motivazione per relationem è ammissibile solo se il provvedimento è ‘autosufficiente’ e dimostra un esame critico del precedente richiamato.

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Pubblicato il 15 dicembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Motivazione per Relationem: La Cassazione Annulla Sentenza ‘Copia-Incolla’

L’obbligo di motivazione dei provvedimenti giurisdizionali è un pilastro del nostro ordinamento. Ma cosa succede quando un giudice, per motivare la propria decisione, si limita a richiamare un’altra sentenza? La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 23465/2024, torna sul tema della motivazione per relationem, fissando paletti precisi per la sua validità e sanzionando con la nullità le decisioni che non li rispettano. Questo principio garantisce che ogni caso riceva un’analisi critica e autonoma, evitando decisioni seriali e superficiali.

I Fatti del Caso: Una Disputa sulle Tariffe Sanitarie

La vicenda trae origine da una controversia economica tra un’Azienda Sanitaria Locale (ASL) e una Congregazione religiosa che gestisce un centro di riabilitazione. La Congregazione aveva fornito prestazioni sanitarie a pazienti provenienti da una regione diversa, ottenendo un decreto ingiuntivo per il pagamento basato sulle tariffe più elevate della regione in cui operava. L’ASL si era opposta, sostenendo che dovesse applicarsi la tariffa, inferiore, prevista dalla propria regione di appartenenza.

Mentre il Tribunale di primo grado aveva dato ragione all’ASL, la Corte d’Appello aveva ribaltato la decisione. Tuttavia, per farlo, si era limitata a richiamare integralmente una sua precedente sentenza emessa in un caso analogo, affermando l’identità della questione e facendo propria la motivazione di quel precedente, senza però esplicitarla né analizzarla nel dettaglio.

La Decisione della Corte d’Appello e il Ricorso in Cassazione

L’ASL ha impugnato la sentenza d’appello davanti alla Corte di Cassazione, lamentando principalmente due vizi:
1. Nullità della sentenza per carenza assoluta di motivazione: secondo la ricorrente, il semplice rinvio a un’altra pronuncia, senza esporre le ragioni per cui quel precedente fosse applicabile al caso specifico e senza dimostrare un’autonoma valutazione, equivale a un’assenza totale di motivazione.
2. Violazione di legge: nel merito, l’ASL contestava l’automatica applicazione di una tariffa regionale esterna, in contrasto con i principi di contenimento della spesa sanitaria pubblica.

La Corte di Cassazione ha accolto il primo motivo, ritenendolo assorbente rispetto al secondo.

Le Motivazioni: I Limiti della Motivazione per Relationem

La Suprema Corte ha colto l’occasione per ribadire i principi che regolano la validità della motivazione per relationem. Sebbene la legge consenta a un giudice di motivare facendo riferimento a precedenti conformi, questa facoltà non può tradursi in una pigra adesione acritica. La Cassazione ha chiarito che, affinché una tale motivazione sia legittima, la sentenza deve essere “autosufficiente”. Questo significa che deve:

1. Riprodurre i contenuti essenziali del provvedimento richiamato, in modo che le parti e il giudice superiore possano comprendere l’iter logico-giuridico seguito, senza dover reperire e consultare altri documenti.
2. Rendere i contenuti oggetto di un’autonoma valutazione critica, dimostrando di averli analizzati e applicati specificamente al contesto della causa in esame.

Nel caso di specie, la Corte d’Appello si era limitata a una “formuletta”, affermando l’identità tra i due casi e facendo propria la motivazione del precedente, “purché il rinvio sia specifico”. Questo approccio, secondo la Cassazione, non è sufficiente. Rende impossibile verificare la pertinenza e la decisività delle argomentazioni richiamate e non dimostra che il giudice abbia compiuto quell’esame critico dei motivi d’appello che costituisce il suo dovere fondamentale.

Le Conclusioni: Gli Obblighi del Giudice e le Tutele per le Parti

La decisione riafferma un principio fondamentale di giustizia: ogni sentenza deve essere il frutto di un percorso argomentativo autonomo e comprensibile. Il richiamo a un precedente non può essere una scorciatoia per eludere l’obbligo di motivazione. La sentenza che si limita a un rinvio generico, senza esporre il contenuto del provvedimento richiamato e senza compiere alcun apprezzamento critico, è nulla per violazione degli articoli 132 c.p.c. e 111 della Costituzione. Di conseguenza, la Corte di Cassazione ha cassato la sentenza impugnata e ha rinviato la causa alla Corte d’Appello per un nuovo esame che, questa volta, dovrà essere supportato da una motivazione completa ed effettiva.

Un giudice può motivare una sentenza semplicemente richiamando un’altra decisione precedente?
Sì, ma solo a condizioni molto rigorose. Non è sufficiente un mero rinvio, anche se a un precedente specifico. È necessario che la sentenza riporti i contenuti essenziali della decisione richiamata e dimostri di averli valutati criticamente nel contesto del nuovo caso.

Quali sono i requisiti perché una motivazione per relationem sia valida?
La sentenza deve essere ‘autosufficiente’, ovvero deve permettere la comprensione del ragionamento del giudice senza la necessità di consultare altri documenti. Deve riprodurre i passaggi rilevanti del precedente richiamato e mostrare un’autonoma valutazione critica di tali argomentazioni in relazione al caso specifico.

Cosa succede se una sentenza d’appello manca di una motivazione adeguata?
Se la motivazione è carente al punto da non rendere comprensibile il percorso logico-giuridico seguito dal giudice, come nel caso di un rinvio acritico a un altro provvedimento, la sentenza è considerata nulla. La Corte di Cassazione può quindi cassarla (annullarla) e rinviare la causa allo stesso giudice d’appello, in diversa composizione, per un nuovo esame.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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