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Morte del trasgressore e sanzione amministrativa

La Corte di Cassazione ha stabilito che la morte del trasgressore comporta l’estinzione dell’obbligo di pagare una sanzione amministrativa. Analizzando un caso in cui una cittadina è deceduta durante il ricorso contro una multa di oltre 11.000 euro, la Corte ha dichiarato la cessazione della materia del contendere. La decisione si fonda sul principio di personalità della sanzione, secondo cui l’obbligazione non si trasmette agli eredi, determinando la fine del processo senza una decisione di merito e con compensazione delle spese legali.

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Pubblicato il 5 dicembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Morte del trasgressore: la sanzione amministrativa non si eredita

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale in materia di sanzioni amministrative: l’obbligazione di pagare una multa è personale e si estingue con la morte del trasgressore. Questo significa che gli eredi non sono tenuti a farsi carico delle sanzioni pecuniarie del defunto. La pronuncia chiarisce gli effetti di tale evento non solo sul debito, ma anche sul processo in corso.

I fatti del caso

Una cittadina aveva ricevuto un’ordinanza-ingiunzione che la condannava al pagamento di una somma di 11.390,90 euro. Dopo aver perso il ricorso sia davanti al Giudice di Pace che in appello presso il Tribunale, la signora decideva di presentare ricorso per cassazione. Tuttavia, durante lo svolgimento del giudizio di legittimità, la ricorrente veniva a mancare. Il suo difensore comunicava formalmente il decesso alla Corte, dichiarando la rinuncia al giudizio per il venir meno dell’interesse alla sua prosecuzione. Parallelamente, l’ente pubblico creditore, la Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, informava di aver cancellato il credito vantato nei confronti della defunta, chiedendo anch’esso l’estinzione del giudizio.

L’impatto della morte del trasgressore sul processo

L’evento della morte del trasgressore ha cambiato radicalmente le sorti del procedimento. Invece di decidere sulla fondatezza o meno del ricorso, la Corte di Cassazione si è trovata di fronte a una situazione in cui la stessa ragione del contendere era venuta meno. Entrambe le parti, di fatto, concordavano sulla fine del giudizio, sebbene per ragioni diverse: da un lato la rinuncia per cessato interesse, dall’altro la richiesta di estinzione per avvenuta cancellazione del debito.

Le motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato la “cessazione della materia del contendere” basandosi su un consolidato orientamento giurisprudenziale. Il fulcro della decisione risiede nel principio di personalità della sanzione amministrativa, sancito dall’art. 7 della Legge n. 689/1981. Secondo tale principio, l’obbligazione di pagare una sanzione pecuniaria non si trasmette agli eredi. La morte dell’autore della violazione causa l’estinzione non solo del debito, ma dello stesso illecito amministrativo, in modo analogo a quanto previsto dall’art. 150 del codice penale per l’estinzione del reato in caso di morte del reo prima della condanna.
Questo comporta due conseguenze processuali di rilievo:
1. Inefficacia dell’ordinanza di ingiunzione: L’atto amministrativo che imponeva il pagamento perde ogni efficacia.
2. Cessazione del contendere: Il processo non può più giungere a una decisione di merito, poiché è venuto meno l’interesse dello Stato ad accertare la responsabilità e ad applicare la sanzione.

Per quanto riguarda le spese legali, la Corte ha specificato che non si applica il principio della soccombenza (art. 91 c.p.c.), ma la regola prevista dall’art. 8 del d.P.R. n. 115/2002, secondo cui ciascuna parte sostiene le proprie spese.

Conclusioni

La sentenza riafferma con chiarezza che le sanzioni amministrative hanno carattere strettamente personale. La morte del trasgressore estingue radicalmente l’obbligo di pagamento, impedendo che questo possa gravare sul patrimonio degli eredi. Di conseguenza, qualsiasi procedimento giudiziario in corso per l’annullamento della sanzione si conclude con una declaratoria di cessazione della materia del contendere, senza che vi sia un vincitore o un vinto e con ciascuna parte che paga le proprie spese legali. Si tratta di una garanzia importante per gli eredi, che non devono temere di dover rispondere di illeciti amministrativi commessi dal defunto.

Cosa succede a una multa se la persona sanzionata muore prima di averla pagata?
Secondo la sentenza, l’obbligo di pagare la sanzione pecuniaria si estingue. La sanzione amministrativa è personale e non si trasferisce agli eredi, quindi il debito viene meno.

Gli eredi sono obbligati a pagare le sanzioni amministrative del defunto?
No. In base al principio di personalità della sanzione, sancito dall’art. 7 della Legge n. 689/1981, l’obbligazione di pagare la multa non si trasmette agli eredi.

In caso di morte del trasgressore durante un processo, chi paga le spese legali?
Il processo si estingue per cessazione della materia del contendere. In questo caso non si applica il criterio della soccombenza, ma ogni parte deve sostenere le proprie spese legali, come previsto dall’art. 8 del d.P.R. n. 115/2002.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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