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Mera difesa in appello: Cassazione chiarisce i limiti

Una società è stata condannata a demolire un muro ritenuto all’interno della proprietà confinante. In appello, la sua tesi sulla collocazione del muro sulla linea di confine è stata respinta come eccezione nuova. La Cassazione ha annullato tale decisione, chiarendo che contestare i fatti posti a fondamento della domanda avversaria costituisce una mera difesa in appello, sempre ammissibile, e non un’eccezione vietata ai sensi dell’art. 345 c.p.c.

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Pubblicato il 11 dicembre 2025 in Diritto Immobiliare, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Mera Difesa in Appello: Quando Contestare i Fatti non è un’Eccezione Nuova

Nel processo civile, la distinzione tra una semplice contestazione e una nuova eccezione può determinare le sorti di un giudizio di appello. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale: contestare la ricostruzione dei fatti operata dalla controparte costituisce una mera difesa in appello, un’attività sempre consentita e non soggetta ai limiti dello ius novorum. Questo chiarimento è cruciale per chiunque affronti un contenzioso, specialmente in materia di diritti reali e confini.

Il Caso: Un Muro di Confine Conteso

La vicenda giudiziaria ha origine dalla domanda di una proprietaria terriera che lamentava la costruzione di un muro divisorio all’interno del suo fondo da parte della società confinante. La proprietaria chiedeva quindi la demolizione del muro e il rilascio della porzione di terreno indebitamente occupata.

Il Tribunale di primo grado accoglieva la domanda, basandosi sulle risultanze di una consulenza tecnica che confermava la collocazione del muro all’interno della proprietà dell’attrice. La società convenuta si era difesa sostenendo un presunto difetto di titolarità dell’attrice su quella porzione di terreno, eccezione che però era stata respinta.

La Corte di Appello confermava la decisione, ma per una ragione procedurale. Riteneva infatti inammissibile il motivo di gravame con cui la società contestava la posizione del muro, sostenendo che si trovasse esattamente sulla linea di confine. Secondo i giudici d’appello, questa argomentazione costituiva una domanda nuova, vietata dall’articolo 345 del codice di procedura civile.

La Decisione della Cassazione e la mera difesa in appello

La Corte di Cassazione ha ribaltato la sentenza d’appello, accogliendo il ricorso della società. Il punto centrale della decisione risiede nella corretta interpretazione della natura della contestazione mossa dall’appellante.

I giudici supremi hanno chiarito che sostenere che il muro si trovasse sul confine, e non all’interno della proprietà della controparte, non introduceva un tema di indagine nuovo o un fatto estintivo del diritto altrui. Al contrario, si trattava di una semplice negazione della sussistenza dei fatti costitutivi della pretesa avanzata dall’attrice. In altre parole, era una mera difesa in appello, volta a contestare l’accertamento fattuale su cui si fondava la sentenza di primo grado.

Le Motivazioni della Sentenza

La Corte ha richiamato il suo consolidato orientamento, secondo cui il divieto di ius novorum in appello, previsto dall’art. 345 c.p.c., riguarda esclusivamente le domande nuove e le eccezioni in senso stretto (cioè quelle che introducono fatti impeditivi, modificativi o estintivi del diritto e non sono rilevabili d’ufficio), ma non le mere difese.

Una ‘mera difesa’ consiste nella contestazione dei fatti posti dall’attore a fondamento del proprio diritto. L’appellante, sostenendo che il muro fosse sul confine, non stava introducendo un fatto nuovo, ma si limitava a negare la fondatezza della pretesa avversaria, il cui presupposto era proprio la costruzione del muro all’interno della proprietà dell’attrice.

La sentenza d’appello è stata quindi ritenuta errata perché ha qualificato come eccezione nuova quella che, in realtà, era una legittima e ammissibile contestazione difensiva. La Corte di Cassazione ha cassato la sentenza e rinviato la causa alla Corte di Appello per un nuovo esame che tenga conto di questa difesa.

Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche

Questa pronuncia ha importanti implicazioni pratiche. Ribadisce che la parte appellante ha sempre il diritto di contestare la ricostruzione dei fatti operata dal giudice di primo grado, senza che ciò possa essere considerato un’inammissibile novità. La decisione rafforza il diritto di difesa, chiarendo che negare gli elementi costitutivi della domanda avversaria è un’attività difensiva essenziale e sempre permessa in grado di appello.

Per gli avvocati e le parti in causa, ciò significa che è possibile e doveroso, in appello, mettere in discussione l’accertamento dei fatti del primo grado, anche se non si erano sollevate specifiche eccezioni in precedenza. La sentenza traccia una linea netta: finché ci si limita a negare e contestare la base fattuale della pretesa altrui, si rimane nell’ambito della mera difesa in appello, un terreno processuale sempre percorribile.

Qual è la differenza tra una ‘mera difesa’ e una ‘eccezione nuova’ in appello?
La ‘mera difesa’ consiste nel contestare i fatti che la controparte ha posto a fondamento della propria domanda (es. ‘il muro non si trova dove dici tu’). L”eccezione nuova’, invece, introduce un fatto diverso che estingue o modifica il diritto della controparte (es. ‘ho acquisito quella porzione di terreno per usucapione’) ed è generalmente vietata in appello.

Una parte può contestare la posizione di un confine per la prima volta in appello?
Sì. Secondo la sentenza, contestare la collocazione di un muro rispetto a un confine non è un’eccezione nuova, ma una mera difesa. Questa difesa è volta a negare il presupposto di fatto della domanda avversaria ed è quindi ammissibile anche se proposta per la prima volta nel giudizio di appello.

Perché la Corte di Cassazione ha annullato la sentenza della Corte di Appello?
La Corte di Cassazione ha annullato la sentenza perché la Corte di Appello aveva erroneamente qualificato la contestazione sulla posizione del muro come un’eccezione nuova e inammissibile. In realtà, si trattava di una mera difesa, che l’appellante aveva il pieno diritto di sollevare per contestare la decisione di primo grado.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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