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Mediazione obbligatoria: basta l’avvocato all’incontro?

In un caso di risarcimento danni tra vicini, la Corte d’Appello aveva dichiarato un appello improcedibile per l’assenza della parte al primo incontro di mediazione obbligatoria, nonostante la presenza del suo avvocato. La Corte di Cassazione ha ribaltato la decisione, stabilendo che la condizione di procedibilità si considera avverata se la mediazione fallisce sul nascere a causa della manifesta volontà di un’altra parte di non voler conciliare. L’eventuale irregolarità nella partecipazione di una parte diventa irrilevante se la procedura è comunque destinata a terminare con esito negativo per volontà altrui.

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Mediazione Obbligatoria: La Cassazione Chiarisce la Validità del Primo Incontro

La procedura di mediazione obbligatoria rappresenta un passaggio cruciale prima di poter accedere alla giustizia ordinaria per molte controversie. Ma cosa succede se una delle parti non si presenta personalmente al primo incontro, delegando solo il proprio avvocato? Un’ordinanza della Corte di Cassazione fa luce su questo aspetto, stabilendo un principio fondamentale per evitare che la mediazione si trasformi in una mera formalità burocratica.

Il Contesto: Danni da Ristrutturazione e la Mediazione in Appello

La vicenda ha origine da una causa per risarcimento danni. Il proprietario di un appartamento al terzo piano citava in giudizio il vicino del piano di sotto, accusandolo di aver causato danni alla sua proprietà a seguito di lavori di ristrutturazione. Il Tribunale di primo grado condannava il vicino al risarcimento.

Quest’ultimo proponeva appello. Nel corso del giudizio di secondo grado, la Corte d’Appello disponeva l’esperimento del tentativo di mediazione, come previsto dalla legge. All’incontro fissato, però, si verificava una situazione particolare: l’appellante (il proprietario del piano inferiore) era assente, sebbene fosse presente il suo difensore. Inoltre, anche un’altra parte chiamata in causa, l’appaltatore dei lavori, comunicava tramite il suo legale di non avere intenzione di partecipare alla mediazione.

Il Nodo della Questione sulla Mediazione Obbligatoria: L’Assenza della Parte

Basandosi su questa situazione, la Corte d’Appello dichiarava l’appello improcedibile. La motivazione era chiara: l’assenza personale dell’appellante al primo incontro di mediazione non permetteva di considerare la condizione di procedibilità come assolta. La presenza del solo difensore, sfornito di procura speciale per mediare, non era stata ritenuta sufficiente.

Contro questa decisione, il proprietario soccombente proponeva ricorso in Cassazione, sostenendo che la Corte d’Appello avesse applicato in modo errato le norme sulla mediazione obbligatoria. Il punto centrale del suo ricorso era che la mediazione era fallita non per la sua assenza, ma per la palese volontà dell’appaltatore di non voler trovare un accordo, espressa fin da subito dal suo difensore.

L’intervento della Corte di Cassazione e il Principio di Diritto

La Suprema Corte ha accolto il ricorso, cassando la sentenza d’appello e chiarendo un aspetto fondamentale della procedura.

La Funzione del Primo Incontro di Mediazione

I giudici hanno ribadito che il primo incontro davanti al mediatore ha una funzione principalmente informativa e preliminare. In questa fase, il mediatore illustra alle parti le modalità e le finalità della procedura e verifica la loro effettiva volontà di proseguire con la negoziazione per trovare una soluzione amichevole.

L’Irrilevanza dell’Assenza se la Controparte Rifiuta la Mediazione

Il punto cruciale della decisione è che la condizione di procedibilità deve ritenersi soddisfatta quando il tentativo di mediazione si conclude negativamente al primo incontro perché una delle parti manifesta la propria indisponibilità a procedere. Nel caso specifico, il fallimento della mediazione si era prodotto ancora prima di poter discutere della regolarità della presenza dell’appellante. Infatti, il difensore dell’appaltatore aveva già comunicato la volontà del suo assistito di non aderire alla conciliazione. Questo rifiuto ha reso, di fatto, impossibile proseguire, determinando l’esito negativo della procedura.

Le Motivazioni della Decisione

La Cassazione ha motivato la sua decisione sulla base di un’interpretazione delle norme che mira a non rendere l’accesso alla giustizia eccessivamente complesso o gravoso. Imporre la presenza personale di una parte, quando un’altra ha già dichiarato di non voler mediare, si tradurrebbe in un adempimento puramente formale e inutile. Il fallimento della mediazione è un dato di fatto, causato dalla volontà contraria di una delle parti coinvolte. Pertanto, una volta che tale volontà contraria viene manifestata, la procedura si arresta e la condizione di procedibilità per il giudizio si considera avverata. Qualsiasi valutazione sulla regolarità della partecipazione delle altre parti diventa, a quel punto, irrilevante ai fini della procedibilità dell’azione giudiziaria.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche per Avvocati e Cittadini

Questa ordinanza offre un’importante lezione pratica. La mediazione obbligatoria non è una corsa a ostacoli formali. Se al primo incontro una delle parti dichiara di non voler proseguire, la condizione di procedibilità è soddisfatta per tutti, a prescindere da eventuali vizi nella rappresentanza delle altre parti. Questa interpretazione favorisce un approccio pragmatico e funzionale, evitando che questioni procedurali possano bloccare ingiustamente un processo, e riafferma che lo scopo della mediazione è la ricerca effettiva di un accordo, non il mero rispetto di una formalità.

Perché la mediazione obbligatoria si considera assolta anche se la parte non si presenta personalmente al primo incontro?
Secondo la Cassazione, la condizione si considera assolta se il fallimento della procedura è causato dalla manifesta indisponibilità di un’altra parte a proseguire. In tal caso, la presenza personale diventa un formalismo inutile, poiché la mediazione è già destinata a concludersi negativamente.

Qual è lo scopo principale del primo incontro di mediazione?
Il primo incontro ha una funzione informativa e preliminare. Il mediatore spiega come funziona la procedura e verifica se le parti hanno una reale intenzione di avviare la negoziazione. Non è necessariamente la sede in cui si discute l’accordo nel merito.

Cosa accade se una parte dichiara subito di non voler mediare?
Se una parte, al primo incontro, dichiara di non essere interessata alla mediazione, la procedura si arresta con esito negativo. A quel punto, la condizione di procedibilità si considera avverata e le parti possono proseguire con la causa in tribunale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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