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Manutenzione ascensore: obblighi e responsabilità

Un condominio si è opposto a un decreto ingiuntivo di una società di manutenzione ascensore, lamentando un grave inadempimento contrattuale. Il Tribunale ha revocato il decreto, stabilendo che la società ha violato l’obbligo di segnalare per iscritto la necessità di interventi straordinari. La richiesta di risarcimento danni del condominio è stata però respinta, poiché la vetustà dell’impianto rendeva comunque necessari interventi radicali. Il caso sottolinea l’importanza della comunicazione formale nei contratti di manutenzione ascensore.

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Pubblicato il 24 ottobre 2024 in Diritto Civile, Diritto Immobiliare, Giurisprudenza Civile

Manutenzione Ascensore: Obblighi di Comunicazione e Responsabilità

La gestione della manutenzione ascensore in un condominio è spesso fonte di contenzioso. Una recente sentenza del Tribunale ha chiarito un aspetto fondamentale: la responsabilità della ditta manutentrice non si esaurisce negli interventi tecnici, ma include un preciso dovere di comunicazione. Vediamo come la mancata segnalazione scritta di problemi gravi possa configurare un inadempimento contrattuale e portare alla revoca di un decreto ingiuntivo.

I fatti di causa

Una società specializzata nella manutenzione di impianti elevatori otteneva un decreto ingiuntivo contro un condominio per il mancato pagamento di alcune fatture. Il condominio, tuttavia, si opponeva fermamente a tale richiesta, sostenendo che la pretesa creditoria fosse infondata a causa del grave inadempimento contrattuale della società stessa.

Secondo il condominio, la ditta non aveva eseguito correttamente i propri obblighi, causando un progressivo degrado dell’impianto e problemi di sicurezza. A sostegno della propria tesi, il condominio presentava una domanda riconvenzionale, chiedendo un risarcimento di quasi diecimila euro per i costi sostenuti a seguito dell’inadempienza della controparte.

La difesa della società e la posizione del Tribunale

La società di manutenzione si difendeva affermando di aver stipulato un contratto di assistenza per un impianto molto datato, risalente agli anni ’60. A causa della sua vetustà, l’ascensore presentava frequenti malfunzionamenti che avevano richiesto numerosi interventi. La ditta sosteneva di aver più volte segnalato all’amministratore la necessità di modifiche e sostituzioni importanti, ma che quest’ultimo avesse sempre rimandato ogni decisione.

Inoltre, il contratto prevedeva che ogni lavoro straordinario dovesse essere preventivato e approvato dal condominio. La decisione finale, quindi, spettava sempre alla proprietà. Anche un organismo di controllo notificato aveva evidenziato criticità e prescrizioni di adeguamento, indirizzandole però al proprietario dell’impianto, non alla ditta manutentrice.

Le motivazioni della decisione

Il Tribunale ha accolto l’opposizione del condominio, revocando il decreto ingiuntivo. La decisione si fonda su un punto cruciale del contratto: l’obbligo per la società di manutenzione di effettuare la “segnalazione tempestiva della necessità di riparazione e/o sostituzione delle parti rotte e logorate”.

Secondo il giudice, le verifiche ispettive effettuate da un ente terzo nel 2014 e 2015 avevano messo in luce evidenti carenze manutentive, non giustificabili unicamente con l’età dell’impianto. Il fatto che tali problematiche non fossero state risolte a distanza di un anno era significativo.

L’elemento decisivo è stata la mancata comunicazione scritta da parte della società al condominio. Anche se vi sono stati numerosi interventi, la loro frequenza avrebbe dovuto indurre il manutentore, secondo i principi di correttezza e buona fede, a segnalare formalmente la necessità di interventi straordinari e risolutivi. Questa omissione è stata qualificata come inadempimento contrattuale, sufficiente a giustificare la revoca del decreto ingiuntivo.

Tuttavia, la domanda di risarcimento danni avanzata dal condominio è stata respinta. Il giudice ha ritenuto che la sostituzione dell’ascensore non potesse essere imputata esclusivamente alla cattiva manutenzione, ma fosse una conseguenza inevitabile della notevole vetustà dell’impianto, che avrebbe comunque richiesto interventi radicali.

Conclusioni

La sentenza offre un’importante lezione pratica. Per le ditte di manutenzione ascensore, non basta intervenire quando chiamate: è fondamentale documentare e comunicare per iscritto al condominio la necessità di riparazioni straordinarie, specialmente su impianti datati. Per i condomini, è essenziale essere consapevoli che, pur in presenza di un inadempimento del manutentore, il risarcimento per la sostituzione di un impianto vetusto potrebbe non essere riconosciuto, se tale intervento è ritenuto comunque necessario a prescindere dalla qualità della manutenzione. La reciproca soccombenza, con la conseguente compensazione delle spese legali, evidenzia come in questi casi la responsabilità sia spesso sfumata e condivisa.

Quando la ditta di manutenzione ascensore è considerata inadempiente?
Secondo la sentenza, la ditta è inadempiente non solo se esegue male gli interventi, ma anche se omette di segnalare per iscritto al condominio la necessità di riparazioni o sostituzioni straordinarie, violando gli obblighi contrattuali di correttezza e buona fede.

La vetustà dell’impianto esclude la responsabilità della ditta di manutenzione?
No. Anzi, la frequenza degli interventi necessari a causa dell’età dell’impianto dovrebbe spingere il manutentore a segnalare formalmente la necessità di interventi più radicali. La sua omissione costituisce un inadempimento.

Se il decreto ingiuntivo contro il condominio viene revocato, quest’ultimo ha automaticamente diritto a un risarcimento?
Non necessariamente. Nel caso esaminato, la richiesta di risarcimento del condominio è stata respinta perché la sostituzione dell’ascensore era comunque inevitabile a causa della sua estrema vetustà, e non poteva essere imputata unicamente alla cattiva manutenzione svolta dalla società.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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