LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Mansioni superiori: non basta la specializzazione

Un dipendente di un’azienda sanitaria, inquadrato in categoria D, svolgeva mansioni di micologo e chiedeva il riconoscimento delle mansioni superiori corrispondenti al livello economico DS. La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 16042/2024, ha annullato la decisione di merito favorevole al lavoratore. Ha chiarito che per ottenere il livello DS non è sufficiente la specializzazione o l’assunzione di responsabilità, ma è necessario provare un ‘quid pluris’: ampie funzioni di direzione, coordinamento e gestione di risorse, che nel caso specifico non erano state verificate.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 27 novembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Mansioni superiori: la specializzazione basta per il livello superiore?

Nel contesto del pubblico impiego, il riconoscimento delle mansioni superiori è una questione complessa che spesso genera contenziosi. Un lavoratore che svolge compiti di livello più elevato rispetto al proprio inquadramento ha diritto a un trattamento economico adeguato, ma quali sono i criteri per stabilire questa superiorità? Una recente ordinanza della Corte di Cassazione (n. 16042/2024) fornisce chiarimenti cruciali, specificando che la mera specializzazione professionale, anche se comporta elevate responsabilità, non è di per sé sufficiente a giustificare il passaggio a un livello economico superiore, come il DS nel comparto Sanità.

Il caso: un micologo chiede il riconoscimento del livello DS

Il caso esaminato riguardava un dipendente di un’Azienda Sanitaria Locale, inquadrato nella categoria D. Il lavoratore, svolgendo l’attività di ispettore micologo, riteneva di eseguire compiti propri del livello economico superiore DS (collaboratore tecnico-professionale esperto) e aveva richiesto in tribunale le relative differenze retributive.

Sia il Tribunale che la Corte di Appello avevano dato ragione al dipendente. I giudici di merito avevano considerato che l’attività di micologo richiedesse una specializzazione specifica, corsi di formazione e l’assunzione di una responsabilità personale diretta per la salute pubblica, elementi ritenuti sufficienti per qualificare le sue mansioni come superiori e corrispondenti al livello DS.

L’Azienda Sanitaria ha però impugnato la decisione davanti alla Corte di Cassazione, sostenendo che i giudici avessero errato nel valutare i requisiti per l’accesso al livello DS.

Analisi delle mansioni superiori e il criterio del ‘Quid Pluris’

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso dell’Azienda Sanitaria, ribaltando la decisione precedente. Il punto centrale della motivazione risiede nella netta distinzione tra le declaratorie contrattuali della categoria D e quelle del livello economico DS.

* Categoria D: Richiede “conoscenze teoriche specialistiche e/o gestionali… autonomia e responsabilità proprie”.
* Livello DS: Fa riferimento ad “autonomia e responsabilità dei risultati conseguiti”, “ampia discrezionalità operativa”, e soprattutto a “funzioni di direzione e coordinamento, gestione e controllo di risorse umane; coordinamento di attività didattica; iniziative di programmazione e proposta”.

Secondo la Suprema Corte, per il riconoscimento delle mansioni superiori a livello DS non è sufficiente dimostrare di possedere un’elevata specializzazione (come quella di micologo) o di assumersi responsabilità importanti. È necessario un “quid pluris”, ovvero la prova concreta dello svolgimento di funzioni di coordinamento e gestione tipiche del livello superiore.

La valutazione errata della Corte d’Appello

La Corte di Cassazione ha evidenziato come la Corte territoriale abbia commesso un errore di diritto: ha dato per scontato che la specificità e la responsabilità del lavoro di micologo integrassero automaticamente i requisiti del livello DS. Non ha, invece, verificato se il lavoratore svolgesse effettivamente mansioni con un’ampia discrezionalità operativa, funzioni di direzione, coordinamento di altre risorse umane o di attività didattiche. La responsabilità per la salute pubblica, sebbene rilevante, è stata ritenuta omogenea a quella presente in altri ambiti del controllo alimentare, rientrando quindi nell’alveo dell'”autonomia e responsabilità propria” della categoria D, senza necessariamente implicare quel ‘qualcosa in più’ richiesto per il livello DS.

le motivazioni

Le motivazioni della Corte si fondano su un’interpretazione rigorosa delle declaratorie contrattuali, in linea con precedenti giurisprudenziali (come la sentenza Cass. n. 21944/2023). I giudici supremi hanno affermato che l’abilitazione micologica non aggiunge di per sé un elemento tale da elevare le prestazioni alla categoria DS. Per giustificare il salto di livello, non basta la complessità tecnica del compito, ma occorre dimostrare l’esercizio di un potere decisionale e organizzativo più ampio, che impatta sulla gestione delle risorse e sulla programmazione delle attività. La Corte territoriale, non avendo condotto questa verifica fattuale, ha emesso una sentenza viziata, che è stata quindi cassata con rinvio per un nuovo esame.

le conclusioni

Questa ordinanza rappresenta un importante monito per i lavoratori del pubblico impiego che intendono chiedere il riconoscimento di mansioni superiori. La decisione chiarisce che la prova da fornire in giudizio non può limitarsi alla descrizione della complessità e della responsabilità delle proprie attività. È indispensabile documentare in modo puntuale lo svolgimento di compiti che corrispondano specificamente alle declaratorie del livello superiore rivendicato, con particolare attenzione agli aspetti di coordinamento, gestione e ampia discrezionalità. Per le amministrazioni pubbliche, la sentenza rafforza la necessità di una corretta applicazione delle categorie contrattuali, evitando automatismi basati solo sulla specializzazione tecnica del dipendente.

Una specifica abilitazione professionale è sufficiente per ottenere il riconoscimento di mansioni superiori?
No. Secondo la Corte di Cassazione, il possesso di un’abilitazione specifica, come quella di micologo, non è di per sé sufficiente per far assurgere le prestazioni a un livello economico superiore (DS). È necessario dimostrare lo svolgimento effettivo delle mansioni tipiche di quel livello.

Cosa si intende per ‘quid pluris’ per il passaggio dal livello D al livello DS?
Il ‘quid pluris’ è quell’elemento aggiuntivo che differenzia il livello DS dal D. Consiste nella sussistenza di un’ampia discrezionalità operativa nell’ambito delle strutture di assegnazione e nello svolgimento di funzioni di direzione, coordinamento, gestione e controllo di risorse umane, nonché di coordinamento di attività didattiche.

Cosa succede dopo che la Cassazione ha annullato la sentenza?
La Corte di Cassazione ha cassato la sentenza e ha rinviato la causa alla Corte di Appello, in diversa composizione, per una nuova valutazione. Il giudice del rinvio dovrà riesaminare il caso attenendosi ai principi di diritto stabiliti dalla Cassazione, verificando in concreto se il lavoratore abbia svolto quel ‘quid pluris’ necessario per il riconoscimento del livello DS.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati