LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Mansioni superiori: delega di firma non basta

Una dipendente pubblica ha richiesto le differenze retributive per lo svolgimento di mansioni superiori dirigenziali. La Corte d’Appello ha respinto la domanda, stabilendo che la lavoratrice aveva ricevuto solo una delega di firma e non di funzioni, con la piena responsabilità delle attività rimasta in capo al dirigente. La Corte di Cassazione, con l’ordinanza 5683/2024, ha confermato la decisione, dichiarando il ricorso inammissibile in quanto mirava a un riesame dei fatti. Il principio chiave è che per il riconoscimento delle mansioni superiori è necessario l’effettivo esercizio delle piene responsabilità del ruolo, non il semplice compimento di alcuni atti su delega.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 4 novembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Mansioni Superiori: la Sola Delega di Firma Non Basta per Ottenere le Differenze Retributive

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione (n. 5683/2024) offre un importante chiarimento sul tema delle mansioni superiori nel pubblico impiego. La Suprema Corte ha stabilito che la mera delega di firma, senza un effettivo trasferimento di responsabilità, non è sufficiente per rivendicare il diritto alle differenze retributive. Analizziamo insieme i dettagli di questa decisione fondamentale per molti dipendenti pubblici.

I Fatti di Causa

Una dipendente di un’Amministrazione Pubblica, inquadrata in una specifica categoria, aveva citato in giudizio il proprio datore di lavoro sostenendo di aver svolto di fatto, per un lungo periodo, le mansioni superiori tipiche della qualifica dirigenziale. Chiedeva, di conseguenza, il pagamento delle relative differenze di stipendio.

In primo grado, il Tribunale le aveva dato ragione, accogliendo la sua domanda. Tuttavia, la Corte d’Appello, su ricorso dell’Amministrazione, aveva ribaltato completamente la decisione. Secondo i giudici di secondo grado, la dipendente non aveva effettivamente esercitato le funzioni dirigenziali. Queste ultime, infatti, erano rimaste saldamente nelle mani del capo dell’ufficio (prima il Presidente facente funzioni, poi quello titolare), il quale si era limitato a delegare alla lavoratrice la firma di alcuni atti, mantenendo però il pieno controllo e la responsabilità finale.

La lavoratrice ha quindi proposto ricorso in Cassazione, contestando la decisione della Corte territoriale con ben undici motivi.

La Decisione della Cassazione sulle mansioni superiori

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando in toto la sentenza d’appello. Il punto centrale della decisione risiede nei limiti del giudizio di legittimità. La Suprema Corte non può riesaminare i fatti e le prove, compito che spetta esclusivamente ai giudici di merito (Tribunale e Corte d’Appello).

Nel caso specifico, la Corte d’Appello aveva compiuto un’attenta analisi dei documenti, concludendo che la dipendente non aveva mai assunto la titolarità, né di fatto né di diritto, delle funzioni dirigenziali. La sua attività si era limitata all’esecuzione di compiti delegati, ma la responsabilità gestionale, organizzativa e disciplinare era sempre rimasta in capo al dirigente. Pertanto, i motivi di ricorso presentati dalla lavoratrice sono stati considerati un tentativo, non consentito, di ottenere una nuova valutazione delle prove, cosa che esula dalle competenze della Cassazione.

Le Motivazioni: Differenza tra Delega di Funzioni e Delega di Firma

Il cuore della controversia e delle motivazioni della Corte risiede nella distinzione fondamentale tra delega di funzioni e delega di firma. La Corte d’Appello, con un ragionamento condiviso dalla Cassazione, ha evidenziato che i provvedimenti a favore della ricorrente costituivano una mera delega di firma.

* Delega di Firma: È un meccanismo di decentramento burocratico. Il delegato è autorizzato a sottoscrivere un atto, ma l’atto stesso rimane giuridicamente imputabile al delegante, che ne conserva la piena responsabilità. È una semplice semplificazione organizzativa.
* Delega di Funzioni: Comporta un trasferimento effettivo di competenze e, soprattutto, di responsabilità dal delegante al delegato. Solo in questo caso si può parlare di un vero e proprio esercizio di funzioni superiori.

Nel caso esaminato, il Presidente dell’ufficio, pur delegando la firma, aveva esplicitamente dichiarato di assumersi la “piena responsabilità” degli atti, “come fossero firmati da me medesimo”. Questo ha dimostrato in modo inequivocabile che non vi era stato alcun trasferimento di poteri dirigenziali. La lavoratrice, quindi, non ha mai esercitato le mansioni superiori nella loro pienezza, che include autonomia decisionale e responsabilità esterna.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa ordinanza ribadisce un principio consolidato ma di estrema importanza pratica. Per ottenere il riconoscimento economico delle mansioni superiori, non è sufficiente dimostrare di aver svolto alcuni compiti di livello più elevato. È necessario provare di aver assunto in modo pieno e continuativo la totalità delle funzioni proprie della qualifica superiore, con la relativa autonomia e responsabilità.

La semplice firma di atti su delega di un superiore non integra, di per sé, lo svolgimento di mansioni dirigenziali. I dipendenti pubblici che si trovano in situazioni simili devono essere consapevoli che, ai fini di una rivendicazione economica, è cruciale la sostanza dei compiti svolti e il grado di responsabilità effettivamente assunto, non la mera forma degli atti compiuti.

Svolgere compiti di un livello superiore dà sempre diritto a una retribuzione maggiore?
No. Secondo la Corte, per avere diritto alle differenze retributive non basta svolgere singoli compiti di livello superiore, ma è necessario esercitare di fatto e in modo continuativo la pienezza delle funzioni, assumendosene le relative responsabilità. La semplice delega di firma non è sufficiente.

Qual è la differenza chiave tra ‘delega di firma’ e ‘delega di funzioni’ ai fini del riconoscimento delle mansioni superiori?
La differenza fondamentale risiede nella responsabilità. Con la ‘delega di firma’, il superiore autorizza un dipendente a firmare atti in suo nome, ma la responsabilità giuridica dell’atto rimane del superiore. Con la ‘delega di funzioni’, invece, vengono trasferite al dipendente sia le attività sia le relative responsabilità. Solo quest’ultima può configurare lo svolgimento di mansioni superiori.

Perché la Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile senza entrare nel merito dei fatti?
La Corte di Cassazione è un giudice di legittimità, non di merito. Il suo compito è verificare la corretta applicazione delle leggi da parte dei giudici dei gradi inferiori, non riesaminare le prove o ricostruire i fatti. Poiché la Corte d’Appello aveva già accertato, sulla base delle prove, che la dipendente non aveva svolto funzioni dirigenziali, il ricorso è stato ritenuto un tentativo inammissibile di ottenere una nuova valutazione dei fatti.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati