LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Mala gestio assicurativa: quando è legittima?

Una società di trasporti ha accusato la propria compagnia assicurativa di mala gestio assicurativa per aver gestito in modo inadeguato un sinistro e aver revocato un’offerta di risarcimento. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, stabilendo che un’offerta transattiva non equivale a un riconoscimento di debito e che la sua revoca, motivata dal comportamento dell’assicurato (come la mancata restituzione di documenti), non configura una gestione in malafede. La decisione sottolinea l’importanza di valutare la condotta complessiva delle parti.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 10 novembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Mala gestio assicurativa: l’offerta transattiva revocata non è prova di colpa

L’accusa di mala gestio assicurativa è una delle questioni più delicate nel rapporto tra assicurato e compagnia. Quando un assicuratore gestisce un sinistro in modo negligente, causando un danno al proprio cliente, può essere chiamato a risponderne. Ma cosa succede se la compagnia fa un’offerta di risarcimento e poi la ritira? Una recente ordinanza della Corte di Cassazione fa luce su questo punto, stabilendo che un’offerta transattiva non è un’ammissione di colpa e la sua revoca, se giustificata, non integra automaticamente una cattiva gestione.

Il caso in esame: un sinistro e un’offerta ritirata

I fatti traggono origine da un contenzioso tra una società di trasporti e la sua compagnia di assicurazioni. La società di trasporti, a seguito di un incidente che aveva causato un ingente danno (quasi 150.000 euro) a un’altra azienda, era stata condannata a risarcire tale somma.

Successivamente, la società di trasporti citava in giudizio la propria assicurazione, accusandola di mala gestio assicurativa. A suo dire, la compagnia non aveva gestito adeguatamente la lite, contribuendo alla condanna. Il punto cruciale della contestazione era un’offerta di risarcimento di 100.000 euro avanzata inizialmente dalla compagnia e poi non corrisposta, a causa della mancata restituzione di alcuni documenti da parte dell’assicurato e dell’esito sfavorevole della causa presupposta.

Sia il Tribunale che la Corte d’Appello avevano respinto le richieste della società di trasporti, ritenendo che la condotta dell’assicurazione non integrasse una gestione negligente. La questione è così giunta all’esame della Corte di Cassazione.

L’analisi della Corte e la contestazione della mala gestio assicurativa

La società ricorrente ha basato il suo ricorso in Cassazione su tre motivi principali, tutti respinti dalla Suprema Corte. Analizziamoli nel dettaglio.

Primo motivo: la violazione delle norme sul pagamento dell’indennizzo

La ricorrente sosteneva che la compagnia avesse illegittimamente subordinato il pagamento a una “non meglio identificata documentazione di rito firmata per ricevuta”. La Corte ha dichiarato questo motivo inammissibile, evidenziando che la questione non era stata posta adeguatamente nei precedenti gradi di giudizio e, soprattutto, che la ricorrente non aveva chiarito in che modo questa richiesta si traducesse in una concreta mala gestio assicurativa.

Secondo motivo: l’omesso esame della polizza assicurativa

In secondo luogo, la società si doleva del fatto che i giudici di merito non avessero esaminato la polizza per verificare se questa prevedesse condizioni specifiche per il pagamento. Anche questo motivo è stato giudicato inammissibile. La Corte ha sottolineato che la questione relativa all’interpretazione della polizza non era mai stata sollevata prima e che, in ogni caso, il motivo di ricorso era stato formulato in modo tecnicamente inappropriato.

Terzo motivo: la motivazione sulla revoca dell’offerta

Infine, la ricorrente lamentava una motivazione omessa o apparente riguardo alla liceità del comportamento della compagnia, in particolare sulla revoca dell’offerta iniziale. Questo è il cuore della decisione. La Cassazione ha ritenuto il motivo infondato, affermando che la Corte d’Appello aveva, al contrario, motivato in modo dettagliato le sue conclusioni.

le motivazioni

La Corte di Cassazione ha chiarito un principio fondamentale: un’offerta transattiva avanzata da una compagnia assicuratrice non costituisce una promessa di pagamento o un riconoscimento di debito. Si tratta, appunto, di una proposta finalizzata a chiudere bonariamente una controversia. Di conseguenza, la compagnia non è vincolata da tale offerta se questa non viene accettata e formalizzata, soprattutto se emergono nuove circostanze o se la controparte non adempie alle richieste legittime, come la restituzione di documenti.

Nel caso specifico, la mancata corresponsione della somma offerta era imputabile a due fattori: la mancata restituzione della documentazione richiesta e il successivo accoglimento della domanda risarcitoria della terza danneggiata nella causa originaria. Pertanto, la condotta della compagnia assicuratrice non poteva essere considerata negligente o in malafede.

le conclusioni

Con questa ordinanza, la Suprema Corte ribadisce che per configurare una mala gestio assicurativa non è sufficiente che l’assicuratore revochi un’offerta transattiva. È necessario dimostrare che la compagnia ha agito con colpa e negligenza nella gestione complessiva del sinistro, causando un pregiudizio concreto all’assicurato. Un’offerta, se non accettata, rimane una semplice proposta e la sua mancata finalizzazione, dovuta anche a inadempimenti dell’assicurato stesso, non è di per sé sufficiente a fondare una responsabilità per cattiva gestione della lite.

La revoca di un’offerta transattiva da parte di un’assicurazione costituisce sempre mala gestio?
No. Secondo la Corte, un’offerta transattiva non è una promessa di pagamento o un riconoscimento di debito. La sua revoca non configura automaticamente mala gestio, specialmente se giustificata da inadempimenti dell’assicurato (come la mancata restituzione di documenti) o dall’evoluzione della controversia.

Cosa deve dimostrare l’assicurato per provare la mala gestio assicurativa?
L’assicurato deve provare che la compagnia ha gestito il sinistro con negligenza e colpa, e che questa condotta ha causato un danno specifico e ulteriore. Non è sufficiente contestare singole azioni, come la revoca di un’offerta, ma è necessario dimostrare un comportamento complessivamente inadeguato nella gestione della lite.

Il pagamento dell’indennizzo può essere legittimamente subordinato alla firma di documenti?
Sì, la richiesta di firmare documenti a saldo e quietanza o altra documentazione di rito è una prassi comune e legittima nella liquidazione dei sinistri. La Corte ha ritenuto che la contestazione di tale richiesta, per essere valida, debba essere specifica e dimostrare in che modo essa si traduca in una gestione negligente da parte dell’assicuratore.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati