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Litispendenza e spese legali: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione ha stabilito che l’ordinanza con cui un giudice dichiara la litispendenza deve obbligatoriamente pronunciarsi anche sulla liquidazione delle spese legali e sulla richiesta di risarcimento per lite temeraria. Nel caso di specie, due clienti avevano eccepito con successo la litispendenza in una causa intentata dal loro ex avvocato, ma il Tribunale aveva omesso di decidere sulle loro richieste accessorie. La Suprema Corte ha cassato la decisione, affermando che tale omissione costituisce un vizio di procedura e ha rinviato la causa al Tribunale per una nuova valutazione.

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Pubblicato il 26 ottobre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Litispendenza e Omessa Pronuncia: L’Obbligo del Giudice sulle Spese Legali

Quando un giudice chiude un processo dichiarando la litispendenza, è tenuto a decidere anche sulle spese legali? Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha fornito una risposta chiara e inequivocabile, riaffermando un principio fondamentale di procedura civile: ogni pronuncia che definisce un giudizio deve contenere una statuizione sulle spese. Analizziamo insieme questa importante decisione.

I Fatti di Causa: Un Contenzioso tra Cliente e Avvocato

La vicenda trae origine da un’azione legale promossa da un avvocato per ottenere il pagamento dei compensi professionali relativi a quattro diversi giudizi civili, intentata contro due suoi ex clienti. Questi ultimi, tuttavia, si sono difesi sostenendo che la stessa questione fosse già pendente dinanzi alla Corte di Cassazione in un altro procedimento. Hanno quindi eccepito la litispendenza, chiedendo non solo la chiusura del nuovo giudizio, ma anche la condanna dell’avvocato al pagamento delle spese legali e al risarcimento dei danni per lite temeraria, ai sensi dell’art. 96 c.p.c.

La Decisione del Tribunale e il Ricorso in Cassazione

Il Tribunale di Imperia ha accolto l’eccezione, dichiarando la litispendenza e cancellando la causa dal ruolo. Tuttavia, nell’ordinanza, il giudice ha completamente omesso di pronunciarsi sia sulla richiesta di rifusione delle spese di lite, sia sulla domanda di condanna per responsabilità processuale aggravata.

I due clienti, pur essendo risultati vittoriosi sulla questione principale, si sono visti costretti a impugnare questa decisione davanti alla Corte di Cassazione, lamentando un vizio di “omessa pronuncia” (error in procedendo) ai sensi dell’art. 112 c.p.c.

Litispendenza e l’obbligo di pronuncia sulle spese: le motivazioni della Cassazione

La Suprema Corte ha accolto il ricorso, fornendo importanti chiarimenti procedurali. In primo luogo, ha precisato che, sebbene la decisione sulla litispendenza sia assimilabile a quella sulla competenza, in questo caso il ricorso ordinario per cassazione era il rimedio corretto. I ricorrenti, infatti, non contestavano la declaratoria di litispendenza (su cui erano vincitori), ma la mancata pronuncia sulle sue conseguenze accessorie (spese e danni).

Nel merito, la Corte ha ribadito un principio consolidato: l’ordinanza che dichiara la litispendenza, definendo il giudizio, deve essere equiparata a una declaratoria di incompetenza anche per quanto riguarda la necessità di statuire sulle spese processuali. Ogni pronuncia che chiude un processo deve, per sua natura, regolare le spese sostenute dalle parti.

Di conseguenza, il Tribunale, omettendo di decidere sulla domanda di condanna alle spese e su quella per lite temeraria, ha commesso un palese vizio di omessa pronuncia. La Corte di Cassazione, non potendo decidere nel merito (poiché la valutazione sulla temerarietà della lite richiede un esame dei fatti), ha cassato l’ordinanza impugnata limitatamente alle omissioni riscontrate.

Le conclusioni: Le Implicazioni Pratiche della Decisione

La decisione in esame rafforza la tutela della parte che ottiene una pronuncia processuale favorevole. Il principio affermato è che la vittoria, anche se su una questione meramente procedurale come la litispendenza, deve essere completa e includere il diritto al rimborso delle spese legali sostenute per difendersi. La causa è stata quindi rinviata al Tribunale di Imperia, in diversa composizione, che dovrà ora pronunciarsi sulle spese del primo giudizio, sulla domanda per lite temeraria e anche sulle spese del giudizio di cassazione, sanando così l’omissione originaria.

Se un giudice dichiara la litispendenza, è obbligato a pronunciarsi anche sulle spese processuali?
Sì. Secondo la Corte di Cassazione, la pronuncia sulle spese processuali consegue ad ogni decisione che definisce un processo, inclusa quella che dichiara la litispendenza, la quale è assimilabile a una declaratoria di incompetenza.

Cosa può fare la parte vittoriosa se il giudice, pur dichiarando la litispendenza, omette di decidere sulle spese?
La parte vittoriosa può impugnare l’ordinanza per vizio di omessa pronuncia. Il rimedio corretto non è il regolamento di competenza, bensì il mezzo di impugnazione ordinario previsto per quel tipo di provvedimento (in questo caso, il ricorso per cassazione).

In caso di omessa pronuncia sulle spese e sulla lite temeraria, la Corte di Cassazione può decidere direttamente nel merito?
No. La Corte di Cassazione non può decidere direttamente nel merito, ad esempio liquidando le spese o valutando la sussistenza della malafede per la lite temeraria, perché ciò richiederebbe un esame degli atti e degli accertamenti di fatto che non le competono. Deve quindi cassare la decisione e rinviare la causa al giudice precedente per una nuova valutazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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