LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Litisconsorzio necessario terzo pignorato: la guida

Un contribuente si opponeva a un pignoramento presso la propria banca, ma né in primo grado né in appello l’istituto di credito veniva coinvolto nel giudizio. La Corte di Cassazione, con ordinanza 2810/2024, ha annullato la sentenza d’appello, rilevando d’ufficio la nullità dell’intero procedimento per violazione del litisconsorzio necessario del terzo pignorato. Il caso è stato rinviato al Tribunale per un nuovo giudizio che includa tutte le parti necessarie.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 27 ottobre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Litisconsorzio necessario del terzo pignorato: quando un processo è da rifare

Un processo può essere annullato se non coinvolge tutte le parti indispensabili? La risposta è sì. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione (n. 2810/2024) ribadisce un principio fondamentale della procedura civile: nel giudizio di opposizione a un pignoramento presso terzi, è essenziale la partecipazione del cosiddetto terzo pignorato. L’assenza di questa figura cardine comporta una nullità insanabile, rilevabile anche d’ufficio dal giudice. Questo principio garantisce la correttezza del contraddittorio e la stabilità delle decisioni giudiziarie. L’analisi di questo caso offre spunti cruciali sul litisconsorzio necessario del terzo pignorato.

I Fatti di Causa: Un Pignoramento Contestato

Un cittadino riceveva dall’Agente della Riscossione la notifica di un pignoramento dei crediti vantati verso un istituto bancario. Il pignoramento era basato su una cartella di pagamento emessa da un ente provinciale. Ritenendo di non aver mai ricevuto la notifica di tale cartella, il cittadino proponeva opposizione all’esecuzione e agli atti esecutivi.

L’Iter Processuale: Dai Giudici di Merito alla Cassazione

In primo grado, il Tribunale accoglieva l’opposizione, dichiarava la nullità del pignoramento e condannava l’Agente della Riscossione a restituire le somme già incassate. L’Agente della Riscossione impugnava la decisione. La Corte d’Appello, in riforma della sentenza di primo grado, respingeva l’opposizione del cittadino, condannandolo al pagamento delle spese.
A questo punto, il debitore proponeva ricorso per cassazione. Tuttavia, la Suprema Corte, prima ancora di esaminare i motivi del ricorso, rilevava d’ufficio una grave anomalia procedurale: l’istituto di credito, in qualità di terzo pignorato, non era mai stato parte del giudizio, né in primo né in secondo grado.

La Nullità Rilevata d’Ufficio: Il Principio del Litisconsorzio Necessario del Terzo Pignorato

La Corte di Cassazione ha evidenziato come l’intero procedimento fosse viziato da una nullità originaria. Il contraddittorio non era mai stato integro perché mancava una delle parti essenziali: il terzo pignorato. Secondo un orientamento ormai consolidato, nei giudizi di opposizione esecutiva si configura sempre un litisconsorzio necessario tra il creditore, il debitore diretto e il terzo pignorato (il cosiddetto debitor debitoris). Questo significa che il processo, per essere valido, deve svolgersi fin dall’inizio nei confronti di tutti e tre i soggetti.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte ha fondato la sua decisione su un principio di diritto ormai fermo e costante nella sua giurisprudenza. La sentenza chiave, richiamata nell’ordinanza, è la n. 13533 del 2021, che ha esteso esplicitamente il litisconsorzio necessario anche al terzo pignorato nei giudizi di opposizione. Tale principio è stato successivamente confermato da numerose altre pronunce. L’esigenza di coinvolgere il terzo pignorato risiede nel fatto che la decisione finale avrà effetti diretti anche sulla sua posizione giuridica, stabilendo se egli debba pagare al creditore o rimanere obbligato verso il suo creditore originario (il debitore esecutato). L’assenza di una delle parti necessarie vizia insanabilmente il processo e la sentenza che ne deriva, poiché emessa in violazione del principio del contraddittorio.

Le Conclusioni: Annullamento con Rinvio e le Implicazioni Pratiche

In conclusione, la Corte di Cassazione ha cassato la sentenza impugnata. Tuttavia, non ha semplicemente annullato la decisione d’appello, ma ha rinviato l’intera causa al giudice di primo grado, il Tribunale, in persona di un diverso magistrato. Quest’ultimo dovrà celebrare un nuovo giudizio, partendo da zero e assicurandosi che il contraddittorio sia correttamente integrato con la citazione del terzo pignorato. La regolazione delle spese di tutti i gradi di giudizio, compreso quello di legittimità, è stata rimessa al giudice del rinvio. La lezione pratica è chiara: in qualsiasi causa di opposizione a un pignoramento presso terzi, è un errore procedurale grave e fatale non citare in giudizio, sin dal primo atto, anche il soggetto terzo pignorato.

Chi sono le parti necessarie in un giudizio di opposizione a un pignoramento presso terzi?
Secondo la Corte di Cassazione, le parti necessarie sono tre: il creditore procedente, il debitore esecutato e il terzo pignorato (cioè il soggetto debitore del debitore, come una banca o un datore di lavoro).

Cosa succede se il terzo pignorato non viene citato in giudizio nell’opposizione all’esecuzione?
L’omessa citazione del terzo pignorato determina una violazione del contraddittorio e, di conseguenza, la nullità dell’intero procedimento. Tale nullità può essere rilevata in ogni stato e grado del processo, anche d’ufficio dal giudice.

Può il giudice rilevare di sua iniziativa la mancata partecipazione del terzo pignorato al processo?
Sì, come avvenuto nel caso di specie. La violazione delle norme sul litisconsorzio necessario costituisce una nullità processuale così grave che il giudice ha il dovere di rilevarla d’ufficio, anche se nessuna delle parti l’ha eccepita.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati