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Litisconsorzio necessario servitù: la Cassazione dubita

Un erede ricorre in Cassazione contro una sentenza d’Appello che aveva dichiarato la nullità del giudizio di primo grado per mancata integrazione del contraddittorio. Il caso riguarda l’usucapione di una servitù di passaggio su un fondo in comproprietà. La Corte, riscontrando un contrasto giurisprudenziale sulla necessità del litisconsorzio necessario servitù in tali casi, ha rinviato la causa a pubblica udienza per una decisione più approfondita.

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Litisconsorzio Necessario Servitù: la Cassazione Fa il Punto su un Contrasto

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza interlocutoria n. 18350/2024, torna su una questione processuale di grande rilevanza pratica: la necessità del litisconsorzio necessario servitù in caso di azione di accertamento su un fondo in comproprietà. La decisione non risolve il caso, ma evidenzia un contrasto giurisprudenziale interno alla stessa Sezione e rinvia la causa a pubblica udienza, segnalando l’importanza di giungere a una soluzione uniforme.

I Fatti del Caso: Dalla Negazione del Passaggio alla Causa in Tribunale

La vicenda ha origine da una controversia tra proprietari di fondi confinanti. Un proprietario citava in giudizio il vicino per far accertare l’inesistenza del diritto di quest’ultimo a transitare su un’area di sua proprietà. Il convenuto non solo si opponeva, ma presentava una domanda riconvenzionale per ottenere l’accertamento dell’avvenuto acquisto del diritto di passaggio per usucapione.

Il Tribunale di primo grado accoglieva la domanda riconvenzionale, riconoscendo l’esistenza della servitù per usucapione. Tuttavia, la Corte d’Appello ribaltava la situazione, dichiarando la nullità della sentenza di primo grado. Il motivo? La mancata partecipazione al giudizio di un altro comproprietario del fondo servente, ritenuto litisconsorte necessario.

Il Dubbio sul Litisconsorzio Necessario Servitù e il Ricorso in Cassazione

L’erede del convenuto originario ha proposto ricorso in Cassazione, contestando la decisione della Corte d’Appello. Secondo la difesa, non sussisteva la necessità di coinvolgere tutti i comproprietari, poiché la domanda mirava unicamente all’accertamento dell’esistenza della servitù per usucapione e non all’esecuzione di opere che modificassero lo stato dei luoghi. È proprio su questo punto che la Cassazione ha rilevato un’incertezza interpretativa.

Le Motivazioni: Un Contrasto Giurisprudenziale da Risolvere

La Suprema Corte, nell’analizzare il motivo di ricorso, ha messo in luce due orientamenti opposti all’interno della propria giurisprudenza.

Primo orientamento: Sostiene che il litisconsorzio necessario passivo non sussiste quando l’azione (confessoria o negatoria servitutis) è finalizzata solo a far dichiarare l’esistenza o l’inesistenza della servitù nei confronti di chi ne contesta o impedisce l’esercizio. In questo scenario, non essendo richiesta una modifica materiale della cosa comune, non sarebbe indispensabile la presenza di tutti i comproprietari.

Secondo orientamento: Afferma, al contrario, che una domanda di accertamento dell’acquisto per usucapione di una servitù su un fondo in comunione richiede sempre il litisconsorzio necessario di tutti i comproprietari. La servitù, infatti, è un diritto reale indivisibile, e il suo accertamento, sia esso positivo o negativo, deve necessariamente produrre effetti nei confronti di tutti i titolari del bene servente.

Questo secondo indirizzo, più recente e rigoroso, è stato ribadito in diverse occasioni, sottolineando che quando si discute della costituzione o dell’accertamento di una servitù, tutti i proprietari del fondo servente hanno diritto a partecipare al giudizio. Il contrasto tra questi due filoni interpretativi crea incertezza e rende necessario un intervento chiarificatore.

Le Conclusioni: Causa Rinviata a Pubblica Udienza

In considerazione di questa divergenza interpretativa, il Collegio ha ritenuto opportuno non decidere la questione in camera di consiglio. Ha quindi disposto il rinvio del ricorso a nuovo ruolo affinché venga trattato in pubblica udienza. Questa scelta procedurale permette una discussione più ampia e approfondita del problema, con l’obiettivo di risolvere il contrasto e fornire un principio di diritto chiaro e uniforme. La futura sentenza sarà di fondamentale importanza per definire, una volta per tutte, quando e perché è obbligatorio citare in giudizio tutti i comproprietari in cause relative a servitù.

Qual è la questione giuridica centrale di questa ordinanza?
La questione centrale è se, in una causa per l’accertamento di una servitù di passaggio acquisita per usucapione su un fondo appartenente a più proprietari, sia necessario citare in giudizio tutti i comproprietari (litisconsorzio necessario) o se sia sufficiente agire solo contro uno di essi.

Perché la Corte d’Appello ha annullato la sentenza di primo grado?
La Corte d’Appello ha dichiarato la nullità della sentenza perché il giudizio di primo grado si era svolto senza la partecipazione di uno dei comproprietari del fondo servente, ritenendo la sua presenza in causa indispensabile (litisconsorzio necessario).

Cosa ha deciso la Corte di Cassazione con questo provvedimento?
La Corte di Cassazione non ha deciso nel merito del ricorso. Ha preso atto dell’esistenza di un contrasto giurisprudenziale sulla questione del litisconsorzio necessario in materia di servitù e ha rinviato la causa a una pubblica udienza per consentire una discussione approfondita e risolvere tale contrasto.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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