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Litisconsorzio necessario luci: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 8133/2024, ha chiarito che in una causa per la regolarizzazione di aperture (luci) su un muro perimetrale condominiale, non sussiste litisconsorzio necessario con tutti i condomini. L’azione va proposta unicamente nei confronti del proprietario dell’unità immobiliare a cui le aperture servono. La Corte ha rigettato il ricorso principale che sosteneva la necessità di coinvolgere l’intero condominio, ribadendo che le luci, a differenza del muro, non costituiscono bene comune.

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Litisconsorzio Necessario Luci: a Chi Notificare l’Atto di Citazione?

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione affronta un tema cruciale nelle controversie condominiali: in caso di azione legale per la regolarizzazione di luci aperte su un muro perimetrale, è necessario coinvolgere tutti i condomini? La risposta, come vedremo, si fonda su una distinzione fondamentale tra la proprietà del muro e la titolarità delle aperture, escludendo il litisconsorzio necessario per questo tipo di contenziosi e semplificando notevolmente il processo.

I Fatti di Causa

La vicenda ha origine dall’azione legale intrapresa dalla proprietaria di un immobile che citava in giudizio i suoi vicini, proprietari di un’altra unità nello stesso stabile. L’attrice chiedeva la regolarizzazione o la chiusura di alcune aperture, qualificate come ‘luci’, che i vicini avevano realizzato sul muro perimetrale affacciato sulla sua proprietà, ritenendole non conformi alla legge. I convenuti si difendevano eccependo, tra le altre cose, un difetto del contraddittorio. A loro avviso, poiché le luci insistevano su un muro condominiale, la causa avrebbe dovuto coinvolgere tutti i proprietari dell’edificio.

Il Tribunale di primo grado accoglieva parzialmente la domanda dell’attrice, condannando i convenuti a regolarizzare le aperture. La Corte d’Appello, successivamente adita, confermava sostanzialmente la decisione, respingendo l’appello dei vicini e ribadendo che non fosse necessario integrare il contraddittorio a tutti i condomini.

La Questione del Litisconsorzio Necessario per le Luci

Il fulcro del ricorso in Cassazione è stata la presunta violazione del principio del contraddittorio (artt. 101 e 102 c.p.c.). I ricorrenti sostenevano che, essendo il muro perimetrale un bene comune, qualsiasi modifica richiesta su di esso, inclusa la regolarizzazione delle luci, avrebbe dovuto essere discussa in un processo che vedesse la partecipazione obbligatoria dell’intero condominio. Si tratterebbe, secondo la loro tesi, di un caso di litisconsorzio necessario.

L’errore della Corte d’Appello, secondo i ricorrenti, sarebbe stato quello di non considerare che le modifiche richieste avrebbero inciso su una parte comune dell’edificio, rendendo indispensabile la presenza in giudizio di tutti i comproprietari.

Altre Censure Mosse nel Ricorso

Oltre alla questione principale, i ricorrenti hanno sollevato altri motivi di doglianza, tra cui la presunta violazione del principio dell’abuso del diritto, sostenendo che l’azione legale fosse stata intrapresa a scopo puramente vendicativo. Hanno inoltre contestato la condanna al risarcimento del danno e la quantificazione delle spese legali, ritenendole ingiustificate e mal motivate.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso principale, ritenendolo infondato in tutti i suoi motivi. La motivazione centrale della decisione si basa su un principio di diritto consolidato, già espresso in una precedente pronuncia (Cass. n. 7745/1999), che distingue nettamente la proprietà del muro perimetrale dalla titolarità delle aperture che vi si trovano.

Gli Ermellini hanno chiarito che, sebbene il muro perimetrale sia un bene condominiale, le luci o le vedute che si aprono su di esso servono esclusivamente all’utilità della singola unità immobiliare a cui danno aria e luce. Di conseguenza, esse non costituiscono un bene comune, ma una pertinenza della proprietà esclusiva. L’azione legale volta a far rispettare le distanze legali o a regolarizzare tali aperture ha natura reale e deve essere proposta unicamente nei confronti del proprietario dell’immobile che ne trae beneficio. Non è quindi necessario citare in giudizio l’intero condominio.

La Corte ha specificato che la censura dei ricorrenti era ‘destituita di fondamento’ perché la domanda giudiziale mirava solo all’eliminazione o alla modifica delle vedute, non del muro in sé. Pertanto, la decisione del giudice di merito di non applicare il litisconsorzio necessario per le luci è stata corretta e conforme al diritto.

La Corte ha inoltre respinto gli altri motivi, qualificando come inammissibili le censure sul risarcimento del danno (perché rivolte contro la sentenza di primo grado e non contro quella d’appello) e infondate quelle sulla quantificazione delle spese legali, rientrando quest’ultima nel potere discrezionale del giudice di merito.

Conclusioni e Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza consolida un importante principio in materia di diritto condominiale e processuale. La decisione chiarisce che le azioni legali concernenti luci e vedute aperte sui muri comuni devono essere indirizzate esclusivamente contro i proprietari delle singole unità immobiliari che da esse traggono vantaggio. Questo orientamento ha rilevanti implicazioni pratiche: semplifica il contenzioso, riducendo il numero di parti da coinvolgere e, di conseguenza, i tempi e i costi del processo. Evita di gravare l’intero condominio di una lite che, nella sostanza, riguarda il rapporto tra singoli proprietari. Per chi intende agire per la tutela dei propri diritti, la sentenza offre una chiara indicazione su chi sia il legittimato passivo, ovvero il soggetto contro cui l’azione deve essere correttamente incardinata.

In una causa per regolarizzare delle aperture (luci) su un muro condominiale, è necessario citare in giudizio tutti i condomini?
No. Secondo la Corte di Cassazione, l’azione va proposta solo nei confronti del proprietario dell’unità immobiliare servita dalle luci, poiché queste ultime, a differenza del muro, non sono considerate un bene comune. Non sussiste quindi un’ipotesi di litisconsorzio necessario.

Qual è la differenza tra il muro perimetrale e le luci che vi si aprono dal punto di vista della proprietà?
Il muro perimetrale è un bene comune di proprietà di tutti i condomini. Le luci che si aprono su di esso, invece, sono considerate pertinenze della singola unità immobiliare a cui forniscono aria e luce, e quindi appartengono al proprietario di quest’ultima.

Quando un’azione legale può essere considerata un ‘abuso del diritto’?
Sebbene la Corte non approfondisca il tema, implicitamente conferma che un’azione non può essere considerata abusiva o emulativa se risulta fondata nel merito. La fondatezza della pretesa esclude di per sé la natura emulativa dell’azione, ovvero quella intrapresa al solo scopo di nuocere ad altri.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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