LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Litisconsorzio necessario: l’INPS parte del giudizio

Un gruppo di ex dipendenti di un istituto di credito ha richiesto la riliquidazione del proprio assegno straordinario di solidarietà. La Corte di Cassazione ha annullato le sentenze precedenti, dichiarando la nullità del giudizio per non aver incluso l’ente previdenziale. È stato affermato il principio del litisconsorzio necessario, rinviando la causa al primo grado per integrare il contraddittorio.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 16 novembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Litisconsorzio necessario: la presenza dell’ente previdenziale è fondamentale

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha riaffermato un principio procedurale cruciale nelle controversie lavorative relative agli assegni di solidarietà: il litisconsorzio necessario con l’ente previdenziale. Quando un giudizio riguarda prestazioni erogate da tale ente, la sua partecipazione è indispensabile per la validità del processo. Vediamo insieme i dettagli di questa importante decisione.

I fatti del caso: la richiesta dei lavoratori

Un gruppo di ex dipendenti di un noto istituto di credito, collocati in esubero, aveva avviato una causa per ottenere la riliquidazione dell’assegno straordinario erogato dal Fondo di solidarietà di settore. La loro richiesta si basava sulla volontà di includere, nel calcolo della contribuzione correlata, anche i compensi percepiti per lavoro straordinario e i premi aziendali.

Sia il tribunale di primo grado sia la Corte d’Appello avevano respinto la domanda dei lavoratori, basando la loro decisione sull’interpretazione della normativa specifica del settore del credito, che a loro avviso derogava alla disciplina generale.

Il principio del litisconsorzio necessario e il ruolo dell’ente previdenziale

La questione centrale affrontata dalla Corte di Cassazione non ha riguardato il merito della richiesta dei lavoratori, bensì un vizio di procedura fondamentale. La Corte ha rilevato che nel giudizio non era stato coinvolto l’ente previdenziale, ovvero il soggetto deputato per legge all’erogazione materiale dell’assegno straordinario e destinatario della relativa contribuzione.

Qualsiasi decisione sulla modalità di calcolo dell’assegno e della contribuzione incide direttamente sulla sfera giuridica dell’ente. Pertanto, la sua assenza dal processo viola il principio del contraddittorio, rendendo la sentenza inefficace nei suoi confronti. Si configura, in questi casi, un’ipotesi di litisconsorzio necessario, che impone la partecipazione di tutti i soggetti interessati dalla decisione.

La decisione della Corte di Cassazione

Richiamando precedenti pronunce consolidate, la Suprema Corte ha stabilito che la domanda dei ricorrenti, volta a ottenere una riliquidazione dell’assegno tramite un diverso computo della contribuzione, era destinata a incidere direttamente nella sfera giuridica dell’ente previdenziale. Di conseguenza, quest’ultimo avrebbe dovuto essere parte del giudizio sin dal primo grado.

Non avendo la Corte d’Appello rilevato questo difetto di integrità del contraddittorio, la sua sentenza è stata cassata. La causa è stata rinviata non al giudice d’appello, ma direttamente al giudice di primo grado, come previsto dal codice di procedura civile in caso di violazione delle norme sul litisconsorzio necessario.

Le motivazioni

La motivazione della Corte si fonda sulla natura della domanda e sugli effetti della potenziale sentenza. Poiché l’ente previdenziale è il soggetto che eroga l’assegno e gestisce il Fondo di solidarietà, una decisione che modifica i criteri di calcolo di tale assegno non può essere presa senza il suo coinvolgimento. Ignorare questo aspetto significa emettere una sentenza “inutiliter data”, ovvero una sentenza inefficace perché non opponibile a un soggetto che ne è direttamente toccato. Il rispetto del contraddittorio e la necessità di una decisione che sia vincolante per tutte le parti interessate impongono la partecipazione dell’ente al processo.

Le conclusioni

Questa ordinanza sottolinea l’importanza di una corretta instaurazione del giudizio. Anche una causa fondata nel merito può essere persa per un vizio di procedura. Per i lavoratori e i loro legali, ciò significa che nelle cause relative a prestazioni previdenziali o assistenziali, è fondamentale citare in giudizio non solo il datore di lavoro, ma anche l’ente erogatore. Per le aziende, conferma che le decisioni su tali materie richiedono una visione completa che includa tutti gli attori istituzionali coinvolti. La decisione rinvia il tutto al punto di partenza, con un notevole dispendio di tempo e risorse, evidenziando come la correttezza procedurale sia un presupposto imprescindibile per ottenere giustizia.

Chi deve partecipare a un giudizio che riguarda la riliquidazione di un assegno straordinario a carico di un fondo di solidarietà?
Secondo la Corte di Cassazione, devono necessariamente partecipare sia il lavoratore che ha promosso la causa, sia il datore di lavoro, sia l’ente previdenziale (come l’INPS) che è deputato all’erogazione dell’assegno e alla gestione del fondo.

Perché l’ente previdenziale è considerato una parte necessaria in queste cause?
L’ente previdenziale è una parte necessaria perché la decisione sulla modalità di calcolo e sull’importo dell’assegno straordinario incide direttamente sulla sua sfera giuridica, essendo il soggetto che materialmente paga la prestazione e riceve i relativi contributi.

Cosa succede se una parte necessaria, come l’ente previdenziale, non viene inclusa nel processo?
Se una parte necessaria non viene inclusa, si verifica un difetto di integrità del contraddittorio. Questo vizio procedurale comporta la nullità del giudizio e delle sentenze emesse. La Corte di Cassazione, in tal caso, cassa la sentenza e rinvia la causa al giudice di primo grado affinché il processo ricominci con la partecipazione di tutte le parti necessarie.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati