LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Litisconsorzio necessario: la chiamata del terzo in causa

Una società di costruzioni ha citato in giudizio un istituto di credito per ottenere un cospicuo risarcimento, sostenendo che prelievi non autorizzati fossero stati effettuati da un terzo con firme false. Nei gradi di merito la domanda è stata respinta. La Corte di Cassazione, prima di decidere nel merito, ha rilevato un vizio procedurale: il terzo, indicato come l’unico responsabile dalla banca e chiamato in causa nei gradi precedenti, non era stato citato nel giudizio di Cassazione. Poiché la decisione sul responsabile del debito (la banca o il terzo) crea un’ipotesi di litisconsorzio necessario, la Corte ha ordinato di integrare il contraddittorio, rinviando la causa a nuovo ruolo per permettere la notifica dell’atto al terzo.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 31 ottobre 2025 in Diritto Bancario, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Litisconsorzio necessario: quando il terzo deve partecipare al processo

L’ordinanza interlocutoria n. 3916/2024 della Corte di Cassazione offre un importante chiarimento su un principio fondamentale del diritto processuale: il litisconsorzio necessario. Questo concetto, che può sembrare tecnico, ha implicazioni pratiche enormi, poiché garantisce che tutte le parti la cui posizione giuridica è direttamente interessata da una decisione siano presenti nel processo. Il caso in esame nasce da una complessa vicenda di presunte firme false su assegni e prelievi bancari, ma la Corte si ferma prima di analizzare il merito per correggere un errore procedurale cruciale: la mancata partecipazione di un soggetto chiave al giudizio di legittimità.

I Fatti del Caso: Dalla Richiesta di Pagamento alla Causa Risarcitoria

La controversia ha origine da una pretesa creditoria di un istituto bancario nei confronti di una società di costruzioni, basata su un saldo passivo di conto corrente e su alcuni effetti cambiari insoluti. La società si opponeva al decreto ingiuntivo ottenuto dalla banca, disconoscendo le firme apposte sui documenti di prelievo. Nel corso del primo giudizio, la banca rinunciava alla propria pretesa contro la società e chiedeva, invece, la condanna di un terzo soggetto, indicato come l’effettivo autore dei prelievi fraudolenti. Di conseguenza, il decreto ingiuntivo veniva revocato.

Successivamente, la società di costruzioni intentava una nuova causa contro la banca, chiedendo un ingente risarcimento danni. Sosteneva che il saldo negativo del suo conto corrente derivasse interamente da operazioni non autorizzate, effettuate dal terzo soggetto tramite firme apocrife. Sia il Tribunale che la Corte d’Appello rigettavano la domanda risarcitoria. I giudici di merito ritenevano che la revoca del precedente decreto ingiuntivo non costituisse una prova della falsità delle firme, ma fosse solo una conseguenza della rinuncia processuale della banca. Inoltre, consideravano inammissibile, perché tardiva, la richiesta della società di accertare la falsità delle firme nel nuovo giudizio.

La Decisione della Cassazione e l’importanza del Litisconsorzio Necessario

Giunta dinanzi alla Corte di Cassazione, la vicenda assume una piega puramente processuale. Prima di esaminare i motivi del ricorso della società e del controricorso della banca, il Collegio rileva d’ufficio la necessità di integrare il contraddittorio nei confronti del terzo soggetto, il presunto autore delle falsificazioni.

Questo individuo era stato chiamato in causa dalla banca nel primo giudizio come unico responsabile e, sebbene rimasto contumace, era formalmente parte del processo nei gradi di merito. Tuttavia, il ricorso per cassazione non gli era stato notificato. La Corte chiarisce che la chiamata in causa del terzo come unico responsabile crea un’ipotesi di litisconsorzio necessario processuale. La decisione sulla responsabilità è infatti alternativa: o è responsabile la banca (convenuta) o è responsabile il terzo chiamato in causa. Questa alternativa rende le cause dipendenti e inscindibili, imponendo la presenza di tutti i soggetti coinvolti in ogni fase del giudizio, inclusa quella di Cassazione.

Le Motivazioni dell’Ordinanza

La motivazione della Corte si fonda sulla natura del rapporto processuale che si viene a creare. Quando il convenuto (la banca) si difende indicando un terzo come l’unico vero responsabile, la controversia si estende necessariamente a quest’ultimo. La decisione finale, che dovrà individuare l’unico obbligato, non può essere presa senza la partecipazione di tutti i potenziali responsabili. Se così non fosse, si potrebbero avere sentenze contraddittorie e ineseguibili.

Il Collegio sottolinea che questo legame inscindibile, definito litisconsorzio necessario processuale o alternativo, non può essere sciolto neanche in sede di impugnazione. Pertanto, la mancata notifica del ricorso per cassazione al terzo costituisce un vizio che deve essere sanato prima di poter procedere all’esame del merito. La Corte, quindi, non decide la causa ma emette un’ordinanza interlocutoria con cui dispone che le parti provvedano a notificare il ricorso al litisconsorte pretermesso entro un termine stabilito, rinviando la causa a nuovo ruolo.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche

La decisione in commento ribadisce un principio cardine del giusto processo: nessuno può subire gli effetti di una sentenza senza aver avuto la possibilità di difendersi. In casi di responsabilità alternativa, è fondamentale che tutti i soggetti tra cui il giudice deve scegliere il colpevole siano parte del processo in ogni sua fase. Per gli avvocati, ciò significa prestare la massima attenzione nell’individuare tutti i litisconsorti necessari al momento di redigere un’impugnazione, per evitare ritardi e possibili declaratorie di inammissibilità. Per le parti, è una garanzia che la complessa rete di rapporti giuridici verrà analizzata in un unico contesto, assicurando una decisione coerente e definitiva.

Quando si verifica un’ipotesi di litisconsorzio necessario processuale?
Si verifica quando la decisione della controversia tra l’attore e il convenuto è alternativa rispetto a quella tra l’attore e un terzo. In pratica, quando si deve individuare un unico responsabile tra più soggetti, la loro presenza congiunta nel processo diventa obbligatoria.

Cosa succede se un litisconsorte necessario non viene citato nel giudizio di Cassazione?
La Corte di Cassazione, prima di decidere nel merito, deve ordinare l’integrazione del contraddittorio. Ciò significa che il ricorrente deve notificare l’atto di impugnazione alla parte che è stata omessa, entro un termine fissato dal giudice. Il processo viene quindi sospeso e rinviato in attesa di tale adempimento.

Perché il terzo, presunto autore delle falsificazioni, è considerato un litisconsorte necessario in questo caso?
È considerato un litisconsorte necessario perché la banca, convenuta nel giudizio, lo aveva indicato come l’unico responsabile delle operazioni non autorizzate. La decisione finale avrebbe dovuto stabilire se a rispondere del danno fosse la banca o il terzo. Questa alternativa rende le loro posizioni giuridiche interdipendenti e inscindibili, richiedendo la sua partecipazione obbligatoria al processo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati