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Litisconsorzio necessario e demolizione bene comune

Un comproprietario modifica un cortile comune. Gli altri chiedono la demolizione. La Cassazione stabilisce il principio del litisconsorzio necessario: l’ordine di demolizione di un bene comune richiede la partecipazione al processo di tutti i comproprietari, pena l’annullamento della sentenza. La causa viene rinviata al giudice di primo grado.

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Litisconsorzio Necessario: Demolizione di Bene Comune e Obbligo di Chiamata in Causa di Tutti i Comproprietari

L’ordinanza in esame affronta un tema cruciale nella gestione dei beni in comunione: il litisconsorzio necessario. La Corte di Cassazione, con una decisione chiara e fondata su principi consolidati, stabilisce che quando si chiede la demolizione di un’opera costruita su un’area comune, è indispensabile che tutti i comproprietari partecipino al giudizio. In caso contrario, la sentenza sarebbe inefficace e il processo viziato sin dall’origine.

I Fatti: La Modifica Illegittima del Cortile Comune

La vicenda ha origine dalla controversia tra comproprietari di un terreno adibito a cortile (aia). Uno di essi decideva di modificare lo stato dei luoghi, demolendo un muro di recinzione esistente e costruendone uno nuovo in modo da annettere una porzione dell’area comune alla sua proprietà esclusiva.

Altri comproprietari, sentendosi lesi nel loro diritto, si rivolgevano al Tribunale per chiedere l’accertamento della comproprietà, la condanna del convenuto alla “riduzione in pristino” (cioè al ripristino della situazione originaria) e il risarcimento dei danni. Il convenuto, a sua volta, si difendeva chiedendo il riconoscimento della sua proprietà esclusiva per usucapione o, in alternativa, lo scioglimento della comunione.

Il Percorso Giudiziario e la Questione del Litisconsorzio Necessario

Il Tribunale di primo grado, accortosi che l’aia era di proprietà anche di altri soggetti non coinvolti nella causa, ordinava l’integrazione del contraddittorio. Tuttavia, il processo proseguiva e si concludeva con l’accoglimento delle domande degli attori e il rigetto delle richieste del convenuto.

La Corte d’Appello, investita della questione, riformava parzialmente la decisione. I giudici di secondo grado ritenevano che il litisconsorzio necessario sussistesse solo per la domanda di scioglimento della comunione, ma non per quella di accertamento e ripristino dello stato dei luoghi. Separavano quindi le cause, rimettendo al Tribunale quella di scioglimento e confermando, per il resto, l’ordine di demolizione. Questa decisione è stata impugnata dinanzi alla Corte di Cassazione, proprio per la presunta violazione delle norme sul litisconsorzio.

Le Motivazioni della Cassazione: Perché il Litisconsorzio Necessario è Fondamentale

La Suprema Corte ha accolto il ricorso, cassando la sentenza d’appello e rinviando la causa al giudice di primo grado. Le motivazioni si basano su principi giuridici solidi e di fondamentale importanza pratica.

Il Principio di Accessione e la Proprietà Comune dell’Opera

Il punto di partenza del ragionamento della Corte è il principio di accessione, sancito dall’art. 934 del codice civile. In base a tale principio, qualsiasi costruzione edificata su un suolo appartiene al proprietario del suolo stesso. Nel caso di specie, il nuovo muro, essendo stato costruito sull’aia comune, è diventato per accessione di proprietà comune a tutti i comproprietari, inclusi quelli che non avevano partecipato al giudizio.

L’Inefficacia di una Sentenza “Inutiliter Data”

Di conseguenza, un ordine di demolizione di tale opera incide direttamente sul diritto di proprietà di tutti i contitolari. Una sentenza emessa senza la partecipazione di tutti i comproprietari sarebbe per loro “res inter alios acta”, cioè un atto giuridico che non può né avvantaggiarli né pregiudicarli. L’ordine di demolizione sarebbe ineseguibile nei confronti dei comproprietari assenti, rendendo la pronuncia del giudice “inutiliter data”, ovvero inutile.

La Corte ha ribadito che, sebbene la tutela della cosa comune spetti a ciascun comproprietario, questo principio non si applica quando l’azione richiesta, come la demolizione, comporta una modifica sostanziale del bene comune. In questi casi, la partecipazione di tutti è essenziale per garantire una decisione giusta ed efficace.

Le Conclusioni: Annullamento con Rinvio e Implicazioni Pratiche

In conclusione, la Cassazione ha stabilito che la domanda volta a ottenere la demolizione di un’opera costruita su un bene comune dà luogo a un’ipotesi di litisconsorzio necessario tra tutti i comproprietari. L’omessa integrazione del contraddittorio costituisce un vizio insanabile che determina l’annullamento della sentenza e la necessità di rimettere la causa al giudice di primo grado, affinché il processo si svolga correttamente fin dall’inizio con la partecipazione di tutti i soggetti interessati. Questa pronuncia serve da monito: prima di intraprendere azioni giudiziarie che incidono sulla sostanza di un bene comune, è fondamentale assicurarsi di coinvolgere tutti i titolari del diritto per evitare anni di contenzioso inutile.

Quando è obbligatorio chiamare in giudizio tutti i comproprietari di un bene?
È obbligatorio quando la decisione richiesta dal giudice, come la demolizione di un’opera costruita sul bene comune, è destinata a incidere sul diritto di proprietà di tutti. In questi casi si parla di litisconsorzio necessario.

Un’opera costruita su un terreno comune a chi appartiene?
In base al principio di accessione (art. 934 c.c.), qualsiasi opera costruita su un terreno comune diventa automaticamente di proprietà comune di tutti i comproprietari del terreno stesso, salvo diverso accordo.

Cosa succede se un comproprietario necessario non viene citato in giudizio in una causa di demolizione?
La sua assenza determina un vizio del contraddittorio. La sentenza emessa è annullabile perché sarebbe inefficace e ineseguibile nei confronti del comproprietario non citato. La Corte di Cassazione, rilevato il vizio, annulla la sentenza e rimette la causa al giudice di primo grado per un nuovo processo con la partecipazione di tutti.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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