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Litisconsorzio necessario: appello assicuratore e terzo

La sentenza analizza un caso di compravendita immobiliare in cui un mediatore, citato per responsabilità, chiama in garanzia la propria assicurazione. La Corte di Cassazione, stabilendo un litisconsorzio necessario processuale, ha chiarito che l’appello tempestivo dell’assicuratore giova anche all’assicurato la cui impugnazione era stata dichiarata inammissibile. La Corte d’Appello, in sede di rinvio, ha applicato tale principio, riformando la sentenza di primo grado, rigettando le domande contro il mediatore e regolando le spese di tutti i gradi di giudizio secondo il principio della soccombenza e di causazione.

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Pubblicato il 14 febbraio 2025 in Diritto Immobiliare, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Litisconsorzio Necessario: L’Appello dell’Assicuratore Salva il Mediatore

Una recente sentenza della Corte di Appello di Roma, pronunciata in sede di rinvio, offre un’importante lezione sul litisconsorzio necessario processuale e i suoi effetti nei rapporti tra un assicurato e la sua compagnia di assicurazione. Il caso, originato da una compravendita immobiliare, dimostra come l’impugnazione proposta dall’assicuratore possa estendere i suoi effetti benefici all’assicurato, anche quando quest’ultimo non abbia proposto un appello valido.

I Fatti di Causa

Tutto ha inizio con la stipula di un contratto preliminare di compravendita per un immobile, mediato da un’agenzia. La promissaria acquirente scopre che l’immobile presenta difformità edilizie che ne impediscono il trasferimento e decide di agire in giudizio. Cita quindi sia la promittente venditrice che la società di mediazione. Le sue richieste sono chiare: risoluzione del contratto, restituzione del doppio della caparra dalla venditrice e restituzione del compenso versato al mediatore, oltre al risarcimento dei danni.

Il mediatore, a sua volta, si difende e chiama in causa la propria compagnia di assicurazione per la responsabilità professionale, chiedendo di essere tenuto indenne (in manleva) da eventuali condanne.

L’Iter Giudiziario e l’Errore Processuale

Il Tribunale di primo grado accoglie in parte le domande, condannando la venditrice, il mediatore e l’assicurazione a manlevare quest’ultimo.

La vicenda si complica in appello. La Corte d’Appello dichiara inammissibile l’appello del mediatore perché tardivo, ma accoglie quello dell’assicuratore, rigettando la domanda di garanzia. Questo crea una situazione paradossale: la condanna del mediatore diventa definitiva, mentre la sua copertura assicurativa viene meno. È a questo punto che interviene la Corte di Cassazione.

L’Intervento della Cassazione e il Litisconsorzio Necessario Processuale

La Suprema Corte, con la sentenza che ha disposto il rinvio, accoglie il ricorso del mediatore, cassando la decisione d’appello. Il principio chiave affermato è quello del litisconsorzio necessario processuale. Secondo la Cassazione, quando l’assicuratore impugna la sentenza che lo condanna in solido con l’assicurato, l’esito di tale appello deve necessariamente estendersi anche all’assicurato. Questo perché la domanda di garanzia è logicamente dipendente dall’accertamento della responsabilità del garantito. Non si possono avere due decisioni contrastanti sullo stesso punto. L’appello dell’assicuratore, quindi, ‘salva’ anche l’assicurato la cui impugnazione era stata viziata.

Le Motivazioni

La Corte d’Appello, in sede di rinvio, si è attenuta scrupolosamente al principio di diritto enunciato dalla Cassazione. Ha quindi considerato l’appello dell’assicuratore come se fosse stato proposto anche dal mediatore, riesaminando nel merito la sua posizione. Poiché la sentenza d’appello originaria (poi cassata) aveva già escluso la responsabilità della promittente venditrice con statuizione passata in giudicato, la Corte ha concluso che non poteva sussistere neppure una responsabilità del mediatore per non aver segnalato difetti legati all’incommerciabilità del bene. Di conseguenza, ha riformato la sentenza di primo grado e ha rigettato integralmente le domande proposte dalla promissaria acquirente nei confronti del mediatore.

La Corte ha poi regolato le spese di tutti i gradi di giudizio, applicando il principio della soccombenza e quello di causazione. L’acquirente, risultata soccombente, è stata condannata a rifondere le spese legali al mediatore e alla venditrice. Per quanto riguarda il rapporto tra mediatore e assicurazione, le spese sono state compensate. La Corte ha ritenuto che la chiamata in causa dell’assicurazione non fosse arbitraria, ma una conseguenza diretta e logica della domanda risarcitoria dell’acquirente, anche se poi tale domanda è stata rigettata.

Conclusioni

Questa sentenza è un monito fondamentale sull’importanza dei legami processuali, specialmente nelle cause di garanzia. Stabilisce che l’impugnazione di una parte in un rapporto inscindibile (come quello tra assicurato e assicuratore in garanzia) giova a tutte le altre parti del rapporto, preservando la coerenza del sistema giudiziario. Per i professionisti, come i mediatori immobiliari, emerge l’importanza di avere una copertura assicurativa e di comprendere che la strategia processuale della propria compagnia può avere effetti diretti e decisivi sulla propria posizione, anche in caso di errori procedurali personali.

L’appello della compagnia di assicurazione giova anche all’assicurato che non ha impugnato o lo ha fatto in modo inammissibile?
Sì. Secondo la sentenza, in base al principio del litisconsorzio necessario processuale, l’impugnazione proposta dall’assicuratore chiamato in garanzia contro la statuizione di responsabilità del suo assicurato estende i suoi effetti anche a quest’ultimo, indipendentemente dalla validità della sua autonoma impugnazione.

Cosa succede quando la Cassazione cassa una sentenza per un vizio processuale come in questo caso?
Il processo torna a un giudice di pari grado (giudizio di rinvio), che deve decidere nuovamente la questione attenendosi ai principi di diritto stabiliti dalla Corte di Cassazione. In questo caso, il giudice di rinvio ha dovuto considerare l’appello dell’assicuratore come esteso anche all’assicurato e riesaminare il merito della causa.

Chi paga le spese legali tra il convenuto e il terzo chiamato in garanzia, se la domanda principale viene respinta?
Le spese vengono compensate. La sentenza applica il principio di causazione: se la chiamata in causa del terzo (l’assicurazione) era una reazione logica e non arbitraria alla domanda dell’attore, le spese tra il convenuto (il mediatore) e il terzo chiamato (l’assicurazione) possono essere compensate, poiché la necessità del processo è stata creata dall’azione iniziale dell’attore, anche se poi risultata infondata.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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