LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Liquidazione spese processuali: la Cassazione chiarisce

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 3589/2024, interviene sulla liquidazione spese processuali in un caso di equa riparazione per eccessiva durata di un processo. La Corte ha stabilito che il giudice del rinvio deve regolare le spese di tutte le fasi del giudizio basandosi sul principio della soccombenza globale. Inoltre, ha chiarito che la liquidazione di un indennizzo inferiore a quello richiesto non giustifica la compensazione parziale delle spese, poiché il cittadino risulta comunque vincitore.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 30 ottobre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Liquidazione spese processuali: come si calcolano dopo un rinvio della Cassazione?

La corretta liquidazione spese processuali rappresenta un aspetto cruciale per la tutela dei diritti delle parti in un giudizio. Spesso, al termine di un lungo iter giudiziario, la questione di chi paga cosa e in che misura diventa centrale. Con l’ordinanza in esame, la Corte di Cassazione offre un importante chiarimento sul principio di soccombenza globale, specialmente nei casi complessi che attraversano più gradi di giudizio, inclusa la fase di rinvio.

I Fatti del Caso

La vicenda ha origine dalla richiesta di un cittadino di ottenere un’equa riparazione per l’eccessiva durata di un processo amministrativo durato quasi diciassette anni. Nel 2012, il cittadino si rivolge alla Corte di Appello, che nel 2017 gli riconosce un indennizzo di oltre 9.000 euro, oltre alle spese legali.

Tuttavia, il Ministero dell’Economia e delle Finanze impugna tale decisione, ottenendone la revoca. Il cittadino non si arrende e ricorre in Cassazione, che accoglie il suo ricorso e rinvia la causa nuovamente alla Corte di Appello. Quest’ultima, nel 2021, riconosce al cittadino un indennizzo ridotto (5.600 euro) e decide di compensare parzialmente le spese legali di varie fasi del giudizio. Insoddisfatto da questa gestione delle spese, il cittadino si rivolge una seconda volta alla Corte di Cassazione, contestando proprio la modalità di liquidazione spese processuali adottata.

La Decisione della Corte di Cassazione sulla liquidazione spese processuali

La Suprema Corte ha accolto le ragioni del ricorrente, cassando la sentenza della Corte di Appello limitatamente alla parte relativa alle spese. Il punto centrale della decisione risiede nell’errata applicazione del principio di soccombenza.

I giudici di legittimità hanno stabilito che il giudice del rinvio, quando è chiamato a decidere nuovamente una causa, ha il dovere di regolare le spese legali non solo della fase di rinvio, ma di tutte le fasi precedenti del processo (primo grado, revocazione, primo giudizio di cassazione). Questa valutazione deve basarsi sull’esito complessivo e finale della lite.

Le Motivazioni

La Corte ha ribadito un principio fondamentale: la soccombenza va valutata globalmente. Non si può ‘spezzettare’ il giudizio e compensare le spese di una fase solo perché in quel singolo passaggio una parte era sembrata prevalere, se poi l’esito finale le dà torto. Nel caso di specie, il cittadino, avendo ottenuto il riconoscimento del suo diritto all’equa riparazione, doveva essere considerato la parte vincitrice dell’intero contenzioso, nonostante i vari passaggi processuali.

Inoltre, la Cassazione ha affrontato un aspetto tecnico molto rilevante. La Corte di Appello aveva giustificato la compensazione parziale delle spese affermando che la domanda del cittadino era stata accolta solo in parte (avendo liquidato 5.600 euro invece di una somma superiore). La Suprema Corte ha smontato questa tesi, spiegando che nei giudizi di equa riparazione, la liquidazione di una somma inferiore a quella richiesta non costituisce un ‘accoglimento parziale’ che giustifichi la compensazione delle spese. In questi procedimenti, il giudice ha un potere ufficioso di determinare l’ammontare dell’indennizzo. L’ottenimento di una somma, anche se inferiore alle aspettative, qualifica il ricorrente come parte interamente vittoriosa sul piano del diritto, con la conseguenza che le spese processuali devono essere integralmente rimborsate dalla parte soccombente, cioè il Ministero.

Le Conclusioni

Questa ordinanza rafforza la tutela del cittadino che agisce in giudizio per far valere i propri diritti. Le conclusioni pratiche sono due:
1. Principio di soccombenza globale: In caso di rinvio, il giudice deve ricalcolare tutte le spese legali dell’intero processo in base a chi ha vinto alla fine, senza poterle compensare arbitrariamente per le singole fasi.
2. L’accoglimento di un indennizzo inferiore non è una sconfitta parziale: Nei casi di equa riparazione, il ricorrente che ottiene un indennizzo, seppur minore di quello sperato, ha diritto al rimborso integrale delle spese legali. La liquidazione spese processuali deve seguire questa logica, garantendo che chi ha subito un torto non venga ulteriormente penalizzato con l’addebito di una parte dei costi necessari a ottenere giustizia.

Quando il giudice deve decidere sulla liquidazione delle spese processuali in un giudizio con più fasi?

Il giudice, in particolare quello di rinvio, deve decidere sulla base dell’esito complessivo e finale dell’intera lite, riconsiderando le spese di tutte le fasi processuali precedenti (primo grado, appello, cassazione) e non basandosi sul risultato di ogni singola fase.

Se un cittadino ottiene un risarcimento inferiore a quello richiesto, il giudice può compensare le spese legali?
No. Secondo la Corte, specificamente nei procedimenti di equa riparazione per eccessiva durata del processo, la liquidazione di un indennizzo inferiore a quello domandato non costituisce un accoglimento parziale della domanda che giustifichi la compensazione delle spese. Il ricorrente è considerato pienamente vittorioso.

Cosa succede alle spese legali quando una sentenza viene cassata con rinvio?
La statuizione sulle spese contenuta nella sentenza cassata perde efficacia. Il giudice del rinvio ha il potere e il dovere di provvedere a una nuova e complessiva regolamentazione delle spese dell’intero giudizio, comprese quelle della fase di legittimità, basandosi sull’esito finale della causa.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati