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Liquidazione onorari avvocato: sì al calcolo separato

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 836/2025, ha stabilito un principio fondamentale in materia di liquidazione onorari avvocato. Quando un legale assiste lo stesso cliente in più cause separate, sebbene identiche per questioni di fatto e di diritto, il compenso deve essere calcolato singolarmente per ciascun procedimento, a meno che non sia stata disposta la loro riunione formale. La Corte ha respinto il ricorso di una procedura fallimentare che chiedeva un calcolo unitario, confermando la decisione del tribunale e ribadendo l’orientamento delle Sezioni Unite.

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Pubblicato il 16 settembre 2025 in Diritto Fallimentare, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Liquidazione Onorari Avvocato: La Cassazione Conferma il Calcolo Separato per Cause non Riunite

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha affrontato un tema cruciale per la professione forense: la liquidazione onorari avvocato nel caso di assistenza in più giudizi formalmente separati, ma sostanzialmente identici. La Corte ha stabilito che, in assenza di una riunione formale dei procedimenti, ogni causa deve dar luogo a una liquidazione autonoma, anche se le questioni di fatto e di diritto sono le medesime. Questa decisione rafforza la tutela del lavoro del professionista e chiarisce l’applicazione dei parametri forensi.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine dalla richiesta di un avvocato che aveva assistito una procedura fallimentare in cinque diversi giudizi. Questi procedimenti, sebbene distinti, erano scaturiti da domande tardive di ammissione al passivo e presentavano questioni molto simili. Inizialmente, il Giudice Delegato aveva liquidato i compensi in modo unitario, trattando di fatto i cinque giudizi come se fossero un’unica pratica. L’avvocato ha proposto reclamo al Tribunale, sostenendo il proprio diritto a una liquidazione separata per ciascun incarico. Il Tribunale ha accolto il reclamo, rettificando il provvedimento e riconoscendo compensi distinti per ogni causa. La procedura fallimentare, ritenendo errata questa decisione, ha presentato ricorso in Cassazione.

La Liquidazione Onorari Avvocato tra Normativa e Interpretazione

Il nucleo della controversia riguardava l’interpretazione dell’articolo 4 del D.M. 55/2014 e, per i giudizi più datati, dell’articolo 4 del D.M. 140/2012. La procedura fallimentare sosteneva che, data l’identità delle questioni trattate, fosse corretta una liquidazione unitaria, che avrebbe comportato un compenso complessivamente inferiore. Si argomentava che una lettura estensiva della normativa dovesse portare a un calcolo unificato anche in assenza di riunione formale delle cause, per evitare un’ingiustificata duplicazione dei compensi.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha rigettato il ricorso della procedura fallimentare, confermando in toto la decisione del Tribunale. I giudici di legittimità hanno ribadito un principio già consolidato dalle Sezioni Unite con la sentenza n. 31030/2019: la liquidazione unitaria degli onorari è un’eccezione, applicabile solo in casi specifici.

Le Motivazioni

La Corte ha fondato la sua decisione su argomentazioni chiare e sistematiche. In primo luogo, ha sottolineato che la normativa (in particolare l’art. 4, comma 2, del D.M. 55/2014) prevede un compenso unico solo in due ipotesi: quando più cause vengono formalmente riunite dal giudice, oppure quando l’avvocato assiste un solo soggetto contro più parti nello stesso processo. Al di fuori di questi casi, la regola generale è quella della liquidazione separata.

I giudici hanno spiegato che l’identità delle questioni di fatto e di diritto non è di per sé sufficiente a giustificare un compenso unico. Finché i processi rimangono formalmente distinti, l’avvocato svolge un’attività difensiva autonoma per ciascuno di essi, che merita una remunerazione distinta. La Corte ha inoltre esteso questo principio anche alle cause disciplinate dal precedente D.M. 140/2012, ritenendo che l’inciso del D.M. 55/2014 fosse una mera specificazione di un principio già insito nel sistema. La scelta del legislatore di eliminare, nelle riforme più recenti, ogni riferimento a un compenso unico “anche se non interviene riunione di cause” (come previsto da tariffe ancora più datate) è stata interpretata come una volontà precisa di legare la liquidazione unitaria al solo presupposto della riunione formale.

La Corte ha anche dichiarato inammissibili gli altri motivi di ricorso, tra cui la presunta omessa valutazione di prove documentali, chiarendo che tale censura non configurava un “fatto storico decisivo” omesso, ma una critica all’apprezzamento del giudice di merito, non sindacabile in sede di legittimità.

Le Conclusioni

L’ordinanza in esame consolida un orientamento giurisprudenziale di fondamentale importanza per gli avvocati. La corretta liquidazione onorari avvocato non può prescindere dalla struttura formale dei procedimenti. Un legale che assume la difesa in più cause, anche se seriali o fotocopia, ha diritto a una liquidazione separata per ciascuna di esse, a meno che il giudice non ne disponga la riunione. Questa regola garantisce che il compenso sia commisurato all’effettiva attività svolta in ogni singolo fascicolo processuale, valorizzando il lavoro del difensore e fornendo un criterio certo e prevedibile per la determinazione dei suoi compensi.

Come si calcolano gli onorari di un avvocato che assiste un cliente in più cause simili ma non formalmente riunite?
Gli onorari devono essere liquidati separatamente per ciascun procedimento. Non è consentita una liquidazione unitaria basata sulla sola somiglianza delle questioni trattate.

Il principio della liquidazione separata degli onorari vale anche per i compensi regolati dal D.M. 140/2012?
Sì. Secondo la Corte, il principio della liquidazione separata in assenza di riunione si applica anche alle attività svolte sotto la vigenza del D.M. 140/2012, in quanto rappresenta un principio sistematico dell’ordinamento professionale.

L’identità delle questioni di fatto e di diritto tra più cause giustifica un compenso unico per l’avvocato?
No. La Corte ha chiarito che, finché i processi non vengono formalmente riuniti con un provvedimento del giudice, l’identità delle questioni non è un fattore sufficiente per derogare alla regola della liquidazione separata per ogni singola causa.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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