LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Liquidazione controllata: ok per start-up innovativa

Una start-up innovativa, in stato di sovraindebitamento, ha ottenuto dal Tribunale di Brescia l’apertura della liquidazione controllata dei propri beni. Il tribunale ha verificato la sussistenza dei requisiti soggettivi, qualificando l’impresa come “minore”, e oggettivi, confermando lo stato di crisi. La sentenza ha quindi avviato la procedura, nominando gli organi preposti e stabilendo una durata minima di tre anni.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Liquidazione Controllata: Via Libera per una Start-up Innovativa

La liquidazione controllata rappresenta uno strumento fondamentale per le imprese che si trovano in uno stato di crisi o insolvenza. Con una recente sentenza, il Tribunale di Brescia ha chiarito i presupposti per l’accesso a questa procedura da parte di una start-up innovativa, confermando l’importanza della qualifica di ‘impresa minore’. Analizziamo nel dettaglio la decisione e le sue implicazioni.

I Fatti del Caso

Una società, qualificata come start-up innovativa e iscritta nell’apposita sezione speciale del Registro delle Imprese, ha presentato istanza al Tribunale di Brescia per l’apertura della procedura di liquidazione controllata dei propri beni. La richiesta era motivata da una situazione di sovraindebitamento che non le consentiva più di adempiere regolarmente alle proprie obbligazioni.

A corredo dell’istanza, la società ha depositato una relazione redatta da un Organismo di Composizione della Crisi (O.C.C.), la quale attestava la completezza e l’attendibilità della documentazione e descriveva in dettaglio la grave situazione economica, patrimoniale e finanziaria del debitore.

La Decisione del Tribunale sulla Liquidazione Controllata

Il Tribunale di Brescia, in composizione collegiale, ha accolto la richiesta, dichiarando aperta la procedura di liquidazione controllata. La decisione si fonda sulla verifica di due ordini di requisiti: soggettivi e oggettivi.

Analisi dei Requisiti e Apertura della Procedura

Dal punto di vista della competenza, il Tribunale ha confermato la propria giurisdizione in base al centro degli interessi principali della società ricorrente. Nel merito, ha proceduto a una duplice verifica:

1. Requisito Soggettivo: Il Tribunale ha accertato che il debitore rientrasse nella categoria dei soggetti ammissibili alla procedura. In primo luogo, ha riconosciuto la sua qualità di ‘start-up innovativa’. In secondo luogo, ha verificato che la società possedesse anche i requisiti di ‘impresa minore’, ovvero:
* Un attivo patrimoniale annuo non superiore a 300.000 euro nei tre esercizi precedenti.
* Ricavi annui non superiori a 200.000 euro nello stesso periodo.
* Un ammontare di debiti (anche non scaduti) non superiore a 500.000 euro.
2. Requisito Oggettivo: È stato confermato lo stato di crisi o insolvenza, come ampiamente motivato nella relazione dell’O.C.C., condizione indispensabile per l’accesso alla liquidazione controllata.

Sulla base di queste valutazioni, il Tribunale ha emesso la sentenza di apertura della procedura, nominando un giudice delegato e un liquidatore (coincidente con il professionista già nominato gestore della crisi dall’O.C.C.) e fissando i termini per il deposito dei bilanci e per la presentazione delle domande di ammissione al passivo da parte dei creditori.

Le Motivazioni della Sentenza

Le motivazioni del collegio si concentrano sulla corretta applicazione del Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza (C.C.I.I.). Il Tribunale ha sottolineato come la qualifica di start-up innovativa e, in ogni caso, di ‘impresa minore’ permetta alla società di accedere a questa specifica procedura, pensata per soggetti non assoggettabili alla liquidazione giudiziale (il vecchio fallimento). L’analisi dei limiti dimensionali è stata quindi cruciale per definire il perimetro soggettivo di applicabilità della norma.

Inoltre, la sentenza ha richiamato un’importante pronuncia della Corte Costituzionale (n. 6/2024), stabilendo che la procedura dovrà avere una durata minima di tre anni, salvo eccezioni. Questo principio garantisce un orizzonte temporale adeguato per una gestione efficace della liquidazione, bilanciando gli interessi del debitore con quelli dei creditori.

Infine, il Tribunale ha precisato le modalità di liquidazione del compenso all’O.C.C., specificando che sarà un compenso unico per l’intera attività svolta e che eventuali acconti potranno essere concessi solo in determinate circostanze, come a seguito di un riparto parziale.

Le Conclusioni

La sentenza del Tribunale di Brescia offre un chiaro esempio di applicazione della procedura di liquidazione controllata a una realtà imprenditoriale moderna come quella delle start-up innovative. La decisione conferma che, al ricorrere dei presupposti di sovraindebitamento e dei requisiti dimensionali di ‘impresa minore’, anche queste entità possono beneficiare di strumenti di gestione della crisi alternativi alla liquidazione giudiziale. Questo approccio favorisce una risoluzione ordinata dell’insolvenza, tutelando per quanto possibile l’ecosistema dei creditori e offrendo una via d’uscita regolamentata all’imprenditore in difficoltà.

Quando una start-up innovativa può accedere alla liquidazione controllata?
Una start-up innovativa può accedere alla liquidazione controllata quando si trova in uno stato di sovraindebitamento e, allo stesso tempo, rientra nei parametri dimensionali che la qualificano come ‘impresa minore’ ai sensi del Codice della Crisi d’Impresa.

Quali sono i requisiti per essere considerata ‘impresa minore’ ai fini della procedura?
Per essere considerata ‘impresa minore’, un’azienda deve rispettare congiuntamente i seguenti limiti: 1) attivo patrimoniale annuo non superiore a 300.000 euro; 2) ricavi annui non superiori a 200.000 euro; 3) un ammontare di debiti non superiore a 500.000 euro.

Qual è la durata minima della procedura di liquidazione controllata secondo la recente giurisprudenza?
In conformità con la sentenza della Corte Costituzionale n. 6/2024, la procedura di liquidazione controllata deve avere una durata minima di tre anni, a meno che non si verifichino circostanze specifiche previste dalla legge (art. 233, lett. a e b, CCII).

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati