LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Liquidazione compensi avvocato: la guida completa

In un caso di opposizione a decreto ingiuntivo per onorari professionali, la Corte di Cassazione chiarisce un principio fondamentale sulla liquidazione compensi avvocato. La tariffa applicabile è quella in vigore al momento della conclusione dell’attività professionale, non quella vigente al momento della decisione della causa. La Corte ha inoltre cassato la decisione di compensare le spese legali basata sulla mera opportunità di non inasprire i rapporti tra le parti, ritenendola una motivazione giuridicamente inidonea.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 23 settembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Liquidazione Compensi Avvocato: Il Principio ‘Ora per Allora’

La corretta liquidazione compensi avvocato è spesso fonte di contenzioso. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione fa luce su un aspetto cruciale: quale tariffa professionale utilizzare quando le norme cambiano nel corso di un lungo giudizio? La risposta risiede nel principio ratione temporis, o ‘ora per allora’, che lega il compenso al momento in cui l’attività professionale si è conclusa.

I Fatti di Causa

La vicenda nasce dalla richiesta di pagamento di un avvocato nei confronti di due suoi ex clienti per l’attività svolta in una causa di petizione ereditaria e divisione. Il legale otteneva un decreto ingiuntivo per oltre 51.000 euro. I clienti si opponevano, sostenendo che l’importo non fosse dovuto.

Il Tribunale di Potenza accoglieva parzialmente l’opposizione: revocava il decreto ingiuntivo ma condannava comunque i clienti a pagare una somma inferiore, pari a circa 24.000 euro. Il giudice di merito aveva stabilito che l’incarico professionale dell’avvocato si era concluso nel 2013. Di conseguenza, per la liquidazione del compenso, aveva applicato i parametri forensi allora in vigore (D.M. 140/2012), e non quelli successivi (D.M. 55/2014), vigenti al momento della decisione finale della causa.

I Motivi del Ricorso in Cassazione

Insoddisfatti, i clienti hanno proposto ricorso in Cassazione, lamentando principalmente due aspetti:

1. Errata applicazione della tariffa: Sostenevano che il Tribunale avrebbe dovuto applicare il D.M. 55/2014, in quanto normativa più recente che avrebbe implicitamente abrogato la precedente, precludendo certi aumenti del compenso.
2. Errata quantificazione del valore della causa: Contestavano il calcolo del compenso, ritenendo che non si dovesse tener conto di alcune fasi processuali, data la cessazione del mandato.

A sua volta, l’avvocato ha presentato un ricorso incidentale, sollevando tre questioni:

1. Il mancato rispetto del parere di congruità emesso dall’ordine professionale sulla sua parcella.
2. L’omessa pronuncia sulla sua richiesta di condanna degli ex clienti per lite temeraria (art. 96 c.p.c.).
3. L’errata compensazione delle spese processuali, motivata dal Tribunale con la ‘necessità di evitare l’ulteriore inasprimento dei rapporti tra le parti’.

Le Motivazioni della Corte sulla liquidazione compensi avvocato

La Corte di Cassazione ha rigettato integralmente il ricorso principale dei clienti e ha accolto parzialmente quello incidentale dell’avvocato.

Sul punto centrale, la liquidazione compensi avvocato, la Suprema Corte ha confermato la correttezza della decisione del Tribunale. Ha ribadito il consolidato principio ratione temporis, secondo cui la liquidazione giudiziale del compenso deve avvenire ‘ora per allora’. Ciò significa che bisogna fare riferimento ai parametri professionali in vigore al momento in cui l’attività del difensore si è esaurita. Nel caso specifico, avendo il Tribunale accertato che l’ultima attività difensiva risaliva al 2013, era corretto applicare il D.M. 140/2012, a prescindere dal fatto che la causa si fosse conclusa anni dopo, sotto la vigenza di un nuovo decreto ministeriale. Le contestazioni sul valore della causa e sulle fasi retribuite sono state invece ritenute valutazioni di fatto, non sindacabili in sede di legittimità.

Per quanto riguarda il ricorso dell’avvocato, la Corte ha respinto i primi due motivi. Ha chiarito che il parere di congruità dell’ordine professionale ha valore solo per ottenere il decreto ingiuntivo, ma perde la sua efficacia vincolante nel successivo giudizio di opposizione. Ha inoltre precisato che, avendo il Tribunale accolto parzialmente l’opposizione, veniva a mancare il presupposto della ‘totale soccombenza’ necessario per una condanna per lite temeraria.

L’Accoglimento sulla Compensazione delle Spese

La Cassazione ha invece accolto il terzo motivo del ricorso incidentale. Ha affermato che la motivazione addotta dal Tribunale per compensare le spese – ‘evitare l’inasprimento dei rapporti’ – è del tutto eccentrica rispetto alle ipotesi tassativamente previste dalla legge (art. 92 c.p.c.). La norma consente la compensazione solo in casi specifici, come la soccombenza reciproca, l’assoluta novità della questione o ‘gravi ed eccezionali ragioni’, che devono essere individuate ed esplicitate dal giudice. Una motivazione generica e di opportunità, come quella usata, non è giuridicamente valida.

Le Conclusioni

L’ordinanza ha cassato la decisione del Tribunale limitatamente alla statuizione sulle spese, rinviando la causa allo stesso Tribunale, in diversa composizione, per una nuova regolamentazione delle spese basata sui corretti principi di legge. La sentenza rafforza due importanti principi: primo, la certezza del diritto nella liquidazione compensi avvocato, ancorando il calcolo al momento della fine della prestazione; secondo, il rigore con cui i giudici devono motivare l’eventuale deroga alla regola generale secondo cui chi perde paga le spese legali.

Quale tariffa professionale si applica per la liquidazione del compenso di un avvocato se le norme cambiano durante la causa?
Si applica la tariffa in vigore al momento in cui si è conclusa l’attività professionale dell’avvocato, e non quella vigente al momento della pubblicazione della sentenza. La liquidazione avviene secondo il principio ‘ratione temporis’ (ora per allora).

Il parere di congruità dell’Ordine degli Avvocati sulla parcella è vincolante per il giudice nel giudizio di opposizione a decreto ingiuntivo?
No. Il parere di congruità ha valore di prova privilegiata solo per l’emissione del decreto ingiuntivo, ma nel successivo giudizio di opposizione, che si svolge in contraddittorio, il giudice può liberamente valutare l’effettività e la consistenza delle prestazioni e la correttezza della liquidazione.

Un giudice può compensare le spese legali tra le parti solo per evitare di peggiorare i loro rapporti personali?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che la ‘necessità di evitare l’ulteriore inasprimento dei rapporti tra le parti’ non è una ragione giuridicamente valida per derogare alla regola generale della condanna alle spese della parte soccombente. La compensazione deve essere motivata sulla base delle specifiche ipotesi previste dalla legge (es. soccombenza reciproca, novità della questione, gravi ed eccezionali ragioni).

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati